Paritarie: documento UE per lo sblocco fondi PON


Proseguiamo le notizie sulla vicenda del Fondi PON alle paritarie pubblicando il testo del parere di Bruxelles. Riportiamo invece sotto le azioni contrarie di CGIL scuola che, come si può leggere, sono l’espressione della solita opposizione ideologica alle scuole non statale, che tra l’altro collimano con alcune visioni dell’attuale maggioranza governativa. Come altri fatti di questi giorni stanno confermando, purtroppo la scuola italiana, che vive al proprio interno alla base tanta vivacità di minoranze attive, nella sua maggioranza e rappresentatività  resta ancorata a visioni ottocentesche e di opposizioni che sanno troppo di risorgimento decadente. (rp)

 

Fondi PON alle paritarie, il sì di Bruxelles

OrizzonteScuola  -  30 luglio 2018  -  di redazione

Sui finanziamenti europei per le paritarie, si attendeva la risposta ufficiale da parte dell’Unione europea che infatti è arrivata.

Come si legge nel documento (allegato) inviato da Bruxelles, i fondi europei per la scuola non sono da considerare aiuto di Stato, poiché il sistema dell’istruzione pubblica organizzata nell’ambito del sistema scolastico italiano è attività non economica.

Precisa per altro che “le risorse del fondo sociale europeo e del fondo europeo di sviluppo regionale sono generalmente assegnate sotto il controllo dello Stato, il quale selezione i progetti da finanziare e sono per tanto considerate risorse statali“. Non sono considerate tali, “se invece vengono concesse direttamente dall’Unione, dalla Bei o dal Fondo europeo per gli investimenti, senza che le autorità nazionali possano esercitare alcun controllo“.

 

 

PON Scuola: no della CGIL e della FLC CGIL all’accesso diretto alle risorse delle scuole paritarie

Prosegue l’iter di modifica del programma operativo. Governo in confusione.

CgilScuola  -  27/07/2018

L'autorità di gestione del Programma Operativo Nazionale “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020, ha concluso in pochi giorni la consultazione dei componenti del Comitato di Sorveglianza sulle modifiche da apportare al testo del che consentirebbero l’accesso diretto delle scuole paritarie ai progetti e alle relative risorse dell’Asse I (Istruzione).

Come CGIL e FLC CGIL abbiamo inviato una nota all’AdG, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Autorità di Audit, all’Agenzia per la coesione territoriale e all’ANPAL, in cui esprimiamo contrarietà rispetto a questa scelta. Riteniamo, infatti, che la stessa strategia complessiva del PON, finalizzata “all’’innalzamento dei livelli di istruzione, al contrasto dei divari territoriali e al rafforzamento di una scuola di qualità per tutti quale fattore di equità e di inclusione sociale”, così come le priorità individuate dal Piano, indichino chiaramente come interventi e risorse vadano indirizzati in via esclusiva alla prevenzione e al contrasto dell’insuccesso formativo e alla riduzione delle disparità nella qualità degli apprendimenti a livello di determinati contesti scolastici, di specifici gruppi di studenti con svantaggio sociale, di aree del Paese caratterizzate da marginalizzazione socioeconomica e culturali. È evidente come siano prevalentemente le istituzioni pubbliche statali a poter svolgere questa funzione di riequilibrio. Invece, la scelta di inserire le scuole paritarie tra i soggetti beneficiari dei finanziamenti avrà come inevitabile conseguenza il fatto che cospicue risorse del PON diventeranno dei normali finanziamenti aggiuntivi a cui potranno attingere istituti paritari che chiedono rette anche costose alle famiglie e che non sono sottoposti agli obblighi, ad esempio, in tema di procedure per l’individuazione del personale da impiegare nei progetti, così come accade per le istituzioni scolastiche statali. Il tutto a danno della lotta alla dispersione scolastica nelle istituzioni più in difficoltà e quindi in evidente contrasto rispetto a strategia complessiva e a priorità individuate dal PON.

Segnaliamo come tale scelta sia in stridente contrasto con alcune affermazioni di autorevoli esponenti dell’attuale maggioranza parlamentare. Insomma un modo di procedere incoerente, caotico e confusionario.

 

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