Scuola e lavoro: ISFOL, diploma più efficace per l’occupazione


La laurea paga. Occupazione e salari migliori

Buone opportunità anche per i diplomi tecnici e professionali

ISFOL - 6 Giugno 2011

Anche se in misura ridotta rispetto al passato, investire nella propria istruzione continua ad essere una scelta premiante per i giovani italiani: i nostri laureati guadagnano di più rispetto ai diplomati e raggiungono tassi di occupazione più elevati”. Così Aviana Bulgarelli, Direttore Generale dell’Isfol, commenta i risultati di uno studio che anticipa un progetto di ricerca dell’Istituto sui rendimenti dell’istruzione nel mercato del lavoro.

Il divario di retribuzione tra laureati e diplomati, che per le classi di età 15 - 24 anni e 25 – 34 è pari al 16%, aumenta sistematicamente nel corso della carriera lavorativa. Un’ora di lavoro di un laureato, inoltre, vale circa il 21% in più di un diplomato nella fascia di età 24-34. Un divario che raggiunge il 50% verso la fine carriera.

In termini di tasso di occupazione i giovani diplomati, che entrano nel mercato del lavoro mediamente un quinquennio prima dei laureati, hanno fino ai 34 anni un tasso di occupazione più elevato. Ma già prima dei 30 anni di età i laureati recuperano ampiamente le posizioni in termini di tasso di occupazione.

Nella classe di età compresa tra 25 e 34 anni il tasso di occupazione dei giovani diplomati è superiore di oltre un punto percentuale rispetto ai laureati, ma nella fascia di età successiva, da 34 a 44 anni, il tasso di occupazione dei laureati supera di quasi 7 punti percentuali quello dei diplomati.

L’età al primo ingresso al lavoro dei laureati è inoltre più variabile: i diplomati generalmente iniziano la ricerca di lavoro subito dopo il conseguimento del titolo, tra i 19 e i 20 anni mentre i laureati con diploma triennale iniziano la ricerca tra 22 e 23 anni, quelli con laurea specialistica non prima dei 24 anni e coloro che proseguono il percorso formativo post-laurea si affacciano sul mercato del lavoro intorno ai 27 28 anni.

Per quanto riguarda le lauree più premianti, in generale tutte le discipline di tipo scientifico, per le quali in Italia si manifesta ancora una forte carenza, ottengono buoni risultati sul piano dell’occupabilità. Le lauree umanistiche ottengono per contro i risultati peggiori: la vocazione umanistica che caratterizza il nostro Paese sembra produrre un eccesso di offerta di laureati in possesso di laurea in lettere, arti e musica che portano ad una più difficile collocazione sul mercato rispetto ai laureati in discipline scientifiche. “Occorre considerare  - sottolinea Aviana Bulgarelli – che lo scenario italiano mostra una elevata variabilità della spendibilità sul mercato delle diverse competenze acquisite e che in Italia si conferma un rendimento maggiore per le competenze tecniche e scientifiche, ma una bassa offerta di laureati in materie scientifiche ed una diminuzione della quota di giovani che seguono percorsi tecnici e professionali nell’istruzione secondaria superiore”.

Al di là delle maggiori opportunità occupazionali dei laureati rispetto ai diplomati l’analisi condotta sui vari tipi di diploma mostra che gli istituti tecnici e quelli professionali garantiscono, nella fascia di età compresa tra 20 e 29 anni, una maggiore occupabilità; i giovani in possesso di diploma di liceo classico o scientifico tendono a proseguire gli studi in misura maggiore rispetto agli altri diplomati, elemento che spiega il loro minore tasso di occupazione.

 Sintesi della ricerca dell'ISFOL
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