Finanziaria e IRAP: perché si tratta di una tassa odiosa


Prosegue il cammino della legge Finanziaria 2010, per ora al Senato. Fra le tante discussioni che coinvolgono non sole le aziende ma anche le scuole, c’è il dibattito sull’IRAP.

Perché l’IRAP è una tassa odiosa ?

Lo sono in verità tutte, ma questa più di altre, perché colpisce chi dà lavoro, chi crea posti di lavoro. E’ basata sui dipendenti, è quindi un’imposta indiretta, diventa insomma un costo di produzione, anche se sostituì qualche altra tassa. La pensò Visco negli anni ’80, l’introdusse Prodi nel 1997.

Siccome le scuole paritarie sono per legge equiparate ad aziende private che producono profitti, questa pesa anche sui loro bilanci. Salvo in questi anni abbiano trasformato il loro stato giuridico in ONLUS. In questo caso qualche (rara) Regione ha permesso loro di “tirare il fiato”.

In quasi tutte le Regioni invece le scuole paritarie senza fini di lucro devono a questa tassa un bel po’ di dolori e di mancati pareggi di bilancio, visto che il 70% della loro spesa è per il personale. Ora, se Silvio – litigando con Tremonti – stia bluffando o no sull’abbattimento dell’Irap, facendosi campagna elettorale, lo si vedrà.

E’ bene comunque rammentare che una Regione, la Lombardia, forzando volutamente le proprie competenze costituzionali (l’Irap è tassa regionale ma decisa e gestita dallo Stato), ha esentato da questa tassa le Onlus, tra cui appunto le scuole paritarie, e per alcune annate anche le imprese giovanili. Qualcuno ha già fatto cose importanti, da tempo, con molto coraggio. E’ bene continuare a non dimenticarselo in quest’Italietta.

Già dalla Finanziaria 2007 DiSAL chiese ai Parlamentari dei vari schieramenti che le scuole (dove si contano su poche mani i soggetti che fanno profitti) e in particolare le scuole paritarie tutte senza fini di lucro, fossero esentate da una tassazione sul lavoro. Chissà se il coraggio questa volta dilaghi anche nelle aule parlamentari …

(DiSAL)

 
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