A proposito dei presidi di Vicenza: comunicato DiSAL


 

 

Dirigenti Scuole Autonome e Libere

 Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie  - Ente qualificato dal MIUR alla formazione

 

Milano, 24 luglio 2009

Comunicato

 

A proposito dei presidi a Vicenza: non i confini ma la verifica diretta delle competenze

 

Sono tempi nei quali, quando si tratta di posti di lavoro, si perde qualche volta un po’ di realismo. Chi ha spinto il Consiglio Provinciale di Vicenza a chiedere al Ministero di tener conto della territorialità nelle prossime nomine in ruolo dei presidi, probabilmente è incappato in questo strano gioco.  La legittima critica ai concorsi a dirigenti scolastici in regioni del sud, ha dato curiosamente luogo ad una richiesta poco realista.

La provenienza meridionale del personale della scuola non riguarda solo i dirigenti. La scuola di stato senza quella provenienza non avrebbe mai potuto funzionare, perché abbiamo alle spalle decenni di sistemi tra i più disparati che hanno fatto dell’accesso all’impiego nella scuola una valvola di sfogo della ricerca di occupazione. Oggi invece per tutti servono scelte a carattere professionale.

“Noi di DiSAL – ha ricordato il presidente Roberto Pellegatta - crediamo che la scelta dei nuovi dirigenti scolastici debba essere fatta non in base alla residenza, nord o sud che sia, ma in base alle capacità, competenze e quindi alla preparazione verificata. Il vero problema, come al solito, è chi verifica questa preparazione e con quali modalità: come accertare il merito”. 

I concorsi statali, per la gran parte dei casi, non verificano il merito e tanto meno le competenze, specie relazionali, necessarie per una direzione educativa ed organizzativa della scuola. 

Il sistema delle graduatorie, strenuamente voluto dalla burocrazia statale e dai sindacati, ed il metodo concorsuale nazionale o, peggio ancora, quello regionale (come è stato l’ultimo per dirigenti scolastici) è fatto di troppe variabili astratte e casuali per riuscire a verificare le competenze necessarie.   La triste vicenda dell’ultimo concorso in Sicilia, con tutto il contorno di contenzioso e scandali, non ne è che l’ultima penosa conferma.

“Il problema di una buona direzione di scuola – ha concluso il presidente Pellegatta – non si risolve facendo priorità di confini: come in tutti i settori. Occorrono metodi e strumenti non più ottocenteschi, di vera verifica delle capacità. Questa verifica può essere fatta solo direttamente da parte di chi assume”.  La Provincia di Trento ha mostrato che si può iniziare a cambiare metodi in questo senso.

Quindi, con urgenza, prima dei prossimi reclutamenti, occorre una seria e moderna riforma della figura alla quale affidare la direzione degli istituti scolastici, figura sempre più importante per la qualità di una scuola, figura che va definita per legge e affidata, per il reclutamento, a concorsi di istituto (come avviene per enti locali e sanità) o, al massimo, per reti locali di scuole, dove chi assume possa verificare direttamente le competenze richieste.

La discussione del Progetto di Legge Aprea in atto alla Camera può essere una buona occasione.

Per queste modifiche si sta battendo DiSAL, che chiede a tutto il mondo sindacale e politico realismo e coraggio del cambiamento.

 

L’Ufficio stampa di DiSAL

 

