Associazioni professionali: il presidente di DiSAL ad ANP

 

  

XI Congresso nazionale Associazione Nazionale Presidi

Roma, 15 dicembre 2017

 

La dirigenza è qui. La dirigenza è adesso

Intervento di saluto del presidente DiSAL Ezio DELFINO

 

Gent.mi colleghi,

porto il saluto di tutta la Direzione nazionale della DiSAL e di tutti i nostri soci, presenti nelle diverse regioni italiane, ringraziando il presidente Giorgio Rembado e gli organi direttivi di ANP per questo invito, che mi consente di partecipare alla celebrazione del 30° anno dalla fondazione della Vostra Associazione.

 

L’identità

Di.S.A.L.  Dirigenti scuole autonome e libere si costituisce nel 2001 con una identità forte: associare dirigenti di scuole statali e non statali di ogni ordine e grado, per sostenere un esercizio di una professione direttiva attenta alla totalità dei fattori della vita di una scuola e mirata a favorire le condizioni che permettano l’attuarsi di esperienze educative da parte di docenti, genitori e giovani.

Una proposta associativa, la nostra, nata per sostenere l’immagine che di un dirigente scolastico radicato nella funzione culturale ed educativa della scuola.

Poche ed importanti convinzioni:

×         l’importanza della funzione direttiva per la qualità della scuola;

×         la pari dignità della professione a prescindere dal gestore dell’istituzione scolastica, sia essa statale che non statale;

×         il primato dell’autonomia scolastica, in un contesto di sussidiarietà istituzionale, come chiave di volta per la soluzione dei gravi problemi della scuola italiana;

×         la libertà come principio fondante la relazione educativa tra famiglie, giovani e scuole;

×         l’opposizione a ridurre la professione direttiva ad una mera gestione organizzativa, amministrativa, progettuale, finanziaria o di rappresentanza, nella convinzione che tutti questi importanti aspetti sono puro servizio all’azione educativa e culturale.

 

Il contesto e le associazioni professionali

C’è un rischio burn out per i dirigenti scolastici italiani.  A dirlo è il “Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2017” recentemente pubblicato dal Censis che ha dedicato un capitolo specifico proprio alla dirigenza della scuola.

Su 1.045 dirigenti scolastici intervistati emergono, tra gli aspetti della loro professione che negli ultimi anni sono stati particolarmente gravosi, al primo posto quelli normativi e burocratici. In particolare, in un range che va da 1=per niente gravoso a 10=molto gravoso hanno assegnato un punteggio medio di 8,30 al nodo critico dell'applicazione e delle responsabilità relative a normative generali, quali privacy, trasparenza amministrativa e siti web, anticorruzione e soprattutto in materia di sicurezza e edilizia scolastica.

Il 68,8% dei dirigenti ritiene necessario affrontare urgentemente il nodo economico, chiedendo un incremento delle retribuzioni in linea con il loro ruolo di dirigenti pubblici.  Il 37,5% avanza la richiesta di un supporto organizzativo e amministrativo per l'applicazione delle procedure per la dematerializzazione e del Codice dell'Amministrazione Digitale.

I dati interessanti riguardano ciò che i dirigenti scolastici italiani riscontrano come aiuto alla propria professione: tra gli ultimi posti troviamo gli USR, gli Ambiti territoriali e il MIUR, le percentuali vanno dal 36% al 24% per il dicastero.  Al primo posto lo staff (96% delle risposte), seguono i DSGA (80%), il personale ATA (69%).

Ma il dato interessante è che come aiuto al proprio lavoro vengono menzionate anche le associazioni professionali, seguite dalle riviste specializzate che raggiungono una percentuale del 43,8%.  Un’indicazione che rilancia il ruolo delle nostre associazioni come ambiti di solidarietà, di giudizio e di aiuto professionale concreto.

Ed è proprio quello che DiSAL, e le associazioni come ANP, sta riscoprendo: il mettersi insieme tra responsabili di scuole per condividere compiti e finalità del proprio lavoro rappresenta un contributo prezioso per la scuola. Un'associazione di dirigenti scolastici è risorsa per la persona perché fa circolare esperienze, giudizi e strumenti ed anche per la scuola perché esprime una soggettività, un ambito di cultura, un luogo di continuo paragone grazie al quale è possibile rispondere all’attuale domanda di educazione e di istruzione dei giovani.

