Bottani: Concorso per dirigente, non si scherza sui questionari
Tutto scuola –
13.09.11
Da Alessandra Cenerini,
Presidente nazionale ADI, Associazione Docenti Italiani, riceviamo e
pubblichiamo questo interessante commento del prof. Norberto Bottani sui
quesiti per la preselezione del concorso a dirigente scolastico.
Non si scherza con i questionari
Da
molte parti sono sollecitato a intervenire sulla batteria di quesiti approntata
dal Miur per la preselezione nel concorso a dirigente scolastico. Rispondo
all'ADI di cui sono consigliere scientifico. Non ho informazioni su come siano
stati costruiti i quesiti, né pare reperibile un quadro di riferimento che
abbia guidato gli estensori.
Leggo
da un comunicato del MIUR che è stata seguita la stessa procedura già
sperimentata in altri settori della Pubblica Amministrazione. Questo non è di
per sé una giustificazione. Il MIUR poteva decidere una propria modalità
concorsuale, prendendo le distanze dalle abitudini della restante
amministrazione statale. Vediamo il perché.
Il MIUR
ha al suo interno un istituto nazionale di valutazione, l’INVALSI, che da
almeno un decennio promuove la cultura della valutazione. Non mi sembra, alla
lettura della batteria dei quesiti, che il MIUR abbia utilizzato il suo
istituto specializzato. Se ciò è stato fatto sarebbe preoccupante per
l’INVALSI.
Qui
inoltre abbiamo a che fare con una preselezione di dirigenti scolastici, non di
semplice personale amministrativo o ausiliario. Una professione che negli
ultimi anni ha subito profonde modificazioni e che non è assimilabile a quella
di altri funzionari dello Stato. Bisognava avere pertanto ben chiare quali
conoscenze andavano testate.
Un "pasticciaccio"
La
costruzione di oltre 5000 quesiti è una cosa da brivido. Infatti, ogni parola
conta in una domanda, La formulazione di una domanda non è mai neutra. La
pulitura e ponderazione dei quesiti esige molto tempo, la preparazione delle
risposte pure e la verifica finale anche. Questi lavori richiedono l’intervento
di specialisti.
Come
sono state costruite le domande della batteria pubblicata, come sono state
verificate e calibrate? Non ne so nulla, ma ho il sospetto, dopo avere letto
parte dei quesiti, che non tutte le tappe richieste dagli standard qualitativi
a livello internazionale per un esercizio simile siano state rispettate.
La
lettura di un numero, anche molto limitato, di quesiti, fa immediatamente
balzare agli occhi come, in diversi casi, le domande siano generiche, in altri
ambigue, in altri del tutto opinabili. Si tratta, in quest’ultimo caso, di
domande per le quali non vi è una risposta univoca, e questo stravolge la
tipologia di test che si è inteso utilizzare, ossia quesiti che richiedono una
sola risposta esatta fra le quattro fornite per ogni domanda. Il problema che
sorge è il seguente: con domande opinabili, la risposta giusta è pure
opinabile, ma se si ritiene giusta una sola “opinione” si slitta verso una
valutazione normativa che mira a identificare la conformità di pensiero con una
dottrina precostituita . Avrò modo di spiegarmi con alcuni esempi.
Ad una
prima lettura si ha l’impressione di trovarsi di fronte a una materia grezza,
assolutamente non verificata, che presenta palesi errori, contenuti inadeguati,
domande opinabili e altre che si potrebbero benevolmente definire
“strampalate”. Come definire altrimenti la domanda 357 della 1^ Area: “Le
Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento per
i licei, per quanto riguarda la disciplina esecuzione e interpretazione..” ,
dove le parole “esecuzione e interpretazione” presenti nelle Indicazioni
nazionali sono state assunte come una “disciplina”!. Oppure la domanda 30 della
1^ Area : “La parità di trattamento tra uomini e donne è prevista ” risposta
esatta “dal Trattato”. Considerato che le domande sono riferite non solo
all’Italia, ci si chiede “la parità tra uomini e donne in quale parte del
mondo?” E nella risposta presunta esatta rimane la curiosità di sapere di quale
Trattato si tratta, firmato da chi, dove e quando.
Le domande opinabili
Vediamo tre esempi di ciò che ho definito domande opinabili.
- 1°
Esempio. Domanda 53 della 5^ Area: “Quale definizione di cultura, tra le
seguenti, è oggi maggiormente condivisa all’interno delle scienze sociali?”
Non mi
consta che esista una definizione di cultura maggiormente condivisa all’interno
delle scienze sociali. La definizione di cultura è ampiamente dibattuta e
differenziata, basti citare la concezione antropologica di Levy-Strauss, il
pensiero critico della scuola di Francoforte, l’idea del villaggio globale di
McLuhan, la modernità liquida di Zygmunt Bauman e via elencando. Nessuna di
queste concezioni è maggiormente condivisa, nessuna teoria culturale può oggi
considerarsi dominante e quindi usata come tale per le risposte.
Questa
è quindi una tipica domanda opinabile, poichè non esiste una sola risposta
inequivocabilmente giusta e nemmeno esclusiva. E’ il caso di ribadire che le
risposte giuste in un questionario di questo tipo devono essere esclusive e le
domande puntuali, prive cioè di elementi di ambiguità.
