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Scheda/Competenza: nella certificazione livelli, non solo voti

Certificazione delle competenze: un passo avanti, ma non basta

Tuttoscuola – 30 maggio 2011

È dal 2000 che il Regolamento sull’autonomia scolastica prevede che con decreto ministeriale siano adottati i nuovi modelli per la certificazione delle competenze, ma sono passati dieci anni e quel modello unico nazionale ancora non si vede.

Intanto le scuole hanno continuato a navigare a vista, sperimentando propri modelli e alcune (tante?) stanche di provare soluzioni autarchiche senza una precisa destinazione d’uso, hanno rinunciato ad un adempimento considerato, forse, un po’ fine a se stesso.

Lo stesso Regolamento sulla valutazione (dpr 122/2009), dopo aver ricordato, ancora una volta, che il ministro adotterà con proprio decreto il modello nazionale di certificazione (prima o poi!), ha di fatto rinviato implicitamente quella decretazione, affermando che la certificazione dovrà essere determinata “sulla base delle indicazioni espresse dall'Invalsi e delle principali rilevazioni internazionali”. Indicazioni che, a quanto sembra, non sono ancora state espressamente fornite dall’Istituto di Frascati.

La recente circolare n. 46/2011, pubblicata la settimana scorsa a ridosso ormai dell’esame di licenza media, ha compiuto un importante passo avanti, chiarendo meglio i contenuti possibili della certificazione e indicando gli eventuali livelli di competenza raggiunti, superando in buona parte l’ambiguità contenuta nella legge 169/2008 che, come si sa, prevede che la certificazione delle competenze sia accompagnata da valutazione in decimi. Proprio questo riferimento al voto in decimi, previsto dalla legge 169/2008 contestualmente alla reintroduzione del voto nel 1° ciclo, in questi due anni aveva creato notevole confusione tra apprendimenti e competenze.

I chiarimenti contenuti nella circolare n. 46 dovrebbero aiutare a superare quella ambiguità del doppio voto. Forse sarebbe opportuno chiarire quali margini di sperimentazione (se e come) hanno le scuole, visto il perdurare della mancanza di un modello ministeriale di certificazione unico.

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