Comunicato
Milano, 10 febbraio 2001
L’unità nazionale: valore per tutti o per nessuno
Ancora una volta la scuola viene coinvolta in modo strumentale su questioni che dovrebbero invece uscire dalla retorica di parte per diventare valore e bene comune.
Lo scontro sulla proposta di festa nazionale per il 17 marzo non mette seriamente al centro la storia ed i beni che costituiscono l’identità del nostro popolo.
La festa nella vita del popolo è un atto di memoria, non di evasione. La liberazione dall’invasore, il sacrificio del lavoro, la conquista della democrazia repubblicana sono beni della vita sociale, come quelli che appartengono alla storia e tradizione religiosa.
L’unità nazionale iniziata dal 1861 costituisce storicamente, per tante ragioni, un bene comune, anche se, uscendo dalle opposte retoriche, la sua comprensione culturale e popolare è ancora lontana dall’essere conquistata nella coscienza comune.
Solo il Parlamento, che dovrebbe essere l’espressione del popolo, può stabilire se un bene comune è tale da dover essere ricordato da tutto il popolo nella forma della festa. Purtroppo lo spettacolo della politica “inceppata nei suoi meccanismi decisionali”, divisa sulla stessa comprensione del valore dell’unità nazionale, incapace di mettersi d’accordo, non aiuta certo i giovani a comprenderla meglio.
Ma se lo si decide, questo bene o è per tutti o è per nessuno.
DiSAL quindi sostiene che se il mondo del lavoro non intende fermarsi, non possono fermarsi scuola e università. “Salvo – ha dichiarato il presidente di DiSAL Roberto Pellegatta - considerare scuola e università come parte indifferente nell’”economia” generale della vita della nazione”. Se l’economia non si può fermare a fare memoria di questo bene, perché si deve fermare la scuola ?
“Come se – ha ribadito Roberto Pellegatta - giovani, docenti, preside, amministrativi non debbano essere considerati membra vive ed importanti per la nazione”.
Se i figli stanno a casa, mentre i genitori lavorano, cosa comprenderanno i primi: che il valore nazionale ricordato in fondo non conta molto.
Decida presto la politica, ma decida per il bene di tutti.
Ufficio stampa DiSAL
Comunicato Stampa DISAL 10 febbraio 2011 |
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