DiSAL al MIUR sulle Linee Guida trienni Tecnici e Professionali


Intervento del dirigente scolastico Ezio Delfino, per la Direzione nazionale DiSAL

al MIUR  in merito alla presentazione del 4 luglio 2011 delle Linee guida del triennio dei Tecnici e Professionali

 

 

In più occasioni, assieme all’Associazione professionale ANDIS, abbiamo sollecitato un incontro come associazioni professionali della scuola con il Ministero e con le Commissioni preposte per il riordino del II ciclo di istruzione. Prendiamo atto con favore della convocazione odierna, che giunge, ci pare, quasi alla fine di un percorso di elaborazione delle Bozze  di riordino dei Tecnici e Professionali.  Quella di oggi con le Associazioni professionali della scuola speriamo inizi un rapporto di collaborazione effettiva, anche se prima di oggi si sono già svolte, a detta del Direttore Murano, già 23 audizioni promosse dal MIUR nel corso di quest’anno, nel merito del Riordino della secondaria. Pur essendo oggi limitati sia dal tempo che dall’alto numero delle realtà chiamate al confronto, poniamo alcune riflessioni e questioni che ci sembrano decisive per un il futuro di questo tipo di Istituti. Su queste chiediamo di essere convocati ai tavoli tecnici che il Direttore ha già avviato sul tema con i sindacati. In attesa di convocazione al lavoro ecco le nostre riflessioni e proposte.

 

1)   L’Informativa del MIUR prot. 2388 del 21.06.2011 avente per oggetto: ‘Informativa sull’incontro nazionale del 10.06.2011 di presentazione delle Bozze di linee guida dei percorsi degli Istituti Tecnici e Professionali  per il secondo anno e l’ultimo anno e e degli schemi dei decreti interministeriali sulle opzioni”  fissa la scadenza per a presentazione di contributi ed emendamenti alla Bozza della Linee Guida dei Tecnici e Professionali al 15.07.2011. E’ evidente che tale data non consente, soprattutto alle scuole, ai dirigenti ed agli insegnati di produrre in tempo utile e con il dovuto dibattito nei collegi docenti e negli organi direttivi delle associazioni, le proposte, le riscritture, gli emendamenti, le integrazioni richieste. Proponiamo quindi uno slittamento della data agli inizi di novembre  p.v. per consentire un adeguato confronto e dibattito nelle sedi preposte. L’incontro di oggi, così contenuto nei tempi e nella forma, lo riteniamo, proprio perché presentazione, un avvio del confronto.

2)   Le opzioni nazionali nei nuovi ordinamenti tecnici e professionali costituiscono senz’altro un ultimo residuo di autonomia a disposizione degli Enti locali e delle scuole. L’opzione è la modalità consentita dai Regolamenti alle Istituzioni scolastiche  (in accordo con le Regioni) di curvare l’offerta formativa alle esigenze formative della specifica utenza ed alle esigenze produttive del territorio,. Chiediamo che la modellazione delle opzioni consenta almeno una flessibilità al loro interno al fine di garantirne una curvatura territoriale (ad es. prevedere nelle opzioni la possibilità alle scuole di scegliere tra alcune discipline e/o tra contenuti disciplinari): è l’esperienza di quella scuola in quel  territorio che ha il diritto di identificare la curvatura ultima della singola opzione e questo spazio programmatorio va, in qualche modo, garantito. Facciamo il caso, nei professionali, di indirizzi industriali e artigianali dove, ad esempio, la collocazione nel settore o solo industriale o solo artigianale impedirebbe la scelta essenziale di una disciplina come “Progettazione”.

3)   Occorre che la Commissione per il riordino dei Tecnici e Professionali espliciti nelle Linee Guida (e solleciti la Conferenza Stato Regioni in tal senso) il valore deliberativo delle decisioni che sul merito delle opzioni , possono prendere i Collegi docenti e i Dirigenti scolastici, evitando che le opzioni rappresentino un puro pezzo di un puzzle messo a diposizione dalle Regioni alle scuola come un incastro, senza possibilità di curvature da parte dei singoli istituti.

4)  Sia nei Tecnici che nei Professionali, preso atto dell’intento - più volte sottolineato oggi - dei redattori delle Linee Guida e delle Bozze delle Declinazioni dei risultati di apprendimento del triennio di realizzare percorsi che favoriscano l’operatività, la formazione ‘politecnica’, ecc.,  si rileva tuttavia, nei fatti, una forte riduzione delle ore di laboratorio e delle discipline dell’Area di indirizzo a vantaggio dell’area generale, per non parlare della riduzione indiscriminata delle docenze di tipo tecnico pratico.  Qesta linea di tendenza, iniziata già con l’emanazione dei Regolamenti e con i provvedimenti successici per le classi dei trienni, va assolutamente riconsiderata e sollecitata ai decisori politici proprio da parte della Commissione e del responsabile del Dipartimento di programmazione  dei Tecnici e Professionali in quanto  mortifica la prioritaria vocazione di questi istituti di preparare alle professioni tecniche ed al lavoro.

5)  L'ossessione di evitare doppioni tra tecnici e professionali ha generato alcune situazioni paradossali: il caso più clamoroso è il turistico abolito di fatto dai professionali e ridotto al solo settore alberghiero. Questa scelta non ci pare corriponda pienamente al fabbisogno delle imprese e dei servizi e ci pare che, in sede di Opzioni vada rivista. Teniamo conto che questo settore è nel futuro il più promettente sotto ogni punto di vista per gli aspetti di sviluppo e occupazionali per i giovani.

6) Occorre che il Miur e la Commissione gestiscano con grande attenzione il raccordo e la elaborazione dei documenti di indirizzo che ispireranno la programmazione e la legislazione delle Regioni in tema di istituti professionali, per evitare un indebolimento del carattere professionalizzante dei Professionali: già nel corrente a.s. e nelle proiezioni delle iscrizioni per il prossimo a.s. 2011/0212  si rileva un forte decremento ( 8 -9 % in talune Regioni) degli iscritti alle classi prime di questo tipo di scuole a vantaggio dei corsi professionali gestiti dagli enti di formazione, che in alcuni casi non vedono poi finanziati (prorpio dalle Region) i percosri triennali con conseguente aumento della dispersione scolastica. Ci permettiamo quindi di alzare la voce in difesa anche del futuro degli Istituti Professionali, oggi compromesso dalle soluzioni del Riordino. Le Opzioni nazionali possono essere un ambito di recupero di questa tendenza.  Almeno fino a quando resterà l’infelice scelta di mantenere distinti a livello nazionali i quinquenni tecnici e quelli professionali.

7) La scrittura delle Linee guida del triennio (come d’altro canti già avvenuto nel biennio) ha rimesso in vigore il primato delle conoscenze, in contraddizione con i  principi generali (e dichiarati innovatori) dai Regolamenti che individuavano nelle competenze la chiave di ripensamento degli insegnamenti. Si curi con attenzione il ritorno ad una scrittuta che spinga le scuole al rinnovamento didattico e non finisca con il lasciare alla fine nella didattica tutto immutato. Proprio la didattica è il livello vero del rinnovamento.

 

 
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