Docenti di religione presenti allo scrutinio di settembre


Tuttoscuola  - La sentenza del Tar già applicata a fine agosto a 220 mila studenti?

A fine agosto, poco più di mezzo milione di studenti delle superiori che a giugno hanno avuto lo scrutinio sospeso per qualche insufficienza, si presenteranno all'accertamento delle carenze scolastiche da recuperare per ottenere l'ammissione alla classe successiva.   Per circa 220 mila di loro, frequentanti le terze e quarte classi, e probabili promossi, sarà anche deciso il credito scolastico da valere per gli anni prossimi ai fini della valutazione all'esame di Stato. Nell'occasione di definizione del credito da assegnare, i docenti di religione faranno parte del consiglio di classe o no?

A sollevare il problema e a dare una prima risposta (affermativa), in un'intervista alla Radio Vaticana, è stato don Filippo Morlacchi, direttore dell'Ufficio per la pastorale scolastica del Vicariato di Roma.

"Probabilmente - osserva il sacerdote - lì ci sarà già un primo campo di battaglia: deve intervenire, non deve intervenire l'insegnante di religione... Io penso che l'insegnante di religione si debba comportare secondo logica e dire: se lo scrutinio di questi alunni si svolge con modalità diverse rispetto allo scrutinio degli alunni che sono stati scrutinati a giugno, si introdurrebbe una nuova disparità, una nuova ingiustizia".  Per questi scrutini di settembre - conclude don Morlacchi - "tutto dovrebbe continuare a svolgersi come è stato nella sessione estiva".

A dirimere l'imminente contenzioso potrebbe essere il Consiglio di Stato, nel caso annullasse la sentenza del Tar sulla base del ricorso del ministro Gelmini e a condizione (improbabile) che si pronunci con urgenza nonostante le ferie estive.

 

Tuttoscuola - Ecco perché la sentenza del Tar non esclude i docenti di RC dagli scrutini

In questa settimana di disputa religiosa e ideologica, spesso gli organi di informazione hanno parlato di esclusione dei docenti di religione dagli scrutini che sarebbe stata disposta dalla sentenza del Tar Lazio.

Niente di più inesatto. E vediamo perché.  Innanzitutto la sentenza n. 7076 del Tar parla di partecipazione non a pieno titolo, cioè una formulazione che fa capire che la partecipazione dei docenti di RC c'è anche se non attiva su tutte le questioni che sono oggetto di valutazione da parte del consiglio di classe.  Il docente di religione, in tutti gli ordini di scuola, fa parte del consiglio di classe d'ufficio, in base ad apposita disposizione legislativa (Testo Unico, art. 309, comma 3). Nessuna legge o sentenza ha mai messo in discussione quella norma.  La sentenza del Tar ha soltanto disposto che, con riferimento esclusivo agli ultimi tre anni di scuola secondaria superiore, non possa apportare proprie valutazioni integrative nella definizione dei crediti scolastici.

Il docente di RC, però, partecipa a pieno titolo da quest'anno scolastico 2008-2009 alla definizione del voto di comportamento espresso in decimi.

E quel voto di comportamento concorre alla determinazione del credito scolastico negli ultimi tre anni delle superiori.  In qualche modo, dunque, il docente di religione cattolica concorre anche alla determinazione del credito scolastico....   

 

 
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