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Apprendistato: sì con adeguato percorso di istruzione

Per l'apprendistato serve un congruo numero di ore di formazione

Tuttoscuola – 29 gennaio 2010
La Camera dei deputati ha approvato un Ordine del giorno al disegno di legge lavoro proposto dal democratico Luigi Bobba, vicepresidente della commissione Lavoro, e condiviso da tutta la commissione, con il quale si impegna il governo "a rivedere il sistema di alternanza scuola-lavoro e specificatamente le norme che regolano il contratto di apprendistato al fine di poter potenziare l'aspetto formativo".

L'alternanza scuola-lavoro è attualmente regolata da un decreto legislativo (n. 75/2005) di Morattiana memoria che prevede la possibilità per gli studenti delle superiori che abbiano compiuto i 15 anni di alternare momenti di studio e di lavoro sotto la responsabilità della istituzione scolastica. Potrebbe essere questa forse una via di uscita dalla polemica innescata dal nuovo apprendistato a 15 anni.

Per Bobba "è necessario che sia fissato un congruo numero di ore di formazione esterna da realizzarsi nelle istituzioni scolastiche o formative, onde acconsentire anche all'assolvimento dell'ultimo anno dell'obbligo di istruzione e formazione fissato dalla legge a 16 anni.

È una strada difficile- dice il parlamentare PD - ma non possiamo lasciare fuori dalla scuola 130.000 giovani sotto i 16 anni che né studiano, né lavorano".

 

Apprendistato, ok della Camera e duello Cazzola-Fioroni
Tuttoscuola – 28 gennaio 2010
Montecitorio ha dato il via libera - in una giornata caratterizzata dal voto sul filo di lana tra maggioranza e opposizione - al disegno di legge delega sul lavoro collegato alla Finanziaria.
Il provvedimento, seguito passo passo dal relatore Giuliano Cazzola, torna ora al Senato per quella che probabilmente sarà un'ultima lettura senza modifiche e per il via libera definitivo.
Dunque, ecco il disco verde per la possibilità di assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico, fissato a 16 anni, anche con l'apprendistato, che quindi varrà per i 15enni come stare in classe.
Ma è stata esplicitata la necessità di un'intesa regioni-ministeri Lavoro e Istruzione, sentite le parti sociali, per la regolamentazione di tale percorso: come indicato nel decreto legislativo attuativo della legge Biagi.
E sull'emendamento che introduce la nuova norma sull'apprendistato a partire dai 15 anni l'aula della Camera durante il dibattito sul ddl lavoro si è infiammata. Botta e risposta infatti fra Giuliano Cazzola (Pdl), responsabile del provvedimento, e Beppe Fioroni (Pd).
In pratica, secondo l'esponente dei Democratici, "Con le nuove regole sull'apprendistato si toglie un altro pezzo di futuro ai nostri figli. Siamo il Paese - ha spiegato Fioroni - con meno diplomati, laureati e con ragazzi con qualifiche professionali, la maggioranza si assume la responsabilità di dare a nostri figli una povertà di saperi e competenze che li renderanno i nuovi poveri della vita. Al problema della dispersione si dà una soluzione peggiore del male".
Secca e immediata la replica dell'onorevole del Popolo della Libertà: "La maggioranza fa le riforme - ha risposto Cazzola - pensiamo per esempio alla legge Biagi che prefigura tre gradi di apprendistato: un primo livello per espletamento dell'istruzione-formazione, l'apprendistato professionalizzante, l'apprendistato di alta formazione che può portare addirittura alla laurea e al dottorato. Se l'opposizione - ha concluso Cazzola - non si fosse messa di traverso con questi due anni che non portano a nulla, e cioè l'obbligo scolastico a 16 anni introdotto da Fioroni quando era ministro, il giovane avrebbe dei vantaggi di più".
Insomma, anche nel 2010 il dialogo fra i Poli non riesce a decollare, anzi...

 

I 15enni in azienda come se fossero a scuola, la Camera approva
Tecnica della Scuola – 29 gennaio 2010

