Assunzione precari: per Ichino va riformato il reclutamento


Tutti di ruolo, nessuno inamovibile. Una proposta sul nodo dei precari

Corriere della Sera - 31 marzo 2011

di Pietro Ichino

Caro Direttore, 

la direttiva europea numero 70 del 1999 vieta agli Stati membri di consentire che il contratto a termine sia utilizzato come strumento ordinario di assunzione dei lavoratori; e impone comunque la parità di trattamento fra assunti a termine e assunti a tempo indeterminato. In applicazione di questa direttiva, il Tribunale di Genova ha condannato lo Stato italiano, che pratica come normale l`assunzione a termine dei nuovi insegnanti nella scuola e attribuisce loro un trattamento nettamente inferiore rispetto a quelli di ruolo. Il rischio per le esauste casse dello Stato è elevatissimo, perché i lavoratori di serie B o di serie C nella scuola sono oltre 150 mila. Come se ne esce? 

Per ottemperare alla direttiva europea occorrerebbe stabilizzare tutti quanti. Questo, però, alle condizioni attuali è impossibile: non solo perché costerebbe troppo, ma anche perché il rapporto di impiego «di ruolo» è troppo rigido per potersi applicare a tutti. Quei 150 mila precari oggi portano - da soli - tutto il peso della flessibilità di cui il sistema scolastico ha bisogno. Governo e sindacati stanno studiando la possibilità di stabilizzarne soltanto una parte; ma anche questo non risolverebbe nulla, perché la discriminazione vietata dal diritto europeo resterebbe in vita nei confronti dei moltissimi che rimarrebbero fuori. C`è un modo solo per uscirne: ridefinire la disciplina dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato per tutte le nuove assunzioni che avverranno d`ora in poi, in modo che essa possa applicarsi davvero a tutti, senza portare con sé costi eccessivi e in modo che la flessibilità necessaria sia ripartita in modo uguale su tutti: solo questo può evitare una grandine di ricorsi giudiziali destinati a moltiplicare per centomila gli effetti della sentenza di Genova. 

In altre parole: il vincolo posto dal diritto europeo ci obbliga - se vogliamo evitare la bancarotta dello Stato - a una riforma profonda del rapporto di impiego nella scuola, che superi l`attuale apartheid fra insegnanti di ruolo e insegnanti di serie B o C. D`ora in poi, tutti a tempo indeterminato, ma nessuno inamovibile. E non è difficile prevedere che lo stesso discorso finirà per estendersi anche alle altre amministrazioni pubbliche, dove l`apartheid è ormai pratica largamente consolidata: si calcola che i «precari permanenti» nel comparto pubblico siano oltre 500 mila. 

La direttiva europea, del resto, è vincolante anche per il comparto privato. Lo stesso identico problema è dunque destinato a riproporsi anche nel settore editoriale, in quello delle case di cura, e in molti altri settori del nostro tessuto produttivo, dove è difficilissimo essere assunti con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e dove l`apartheid tra protetti e non protetti è la norma ormai da un quarto di secolo. Se la questione è dappertutto la stessa, anche la soluzione deve essere la stessa: un nuovo diritto del lavoro capace di applicarsi davvero a tutti i rapporti destinati a costituirsi da qui in avanti. Se, poi, con l`occasione, saremo capaci anche di semplificarlo, sarà tanto di guadagnato per tutti. 

 

Proposta Ichino, Cisl Scuola e Flc Cgil dicono no
Tuttoscuola - 31 marzo 2011

Prime reazioni all'articolo di Pietro Ichino che dalle colonne del Corriere della Sera propone (cfr. Precari: la ricetta di Pietro Ichino) di stabilizzare sì i precari, ma ridefinendo la disciplina dei contratti a tempo indeterminato per i neoassunti.
Intervistato da Labitalia, il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, obietta: "Va chiarito cosa intende il professore Ichino quando dice 'tutti a tempo indeterminato, ma nessuno inamovibile'. Se lo intendiamo come la possibilità che, per via della chiusura di più classi di una scuola, un docente venga trasferito in un'altra struttura, allora questo già avviene da tempo. Con i tagli che ci sono stati nella manovra finanziaria del 2008, abbiamo avuto tantissimi trasferimenti d'ufficio".
Ancora più critico nei riguardi della proposta il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, che spiega: "L'idea del professor Ichino è sempre la stessa e cioè che si deve 'abbassare' la quota dei diritti per potere lavorare. E questa è un'idea che io assolutamente non condivido. Noi siamo invece convinti che, con un'azione programmata, è possibile arrivare a stabilizzare tutti i precari della scuola".
"Noi - continua Pantaleo - dobbiamo dimostrare che è possibile stabilizzare i precari della scuola, a partire da quei 120 mila che già oggi vi lavorano, percependo lo stipendio fino a giugno. Stabilizzare questi lavoratori - insiste Pantaleo - non costerebbe nulla allo Stato, che già li sta pagando".

 
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