Si concludono in questi giorni le delibere regionali sulla dimensione degli Istituti Comprensivi. Alcune di queste hanno suscitato diverse reazioni di varie associazioni e delle quali abbiamo dato notizia.
La direzione nazionale di DiSAL invia alle istituzioni competenti una lettera aperta e invita tutti i colleghi che la condividono a sostenerla, diffonderla, sottoscriverla ed inviarla agli indirizzi indicati, segnalando l'invio a ufficiostampa@disal.it.
Dirigenti Scuole Autonome e Libere
Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie - Ente qualificato dal MIUR alla formazione
Al Ministro all’Istruzione Università e Ricerca
Al Ministro per
Alla Conferenza Stato-Regioni
All’Assessore all’Istruzione e Formazione della Regione……..
Agli Assessori all’Istruzione delle Province di …………
Lettera aperta sulle dimensioni delle scuole
Le dimensioni delle scuole sono a servizio dell’azione educativa e delle comunità locali
Egr. Sig.ri,
1. sulla base dell’art. 19 del D.L. 98/2011 le Regioni hanno concluso in questi giorni i Piani di dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche Autonome (ISA) del I Ciclo, coinvolgendo talvolta con esse, in alcune realtà, anche quelle del II Ciclo. Il MIUR con Nota 10309 del 13 dicembre 2011 aveva accolto la richiesta della Conferenza Stato-Regioni del 27.10.11, attuando una proroga, chiedendo gradualità e indicando un chiaro criterio operativo.
Mentre molte Regioni da anni non avevano provveduto neppure ad attuare i vecchi coefficienti minimi per l’autonomia delle ISA, altre, con notevole zelo hanno invece predisposto piani che prefigurano Istituzioni che, come nel caso della Lombardia, della Toscana e della Liguria, vanno a costituire ISA di 1.500-1.900 alunni, preparando così comunità scolastiche destinate a vivere gravi problemi interni.
Laddove si decida effettivamente di dare meccanica applicazione ai parametri del DL 98/2011 il prossimo anno scolastico 3.138 scuole, il 30,5% del totale, saranno senza dirigente e senza DSGA. Ma le scuole coinvolte nel disservizio saranno almeno il doppio, perché la reggenza – come si è visto dalla pessima esperienza di quest’anno - crea scompensi in due scuole. Questi numeri sono veramente impressionanti (Relazione Tecnica alla Legge di Stabilità, Atti Parlamentari - Senato della Repubblica - n. 2968, pag. 149), con conseguenze finanziare assolutamente sproporzionate agli effetti educativi ed organizzativi. Si pensi che l’obiettivo tecnico è fissato in 3 anni col risparmio solo di 162 milioni di euro !
2. Ora Regioni e Amministrazione debbono passare dai Piani alla loro attuazione. A nostro parere ogni procedura di dimensionamento delle ISA deve avere come obiettivi ben chiari quelli di:
a- costituire istituzioni che abbiano dimensioni governabili, dove sia possibile praticare attenzione alle problematiche della dispersione, della qualità dell’istruzione e formazione, delle situazioni di disagio e svantaggio. Invece più aumenta la dimensione delle ISA, meno queste diventano governabili, come dimostrano abbondantemente anche altre esperienze europee;
b- valorizzare al massimo il radicamento delle ISA nel loro territorio, in particolare evitando di generalizzare la forma dell’Istituto Comprensivo e lasciando simili valutazioni alla responsabilità diretta degli Enti Locali;
c- evitare l’ulteriore riduzione della dirigenza scolastica a pura funzione tecnica, sottraendole, a causa delle dimensioni accresciute, possibilità di perseguire, con la comunità scolastica, la primaria funzione educativa di questa.
Inoltre gli interventi dettati da giuste esigenze di risparmio e razionalizzazione economica complessiva, dovranno con altrettanta chiarezza abbandonare ogni idea della scuola come semplice spesa per assumere seriamente l’obiettivo dell’istruzione come investimento per il futuro del paese.
3. Per queste ragioni chiediamo:
a- che il dimensionamento sia un effettivo riequilibrio di situazioni di scuole troppo piccole o troppo grandi;
b- che Regioni e Amministrazione rivedano urgentemente i piani regionali predisposti prima della Nota MIUR o difformemente da quelle indicazioni;
c- che tutti i piani regionali assumano il parametro di 1.000 alunni quale media per salvaguardare l’autonomia per le direzioni didattiche, scuole secondarie di I grado e istituti comprensivi. Dal calcolo di questa media vanno ovviamente tolte le ISA per le quali è prevista la deroga (piccole isole e comuni montani). Infatti ribadisce
d- che si imponga comunque un numero massimo per tutte le ISA di ogni ordine e grado non superiore ai 1.200 alunni (corrispondente al doppio del valore minimo previsto per l’esistenza di un’ISA con dirigente scolastico e direttore amministrativo);
e- che sia garantita la direzione educativa ed organizzativa di tutte le ISA di tutti gli ordini di scuola con la presenza del dirigente scolastico e del direttore amministrativo;
f- che si sospenda la costituzione generalizzata di Istituti Comprensivi e si proceda con gradualità ed attenzione alle situazioni concrete, come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni e dalla Nota MIUR;
g- che di conseguenza il modello dell’Istituto Comprensivo sia assunto non come camicia di forza in tutte le situazioni ma come utile strumento di gestione in relazione alle esigenze locali, specie nei comuni con ISA uniche per ogni livello, soprattutto rispettando quelle istituzioni che funzionano egregiamente rispetto alle esigenze del territorio.
Queste richieste facciamo nella speranza che tutte le Istituzioni in questo modo abbiano a cuore il miglioramento ed il futuro delle comunità scolastiche come bene del paese.
La direzione nazionale
30 gennaio 2012
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Aderisco alla lettera aperta
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