di Alessandro Giuliani

Come previsto l’Aula ha detto sì a maggioranza all’emendamento Cazzola che anticipa di un anno l’apprendistato: ma c’è l’obbligo di trovare un’intesa tra Regioni, ministero del Lavoro e dell'Istruzione. Bordate dall’ex ministro Fioroni: siamo il Paese con meno diplomati e laureati, imbocchiamo una china pericolosa.
Nessuna sorpresa: il 28 gennaio l'Aula della Camera, a maggioranza e con il parere favorevole del governo, ha dato il via libera per l’assolvimento all'ultimo anno di obbligo di istruzione (quindi tra i 15 ed i 16 anni) attraverso l'apprendistato. Come preannunciato nei giorni scorsi, in fase di revisione finale è stato approvato un “ritocco” di non poco conto: poiché la tipologia di apprendistato-scolastico rientra nelle norme di attuazione della legge Biagi, per vedere attuata la norma sarà "necessaria l’intesa – riporta la stessa norma contenuta nel ddl lavoro - tra Regioni, ministero del Lavoro e ministero dell'Istruzione, sentite le parti sociali".
La modifica è giunta soprattutto a seguito delle tante polemiche che si sono scatenate nei giorni scorsi per l’approvazione del cosiddetto emendamento Cazzola. L’opposizione, che ha votato contro, ha ribadito sino all’ultimo la sua contrarietà al provvedimento, inteso come una scelta in controtendenza rispetto alle indicazioni dell’Ue che tendono ad innalzare l’obbligo formativo.
Secondo Giuseppe Fioroni (Pd), ex ministro dell’Istruzione, invece la norma "toglierà un altro pezzo di futuro ai nostri figli. Stiamo parlando del biennio - ha detto Fioroni - che deve consentire ai giovani di essere posti in condizione, di avere saperi, competenze e apprendimenti che gli assi previsti dalla Comunità Europea consentono a tutti i ragazzi degli altri Paesi. L'unica cosa certa è che questo obbligo di istruzione costa e noi siamo il Paese che ha meno diplomati, meno laureati e meno giovani con qualifiche professionali. Oggi imbocchiamo – ha concluso - una china pericolosa perché non vogliamo dare le risorse all'istruzione".
La maggioranza, dal canto suo, ha ribadito che il provvedimento è stato voluto specificatamente per contrastare l’ancora troppo alto tasso (quasi il 20%) di studenti che lasciano la scuola benché ancora in età di obbligo formativo. E le esperienze di lavoro possono essere altamente formative al pari di quelle scolastiche.

 

Sì all'apprendistato a 15 anni al posto della scuola
Il Sole 24 ORE – 28 gennaio 2010
Con 233 voti a favore, 173 contrari e 16 astensioni l'Aula della Camera ha approvato il disegno di legge sul lavoro, collegato alla finanziaria. Il provvedimento torna ora al Senato per il varo definitivo. Sarà possibile assolvere all'ultimo anno di obbligo di istruzione (cioè dai 15 anni di età) attraverso l'apprendistato, previa «la necessaria intesa tra Regioni, ministero del Lavoro e ministero dell'Istruzione, sentite le parti sociali». La disposizione di fatto scrive un nuovo capitolo nello stop and go sull'obbligo scolastico in Italia, ripetutamente modificato dai governi. Fra le misure contenute nel provvedimento, lievitato dagli iniziali 9 articoli del settembre 2008 agli attuali 52, il pensionamento anticipato per i lavoratori impegnati in attività usuranti, le novità sul processo in materia di lavoro fino al pensionamento dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Si allungano i tempi per la riforma degli ammortizzatori sociali.
La norma che consente a un quindicenne di entrare in azienda con un contratto di apprendistato è stata ritoccata in Aula da governo e maggioranza: la disposizione si inquadra nella tipologia di apprendistato prevista dalle norme di attuazione della legge Biagi e che quindi sarà "necessaria" l'intesa «tra Regioni, ministero del Lavoro e ministero dell'Istruzione, sentite le parti sociali" prima di poter aprire la strada alla possibilità di assolvere all'ultimo anno di diritto-dovere di istruzione e formazione attraverso l'apprendistato, abbandonando i banchi di scuola o di un corso di formazione professionale.
Dagli anni '70, l'obbligo valeva fino al conseguimento della licenza di scuola media inferiore e, in ogni caso, fino ai 14 anni di età. Era reato lavorare per persone di età inferiore ai 14 anni. Nel 1997 è Luigi Berlinguer, ministro dell'Istruzione del primo governo Prodi, a innalzare l'obbligo scolastico da 8 a 10 anni, cioè fino al compimento del sedicesimo anno di età. Lancette indietro, nel 2003, poi, con Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione del governo Berlusconi, che abroga la riforma Berlinguer: cancellato l'innalzamento dell'obbligo scolastico. Il 2003 è anche l'anno della legge Biagi e del decreto legislativo di attuazione della legge dove (cancellato l'obbligo scolastico fino a 16 anni) si legge che «possono essere assunti, in tutti i settori di attività, con contratto di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, i giovani e gli adolescenti che abbiano compiuto quindici anni».
Nuovo scenario durante il secondo governo Prodi, con ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni che ripristina le decisioni di Berlinguer. Con la Finanziaria 2007 si stabilisce che l'istruzione impartita «per almeno dieci anni è obbligatoria», con la precisazione che «l'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a sedici anni». Nella legge si prevede comunque che i giovani possano, dopo il conseguimento del diploma di scuola secondaria inferiore, iscriversi a corsi di formazione professionale delle Regioni. La manovra estiva 2008 interviene nuovamente (governo Berlusconi, ministro Mariastella Gelmini) allargando il campo dei possibili percorsi di formazione con cui assolvere l'obbligo di istruzione a tutta la formazione professionale, dai periti industriali alla scuola per diventare parrucchiera. Con la norma approvata oggi, Governo e maggioranza rimettono mano al principio che a quindici anni è possibile prevedere che un giovane entri in azienda, con un contratto di lavoro, lasciando i 'banchi' di scuola o dei corsi di formazione professionale. (N.Co.)

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