ScuolaEuropa/Eurydice sull’autonomia scolastica


Eurydice: livelli di responsabilità e autonomia delle scuole in Europa

L'Unità Italiana di Eurydice - Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica ha messo a disposizione di tutti sul proprio sito Web il proprio Bollettino di Informazione Internazionale intitolato Livelli di responsabilità e autonomia delle scuole in Europa.
Il documento - spiegano gli specialisti di Eurydice - presenta innanzitutto un quadro politico e storico delle riforme a livello europeo sull'autonomia scolastica, per poi soffermarsi ad analizzare i livelli di responsabilità delle scuole nella gestione dei finanziamenti pubblici e privati e delle risorse umane. Prosegue spostando l'attenzione sull'autonomia didattica degli insegnanti per quanto concerne i contenuti curricolari, i metodi di insegnamento e la valutazione degli alunni. Questa sintetica disamina si chiude con una descrizione dei principali modelli europei di accountability delle scuole e di valutazione degli insegnanti.
Il testo integrale dello studio è reperibile a partire da questo indirizzo ed è piuttosto ostico e riservato agli addetti ai lavori, ma merita un approfondimento, perché i temi affrontati sono quelli che dominano l'attuale dibattito sulle politiche scolastiche e che in qualche modo fanno riferimento al disegno di legge Aprea: l'autonomia delle scuole, il ruolo dei fondi pubblici e privati nella gestione della scuola, il ruolo dei dirigenti nella gestione delle risorse umane, l'autonomia didattica degli insegnanti e delle scuole, la valutazione degli alunni e dell'operato delle scuole.
Al di là di qualunque valutazione politica, capire come operano gli altri Paesi europei, può aiutare a capire come dovremmo operare noi.

 

Ecco quello che Eurydice rivela su responsabilità e autonomia nelle scuole italiane

Nello studio dell'Unità Italiana di Eurydice Livelli di responsabilità e autonomia delle scuole in Europa (questo il link diretto allo studio) emergono dunque confronti con Paesi europei che possono farci capire meglio la scuola che viviamo e quella che potremmo vivere.
Per quello che riguarda l'utilizzo dei fondi pubblici, lo studio ci inserisce nel gruppo di paesi per cui il grado di autonomia cambia a seconda della categoria di spesa. Le scuole italiane, ancorché vincolate dai livelli di trasferimento dei fondi da parte del Ministero e dai provvedimenti in tema di centralizzazione degli acquisti, sarebbero autonome per le spese di funzionamento, e per l'acquisto di attrezzature informatiche, mentre non sono autonome per le spese e/o acquisizioni di beni immobili (pag. 7). Nell'utilizzo dei fondi privati (da donazioni, sponsorizzazioni, affitto di locali scolastici, prestiti), le scuole italiane sarebbero completamente autonome per ogni uso (pag. 8). A nostro avviso, è giusto usare il condizionale per queste fattispecie, dato che l'apporto di risorse private è ancora poco diffuso nel sistema scolastico italiano.
Un capitolo interessante è dato dalla comparazione con gli altri Paesi circa l'autonomia delle scuole nella gestione delle risorse umane. In Italia le scuole non svolgono selezioni per i posti vacanti o per le sostituzioni di insegnanti assenti, non licenziano docenti, non definiscono compiti e responsabilità, e possono comminare tuttalpiù sanzioni disciplinari. Lo studio accomuna, con profili leggermente differenti, la nostra situazione a quella di Irlanda, Grecia, Francia, Cipro, Malta, Belgio,Germania, Lussemburgo e Portogallo, e ci distingue dunque dal resto dei paesi europei (pagg. 9-11).
Più avanti nello studio (pag. 15), il Bollettino commenta che "in circa la metà dei paesi europei, la selezione degli insegnanti non rientra nella responsabilità degli istituti scolastici. Tuttavia, quando la selezione spetta a questi ultimi, il capo di istituto partecipa sempre alla decisione".
Per quello che riguarda la definizione del curriculo minimo obbligatorio, la scuola italiana, al pari di quelle della maggioranza dei Paesi, non ha nessuna autonomia, mentre è completamente autonoma (qui la situazione europea è più variegata) per quanto riguarda la definizione delle materie opzionali e la scelta dei libri di testo (pagg. 16-21).
Anche per quello che riguarda la valutazione degli alunni, l'autonomia scolastica in Italia è totale.

Infine per quello che riguarda la cosiddetta accountability (definita non solo come "l'assunzione di responsabilità, ma più specificamente un sistema di regole e criteri trasparente, secondo il quale un soggetto accetta anticipatamente di «render conto» ad altri di proprie azioni o risultati specificati"), l'Italia si distingue da praticamente tutto il resto di Europa per l'assenza di valutazione. Assenza di valutazione esterna dei i singoli istituti scolastici (pag. 28), e assenza di valutazione individuale o collettiva degli insegnanti, effettuata in qualsiasi maniera (pag. 29). Insomma, c'è di che riflettere.  (fonte: Tuttoscuola)

 

 

 
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