Riforma superiori: il crollo dei laboratori


 05 giugno 2009 - Coordinamento ITP
Il coordinamento Nazionale dei Docenti di Laboratorio, dopo aver preso visione dei quadri orari presentati ai sindacati il 22 maggio, non può che esprimere la sua forte preoccupazione. Infatti dall’analisi emerge in modo evidente che la frase: “Più ore di laboratorio”, usata nel comunicato stampa del Ministro Gelmini a seguito dell’approvazione del Consiglio dei Ministri dei Regolamenti degli istituti tecnici e professionali, non corrisponde alla realtà.
Alcuni esempi sulla diminuzione delle ore di laboratorio con la riforma:

Nel settore economico non è prevista, nei quadri orari presentati, NESSUNA attività di laboratorio.

Viene soppresso il corso Mercurio, un corso che offre una preparazione in ambito economico-informatico altamente richiesta dalle imprese e fortemente scelta dall'utenza, l'unico in cui vengono insegnate attualmente le materie di Informatica Gestionale e Laboratorio di Informatica Gestionale che hanno una specificità diversa rispetto all'area afferente l'ambito informatico industriale (-594 ore di laboratorio).

Nel settore tecnologico viene soppresso il Liceo Scientifico Tecnologico che da 15 anni continua a riscuotere sempre maggior successo nelle scelte degli studenti e delle loro famiglie (- 1452 ore di laboratorio).

Inoltre per quanto riguarda le ore di laboratorio negli Istituti Tecnici Industriali, si rileva quanto segue:

Negli ITI attuali Previsti dalla riforma Differenza

Biennio ITI 561 264 *- 297*

Triennio Chimica 1188 891 *- 297*

Triennio Elettronica 1056 891 *- 165*

Triennio Meccanica 1056 891 *- 165*

Risulta incomprensibile e inaccettabile che i Laboratori di Chimica e di Fisica, nel biennio (ITI) della scuola riformata, vengano ridotti del 50% con un indubbia penalizzazione della didattica (*- 264 *ore di laboratorio).

Vogliamo ribadire ancora una volta le seguenti riflessioni:

Come evidenziato dall'indagine svolta dal Gruppo di Lavoro Interministeriale per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica ci sono istituzioni scolastiche in cui i laboratori sono complessivamente poco utilizzati e con scarso coinvolgimento degli studenti. Le istituzioni scolastiche in cui si manifestano queste carenze si possono identificare, in particolare, dove gli ordinamenti attuali non prevedono la presenza del docente di laboratorio specifico per le attività pratiche (ITP). Invece negli Istituti Tecnici e Professionali, dove gli ordinamenti prevedono tale figura, le attività di laboratorio vengono svolte con INDUBBIO beneficio didattico per la completa acquisizione delle conoscenze e delle competenze nelle materie scientifiche e tecniche.

Non è assolutamente pensabile che si possano insegnare materie scientifiche e tecniche senza un'ampia e qualificata attività didattica in laboratorio svolta da docenti specifici di laboratorio (ITP).

L'istituto tecnico (sia commerciale che industriale), si differenzia dal liceo proprio per le attività di laboratorio, ma se vengono dimezzate o addirittura annullate, diventa un liceo. Se è così, allora, si abbia il coraggio di chiamarlo con il suo vero nome.

Per questi motivi e per non sprecare un'inestimabile risorsa culturale ed umana, risulta indispensabile salvaguardare la figura professionale del docente di laboratorio e la sua dignità di docente all'interno del sistema scolastico, pertanto si spera che le compresenze vengano ricondotte ad una quantità compatibile con le caratteristiche di un Istituto tecnico.

Ci appelliamo a tutte le forze Politiche alle Commissioni Cultura di Camera e Senato alla conferenza unificata Stato Regioni, al CNPI, al Consiglio di Stato e a tutte le organizzazioni Sindacali e di categoria affinché vengono messe in opera tutte le iniziative per salvaguardare questo patrimonio culturale che ha garantito indiscutibilmente il progresso industriale della nostra nazione e che soddisfa pienamente le richieste del mondo del lavoro. Come ha ricordato lo stesso ministro Gelmini: “Recenti indagini dimostrano che esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell'offerta ( *300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti*)”.

Liborio Butera

 

 
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