Giacomo Zagardo, La punta di diamante. Scenari di scolarizzazione e formazione in Europa, Ediguida, ISFOL, Roma 2010.
ADI - 11 gennaio 2011 - recensione di Norberto Bottani
Il libro di Giacomo Zagardo, pubblicato dall’ISFOL per la collana Temi&Ricerche, prende in esame la riforma dei sistemi d’istruzione e formazione e i processi di innovazione in campo educativo, prendendo come punto di riferimento tre sistemi scolastici europei: Finlandia, Francia e Gran Bretagna. Questi tre sistemi sono tra loro assai diversi e conseguono anche risultati differenti, ma tutti sono in permanente trasformazione. Le novità sono incessanti, le riforme si succedono senza interruzione, le proposte di cambiamento si accumulano. Il volume qui recensito prende questi sistemi come termine di paragone per analizzare il sistema scolastico italiano.
[…]
Punti forti dello studio meritevoli di considerazione
Non ci sono scappatoie: tutti gli indicatori prodotti dalle indagini sui sistemi scolastici convergono su alcuni parametri che si ritrovano nelle analisi dei fattori di miglioramento dei risultati. Non si può proprio dire che Regno Unito e Francia abbiano sistemi scolastici eccellenti, ma nemmeno il sistema scolastico finlandese nel suo insieme è perfetto. Per esempio:
· ci sono problemi nel settore della formazione superiore nonostante i cambiamenti radicali di questi ultimi decenni che hanno generato una crescita fantastica nella percentuale di studenti che accedono all’università, ma la disoccupazione dei laureati in Finlandia è preoccupante, anche se, ovviamente, questa questione non è imputabile unicamente al sistema scolastico.
· Resta debole il comparto della formazione professionale.
· Il 5,9% degli studenti non proseguono gli studi dopo l’obbligo a 16 anni e non conseguono nessun diploma di formazione secondaria.
E’ comprovata l’impossibilità per il momento di stabilire una classifica dei sistemi scolastici per ordine di qualità. Ogni sistema ha i suoi punti forti e i suoi punti deboli, aspetti buoni e meno buoni, più o meno esplicitati, più o meno noti. Anche in un sistema malandato come quello italiano o quello americano ci sono sfaccettature brillanti. Per esempio, negli Stati Uniti, l’insegnamento superiore è eccellente e in Italia la creatività e l’innovazione nelle crepe del sistema è strepitosa.
In Finlandia non c’è dubbio, l’inizio della scolarizzazione è paradisiaco. Si sottolineano:
· la mancanza di competizione
· la capacità della scuola di articolarsi con le numerose iniziative associative locali di carattere formativo (sportive, manuali, artistiche, culturali di ogni genere, ecc.) esistenti al di fuori della scuola. Zagardo parla a questo proposito di “area di confine”, che è un’espressione più che mai appropriata
· la positiva influenza dell’alto livello di cultura generale della popolazione
· l’accogliente atmosfera delle scuole
· la grande professionalità degli insegnanti
Dal punto di vista politico va sottolineato un aspetto sovente trascurato: ossia la distribuzione percentuale della spesa per l’istruzione.
In Finlandia, la spesa per il personale rappresentava nel 2008 solo del 60% della spesa globale per l’istruzione (fonte “Statistics Finland”) mentre in Italia era di gran lunga superiore al 90%. In Italia nulla è cambiato a questo riguardo dal 1990. Vent’anni passati senza che si sia modificata la proporzione fra spesa corrente e investimenti, mentre la tendenza a una riduzione radicale delle spese per il personale scolastico era già evidente a quel tempo.
In Finlandia la valutazione non ha un gran peso. Fino ad alcuni decenni fa era quasi del tutto inesistente. Nel sistema scolastico finlandese si scommette sulla professionalità degli insegnanti, ma occorre qui non scordare che
Il paradigma finlandese non si ritrova né in Francia né nel Regno Unito e forse questo fattore concorre a spiegare i risultati meno brillanti di questi due sistemi scolastici. Inoltre, Francia e Regno Unito hanno una popolazione sei volte superiore a quella della Finlandia.
Zagardo tenta di mettere in evidenza la presenza di parametri analoghi a quelli finlandesi nell’evoluzione recente dei sistemi scolastici britannico e francese. Se è vero che in questi due paesi europei è più difficile cambiare il sistema scolastico e le trasformazioni sono più lente, è anche vero che l’orientamento non è dissimile da quello finlandese:
· ridurre la competizione
· migliorare la qualità e la professionalità degli insegnanti
· promuovere modelli di scolarizzazione alternativi
· accentuare la responabilizzazione delle scuole ( che è un corollario della professionalità degli insegnanti)
· scommettere su dirigenti scolastici di stampo nuovo
· accantonare la pretesa di trasformare la società con la scuola
· rendere il sistema più equo
· trasformare le scuole in luoghi dove sia piacevole andare e starci, fare sì che le scuole siano accoglienti, pulite, non rumorose.
Sia in Francia che nel Regno Unito c’è ancora molta strada da compiere, ma il sistema scolastico britannico è più pragmatico di quello francese, ha una marcia in più. Quello francese è troppo rigido, è anchilosato
Tra le maggiori differenze esistenti tra Regno Unito, Francia e Finlandia si possono citare:
· l’ossessione per le valutazioni che in Francia e nel Regno Unito si spiega forse con la preoccupazione di governare un sistema che ha una popolazione scolastica molto più numerosa di quella finlandese,
· lo spirito di competizione (pressoché assente in Finlandia) che è invece esacerbato sia in Francia che nel Regno Unito. […]