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da Repubblica -  21 luglio 2009
"No a presidi del Sud nelle nostre scuole"
SALVO INTRAVAIA
ROMA - No a dirigenti scolastici del Sud in provincia di Vicenza. La mozione votata martedì dal consiglio provinciale della città veneta farà discutere. Anche perché approvata da maggioranza e opposizione: 26 consiglieri su 27. A proporla l´assessore alla Scuola, Morena Martini del Pdl. Razzismo? «Macché. Non si vuole puntare il dito contro le professionalità provenienti da altre regioni - dichiara - ma ripristinare una situazione di diritto che alcune regioni, diciamo non virtuose, hanno disatteso».
Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro. Nel 2004, dopo quasi un decennio, venne bandito il concorso per dirigente scolastico, gestito a livello locale. Il bando assegnava ad ogni regione un certo numero di posti disponibili e alla fine della complessa procedura gli idonei potevano superare il numero dei posti messi a concorso al massimo del 10 per cento. Ma in alcune regioni le cose andarono diversamente. «In Campania, per esempio, gli idonei furono parecchi di più di quello che prevedeva il bando», continua la Martini. Stesso discorso in Sicilia e in altre regioni meridionali, dove si scatenò una guerra di carte bollate. E quando il governo Prodi consentì agli idonei la cosiddetta mobilità interregionale, in 6 regioni settentrionali (Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna) su 118 poltrone disponibili vennero nominati ben 108 neodirigenti provenienti dal Sud.
Rischiano ora di andare ad altrettanti presidi meridionali anche i 647 posti autorizzati qualche giorno fa dal ministero dell´Economia per il 2009/2010. Perché le uniche regioni italiane in cui sono ancora presenti idonei nelle graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico - per un totale di circa 660 candidati - sono Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Nelle restanti regioni le liste sono esaurite da tempo. E a settembre quasi tutti i posti lasciati liberi da coloro che sono andati in pensione andranno a dirigenti scolastici del Sud. Negli ultimi anni, coloro che dal profondo Sud hanno fatto le valigie e oggi insegnano al Nord sono tantissimi. In Veneto 17 insegnanti su 100 provengono dalle regioni meridionali, in Lombardia si tocca quota 31 per cento.
«Nel Veneto - spiega l´assessore Martini - ci sono circa 70 posti liberi da coprire, ma nessuna graduatoria regionale da cui attingere. Ci sono invece tanti dirigenti in lista di altre regioni d´Italia, non perché altrove siano più disponibili e bravi che da noi, ma perché noi siamo stati ligi alla normativa mentre altri - continua - hanno creato liste di disponibilità pari, talvolta, anche al doppio dei posti da occupare». E la probabilità che le 70 poltrone libere del Veneto vengano occupate da meridionali è altissima. Eventualità che non va proprio giù ai vicentini. «Il Consiglio provinciale ha voluto denunciare il mancato rispetto della norma da parte di alcune regioni ed evidenziare la conseguente situazione di svantaggio in cui si trova la regione Veneto rispetto ad altre realtà nazionali. Tanti insegnanti in servizio nel Veneto aspirano da anni a diventare dirigenti attraverso un concorso».

 

 

Tuttoscuola -  Vicenza e i dirigenti scolastici del sud, i chiarimenti delle istituzioni

La direttrice generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto Carmela Palumbo ha commentato la mozione presentata dal Pdl e votata praticamente all'unanimità dal Consiglio provinciale di Vicenza, che chiede "pari opportunità" nell'accesso alle dirigenze scolastiche tra presidi del Nord e del Sud: "E' un atto di natura politica, una presa di posizione: non credo ci siano pretese di altro tipo".
La mozione è così spiegata dall'assessore alla scuola della provincia di Vicenza Morena Martini (Pdl), che l'ha proposta: "Mentre le regioni del Nord hanno rispettato il tetto massimo consentito dal ministero per il numero di idonei alle cariche di dirigente scolastico, altre, soprattutto al Sud, hanno un numero di abilitati maggiore rispetto al consentito e, avendo saturato le dirigenze nei loro territori, naturalmente verranno al Nord".
"La nostra mozione - continua l'assessore - non ha il dito puntato contro il Sud, ma chiede al governo che nei prossimi concorsi ci sia un organo di vigilanza più attento: per il resto, attendiamo a braccia aperte i colleghi che hanno legittimamente partecipato al concorso".
L'ultimo bando per dirigenti scolastici - riassume la vicenda la direttrice dell'Ufficio Scolastico Regionale - "prevedeva una prima prova che dava accesso a un corso di formazione cui dovevano essere ammessi un numero di candidati pari al numero di posti messi a concorso aumentato del 10%, e un' ulteriore prova dalla quale doveva risultare vincitore solo il numero di candidati pari al numero di posti decurtato del 10%". Dopo numerosi ricorsi, una sanatoria ha invece ammesso al corso di formazione tutti gli idonei superando il tetto del 10%, un'ulteriore sanatoria ha eliminato l'esame finale.
Per l'Ufficio Scolastico del Veneto, "i 69 posti vacanti di dirigente scolastico, su 725 istituzioni scolastiche della regione, saranno ricoperti dalle nomine in ruolo, per le quali" si sta aspettando "il via libera ministeriale, e in alternativa da reggenze: chiederemo a presidi già di ruolo di assumere la reggenza anche di un'altra istituzione scolastica".

 
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