 

Fare associazione

Mantenere viva una idealità, uno scopo e fornire criteri e strumenti sulla modalità di presenza nel mondo in cui si trova ad operare: questa è l’urgenza che sentiamo e che l’associarsi realizza maggiormente. Fino ad indicare modalità operative e ad intervenire con giudizi propri sull’operato del Ministero e del legislatore.

Nella diversità delle origini che hanno dato vita alle nostre associazioni e nella necessaria distinzione delle posizioni ideali e delle funzioni – DiSAL non è, ad esempio, un sindacato -  mai come in questi anni sarà necessario il confronto stretto e leale tra le nostre ‘forze’ organizzate, tra le nostre persone, mettendo a servizio le esperienze, i ragionamenti, le battaglie, la difesa di spazi e di presenze.

Auspico che nei prossimi anni, come in parte già abbiamo iniziato a fare, cresca il dialogo e l’aiuto tra esperienze associative in ambito di scuola non solo per rappresentare istanze e realizzare miglioramenti del profilo professionale, ma anche per far crescere, insieme, una cultura ed una ridefinizione e ricomprensione del nostro ruolo.

 

Quale dirigenza

La relazione congressuale di Giorgio Rembado ha inteso sposare definitivamente il profilo del dirigente scolastico da contrapporre a quella del leader educativo, immagine quest’ultima a cui si potrebbe assimilare, secondo il presidente di ANP, solo il profilo dei presidi di alcuni paesi europei dove il dirigente è scelto da un board e, a sua volta, può scegliere il personale docente per il raggiungimento degli obiettivi formativi con loro condivisi: un modello, in tal senso, non applicabile alla scuola italiana.

C’è da precisare che sono, tuttavia, uno scopo ed un contesto i fattori che definiscono un ruolo: nel caso del preside lo scopo della sua azione è la formazione del singolo ragazzo ed il contesto è una comunità di apprendimento che egli è chiamato a sostenere, con i diversi soggetti che vi collaborano (docenti, famiglie, studenti, operatori del territorio). Si deve parlare in tal senso più precisamente, allora, nel dilemma leader educativo vs dirigente, di una dirigenza per la scuola. 

Quello che ci sta a cuore come dirigenti scolastici della Associazione Di.S.A.L. è la difesa di una professionalità direttiva ispirata a compiti formativi fortemente caratterizzata: un contributo tecnico, culturale, scientifico specifico all’interno della dirigenza pubblica e una curvatura di competenze decisiva per un qualificato servizio pubblico di istruzione. L’aver inserito ai fini della contrattazione di categoria la dirigenza scolastica nell’Area C insieme alle dirigenze delle realtà dell’Università e della Ricerca rappresenta, da questo punto di vista, un passaggio che potrebbe restituire ai contratti della dirigenza scolastica statale caratteri che la riportano alla sua vera funzione di collaborazione allo sviluppo di ambienti finalizzati al sapere ed alla crescita delle persone.

 

Conclusioni

Molti i temi che la relazione del presidente ANP Giorgio Rembado ha toccato questa mattina nella sua ampia e  articolata relazione congressuale e sui quali ci troviamo d’accordo: l’idea della centralità della scuola come priorità di tutti; il rilancio della lotta al neocentralismo ed alla normalizzazione burocratico-statalista in atto in questi anni; l’urgenza di lavorare verso il riconoscimento della  piena autonomia della scuola; la proposta di modello di  governance leggero e funzionale…

‘La dirigenza è qui, la dirigenza è adesso’, afferma il titolo del XI Congresso dell’ANP, utilizzando significativamente le categorie dello spazio (qui) e del tempo (adesso): le categorie nelle quali nasce, si muove e si definisce l’esperienza non solo della singola persona, ma anche delle realtà sociali che si generano con il suo contributo.

Un ‘qui’ ed un ‘adesso’ che indicano i due assi sui quali, dentro le nuove sfide formative e dei contesti sociali, continuamente ridefinire il nostro compito ed il nostro ruolo affinchè il soggetto   di cui si parla - che è il dirigente scolastico - cresca consapevole del suo ruolo, certo nelle sue consapevolezze e riconosciuto nella sua funzione dentro la scuola del prossimo futuro.

Vi ringrazio per l’attenzione, con gli auspici di un proficuo lavoro congressuale.

Grazie.

 



 

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