- 2°
Esempio. Domanda 72 della 5^ Area: Secondo le ricerche empiriche disponibili,
che rapporto esiste in Italia tra livello di istruzione raggiunto e possibilità
di mobilità sociale? Risposta data come esatta L'istruzione costituisce un
effettivo canale di mobilità sociale. Essa gioca un ruolo significativo nel
modellare i destini lavorativi e sociali dei singoli. Fra le altre tre risposte
una afferma gli scarsi effetti dell’istruzione sulla mobilità sociale. Ora a
quali dati ci si è riferiti per affermare senza ombra di dubbio che
l’istruzione in Italia è un reale canale di mobilità sociale? Secondo l’Istat:
“le posizioni rivestite dai figli al momento dell’ingresso nel mercato del
lavoro sono più spesso simili a quelle dei loro padri […] i soggetti che
appaiono fortemente influenzati dalla classe sociale al momento dell’ingresso
nel mercato del lavoro sono quelli che provengono dalla classe operaia urbana
(il tasso di mobilità intergenerazionale è pari al 39,8%, contro il 55,6% della
mobilità assoluta)” [Istat 2003].
Anche
questa domanda non è formulata correttamente, perché due risposte non si
escludono a vicenda.
- 3°
Esempio. Domanda 75 della 5^ Area: La televisione, nei paesi sviluppati, è
diventata la seconda attività, dopo il sonno, per impegno temporale, dei
giovani. Quali implicazioni per la scuola. Le quattro risposte riflettono punti
di vista diversi, tutti opinabili, non esiste una risposta che escluda tutte le
altre. Per non parlare del fatto che il mondo oggi è complessivamente modellato
dalle TIC e che le giovani generazioni fanno un uso sempre maggiore di internet
rispetto alla TV. L’epoca d’oro della TV è tramontata almeno nella galassia
giovanile. In quali paesi è la seconda attività dei giovani? In quali regioni
italiane?
Incongruenze
nel tipo di questionario utilizzato
In
conclusione avendo utilizzato un tipo di questionario ( ce ne sono molti altri
possibili) che prevede una sola risposta esatta fra quattro indicate, con
l’assegnazione di un punto alla risposta esatta e di zero punti a quelle non
date o sbagliate, bisognava costruire quesiti in cui la risposta corretta fosse
inequivocabile. Domande cioè non ambigue, che permettessero una valutazione
coerente e sempre puntuale. Quando le domande sono opinabili e si può
considerare giusta o l’una o l’altra risposta, un questionario, concepito come
quello utilizzato dal MIUR , perde validità e inevitabilmente inficia la
selezione.
Non si
può scherzare. Questo non è un sondaggio d’opinione, ma un test che si prefigge
di eliminare dalla competizione un certo numero di aspiranti al posto di
Dirigente Scolastico. Le conseguenze di risposte sbagliate possono dunque
essere gravi per un candidato che si vedrebbe escluso dal concorso se non
raggiunge un totale definito di risposte giuste.
In
breve una preselezione così impostata presenta il rischio di selezionare un
candidato non corrispondente al profilo (cattiva selettività) e eliminare al
contrario un candidato interessante (cattiva sensibilità).
Commento
finale
Vorrei
infine chiedere a chi ha la responsabilità di questa preselezione: si possono
pre-selezionare i candidati a un concorso per dirigente scolastico con una
prova che si presenta in gran parte simile a “Lascia o raddoppia” o al più
recente gioco televisivo “L’eredità”? La risposta mi pare ovvia, ma così non è
stato per chi si è assunto la responsabilità di pubblicare questa batteria di
quesiti.
Molte
domande sono di cultura generale e sono del tutto generiche, ugualmente adatte
a un concorso per poliziotto oppure per ferroviere.
Alcune
poi, sono molto “pretenziose”, altre contengono errori pacchiani. Esempio, la
domanda 72 della 4^ Area, che recita “Dalle Lettere a Lucillo di Seneca è
possibile ricavare significative riflessioni pedagogiche soprattutto
rispetto..” Orbene non si tratta di Lucillo ma di Lucilio! Il MIUR non dovrebbe
rilasciare prove con errori del genere. Forse un candidato potrebbe perdere
tempo e chiedersi chi fosse mai Lucillo. Mi chiedo poi se per diventare
dirigente scolastico si debbano conoscere le lettere a Lucilio.
Altre
domande sono incredibilmente specifiche, come ad esempio la n. 364 dell’ AREA
4, che recita:
Negli
studenti a sviluppo tipico (normolettori), la velocità di lettura si incrementa
mediamente ogni anno di circa…Risposte tra cui scegliere: 1) 0.5
sillabe/secondo, 2) 1 sillaba/secondo, 3) 0.3 sillabe/secondo, 4) 2 sillabe. Non
credo occorrano commenti!
In
questo concorso si ha a che fare con persone che aspirano a diventare dirigenti
scolastici, molti dei quali studiano da anni, hanno investito e stanno investendo
tempo, energie e danaro.
Si
sarebbe potuta effettuare una preselezione con domande imperniate solo sulla
scuola.
Vorrei
aggiungere in maniera provocatoria che se la pre-selezione mirava anche a
scartare quelli che non sanno leggere bene, che non hanno una buona cultura
matematica e scientifica, si potevano utilizzare le domande di PISA o
dell’indagine ALL che sono state almeno tutte convalidate e ponderate da
specialisti e che sono state pre-testate!
Ci
sarebbero moltissime cose da dire sull’impostazione e il senso della
preselezione, ma nella situazione data, con un bando già pubblicato comprensivo
di tutte le procedure concorsuali, non c’è molto da fare, se capisco bene. E
non voglio buttare altra benzina sul fuoco.
Norberto
Bottani