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MIUR, INVALSI e INDIRE: ma c’è un futuro per la scuola italiana ?

Cosentino: un piano triennale per l'Invalsi

Tuttoscuola - 18 luglio 2011

In un’intervista pubblicata sull’ultimo numero di Tuttoscuola l’ex capo dipartimento per l’istruzione del Miur Giuseppe Cosentino, ora commissario all’Istituto nazionale di valutazione (Invalsi), delinea il suo programma di lavoro.

Cosentino è stato nominato alla guida dell’Istituto due mesi fa anche per dare continuità e sviluppo al lavoro fatto negli ultimi anni dal presidente Piero Cipollone, economista di provenienza Bankitalia, dimessosi nello scorso mese di marzo per assumere un prestigioso incarico presso la World Bank a Washington. Da Cipollone, tecnico esterno al mondo dell’istruzione, si passa quindi a un tecnico interno a questo mondo.

Il numero citato di Tuttoscuola presenta in un articolo di Orazio Niceforo (Il volto nascosto della scuola italiana) un approfondimento sul ruolo dell’Invalsi, sulla storia e sulle prospettive della valutazione di sistema in Italia. Rispondendo a una domanda della rivista sui fattori che incidono maggiormente sulla qualità del servizio scolastico Cosentino non ha esitazioni: “Per me la qualità della scuola è prioritariamente legata alla professionalità e alla motivazione degli insegnanti. Per questo è necessario stabilire una stretta relazione concettuale e operativa tra la formazione in servizio, la valutazione di sistema e lo stimolo al miglioramento continuo della professionalità dei docenti: tre funzioni alle quali devono dedicarsi in modo coordinato, rispettivamente, l’Indire, l’Invalsi e l’Ispettorato. Si potrebbe parlare di un tridente, o di un sistema a tre gambe, nel quale tutti gli elementi che lo costituiscono sono coessenziali”.

 

Indire e Invalsi: la troppa fretta provoca qualche 'dubbio'

Tuttoscuola - 18 luglio 2011

E’ una strategia che sta prendendo forma progressivamente. Prima con la legge n. 10/2011, di conversione del decreto legge 225/2010 (cosiddetto mille proroghe), che ha ‘resuscitato’ l’Indire, poi con il decreto legge n. 70/2011 che ha istituito la “Fondazione per il merito” con la finalità di “promuovere la cultura del merito e della qualità degli apprendimenti nel sistema scolastico e nel sistema universitario”, ora con il decreto legge n. 98/2011 sulla finanza pubblica che ha, tra l’altro, previsto “ai fini dell’attuazione, nei tempi stabiliti, del disposto dell’art. 2 … della legge 29 dicembre 2010, n. 225 … i commissari straordinari dell’Invalsi e dell’Ansas avvieranno urgentemente un programma straordinario di reclutamento da concludere entro il 31 agosto 2012…. entro il limite dell’80% delle proprie entrate correnti complessive. Dalla medesima data (1 settembre 2012) è soppresso l’Ansa s e ripristinato l’Indire … Per il triennio 2012/2014 le risorse finanziarie conseguenti agli interventi di razionalizzazione previsti dal presente articolo … (sono) finalizzate al finanziamento del sistema nazionale di valutazione”.

Ben venga la dotazione finanziaria e di personale, stabile e sicura per Indire ed Invalsi. Quale, però, il senso dell’operazione e le ricadute sull’amministrazione del sistema educativo?

Occorre capire se si sta legiferando per soddisfare un’esigenza reale di miglioramento della funzionalità degli organismi oppure se si tratta di creare le condizioni per un possibile prossimo intervento di riordino del sistema amministrativo, di cui ancora non sono palesi i contorni e gli obiettivi.

Quali saranno gli effetti sull’organizzazione centrale e periferica del Miur che registra difficoltà crescenti nel ‘governo’ del sistema educativo, dimostrando una limitata capacità di fare cose nuove in modo nuovo, di organizzare efficacemente l’offerta formativa, di innalzare la qualità del sistema e degli esiti formativi dei giovani, anche a causa di un progressivo e voluto vuoto di personale dirigente di ‘ruolo’, colmato da un continuo ricorso al conferimento di incarichi dirigenziali a personale ‘non di carriera’”?

 

Miur: la gestione del sistema ha bisogno di una scossa

Tuttoscuola - 18 luglio 2011

Per un’inversione di tendenza non basta attivare il servizio di valutazione nazionale del sistema educativo ed affidarne la gestione ad una Fondazione, né acquisire il monopolio della formazione in servizio del personale della scuola. Potrebbe essere velleitario, occorre invece un’azione amministrativa intensa e prolungata che solo un ministero può garantire e coordinare. Non basta scrivere le norme, bisogna applicarle, farle condividere nei contesti territoriali e scolastici, irrobustire i profili professionali dei docenti con massicci interventi di formazione in servizio del personale dirigente e docente.

Altro elemento sul quale riflettere è la possibile incidenza negativa sul sistema educativo che potrebbe avere una concentrazione di poteri e decisioni nella “Fondazione per il Merito” i cui atti deliberativi, non va sottovalutato, sono sottoposti all’approvazione del Miur solo con la formula del silenzio assenso.

Concorre a rendere non chiaro il disegno la circostanza che la fiducia posta dal Governo, in sede parlamentare sui predetti tre provvedimenti legislativi, ha sottratto una questione così delicata, quale è la costituzione della struttura nazionale di un sistema di valutazione, al confronto con le diverse espressioni politiche di maggioranza e di opposizione.

Ma andiamo in profondità. Desta dubbi e perplessità anche la mancanza di una stretta correlazione tra il riordino dell’Invalsi e dell’Indire e la non ancora intervenuta definizione delle competenze concorrenti di Stato e Regioni a causa della mancata ratifica da parte del Miur dell’Accordo quadro di attuazione del Titolo V per il settore istruzione. E’ una questione non colta o volutamente disattesa dai vertici amministrativi?

 

Gelmini vince, la scuola attende

Tuttoscuola - 18 luglio 2011

Negli ultimi mesi la posizione di Mariastella Gelmini si è rafforzata all’interno del partito, dove è stata solo sfiorata dalle turbolenze che hanno messo in difficoltà altri leader del Pdl, e soprattutto all’interno del governo, avendo il titolare del Miur realizzato buona parte del suo programma sia sul versante della scuola che su quello dell’università e della ricerca.

Con il varo dei decreti attuativi della riforma universitaria, che sarà completato a settembre, e il sostanziale successo dell’operazione ‘precari’, il bilancio del ministro Gelmini rispetto ai programmi iniziali del Governo appare nell’insieme positivo per concretezza e capacità realizzative, se si tien conto dei limiti posti dalla crisi finanziaria mondiale di fine 2008.

L’ulteriore contributo finanziario e il nuovo sacrificio di risorse umane che hanno ancora una volta pesantemente colpito la scuola – dalle norme sul dimensionamento al taglio dei posti di dirigente scolastico e di ‘vicepreside’ con esonero – hanno tuttavia accresciuto la sensazione che mentre sul versante della razionalizzazione e dei risparmi, la pars destruens del programma Gelmini, gli obiettivi sono stati tutti centrati con grande determinazione, sulla pars construens essi siano rimasti vaghi o incompleti: dalla valorizzazione della professionalità docente a serie e strategiche misure di rilancio della qualità della scuola, dei suoi risultati e del suo prestigio sociale.

La scuola, insomma, ha pagato e ora è in credito. Crediamo che ne sia consapevole anche il ministro. Se il governo e la legislatura andranno avanti non mancheranno a Mariastella Gelmini le occasioni per cominciare a ripagare la scuola dei tanti sacrifici ai quali è stata sottoposta negli ultimi tre anni.

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