Tuttoscuola - 1 marzo 2012
Dopo le ultime delibere delle Giunte regionali, si sta completando il quadro nazionale del nuovo dimensionamento della rete scolastica, previsto dalla legge 111/2011.
La legge, come è noto, ha elevato a mille il parametro di dimensione della popolazione delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo, disponendo anche la trasformazione delle istituzioni stesse in istituti comprensivi.
Secondo le previsioni del ministero, avrebbero dovuto essere soppresse in questo modo 1300 istituzioni scolastiche, tra direzioni didattiche e sedi principali di scuole secondarie di I grado.
Grazie ad una intesa con
La lunga e travagliata riorganizzazione della rete sembra conclusa, anche se qualche Regione, contrariamente a quanto prevede la legge, si è riservata di completare i tagli nel prossimo anno. L’ultimo atto, peraltro non del tutto chiaro, è stato quello della Giunta siciliana che, più di altre, ha opposto resistenza all’applicazione della legge, rivendicando (anche con ricorso alla Corte Costituzionale) un’autonomia di intervento secondo propri parametri di dimensionamento.
Non ben definita anche la situazione del Molise per i dati di Isernia.
Il quadro provvisorio uscito dalla nuova rete delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo prevede la chiusura complessiva di 400 istituzioni (esattamente 399) rispetto alle 1300 previste.
In particolare sono 151 meno del previsto le soppressioni in Campania,
In compenso, però, vi sono state alcune Regioni virtuose, come, ad esempio, il Lazio e
Complessivamente sono state soppresse cento istituzioni oltre a quelle richieste.
Alla fine il bilancio, tra non soppresse (400) e soppresse oltre il dovuto (100), è di 300. Delle 1300 istituzioni del 1° ciclo da chiudere, ne sono state soppresse mille con diretta conseguenza di riduzione di altrettanti posti di dirigente scolastico e di direttore dei servizi amministrativi.
Basterà per accontentare il Mef oppure scatterà a carico del Miur ancora una volta la clausola di salvaguardia per il mancato raggiungimento dell’obiettivo delle 1300 istituzioni soppresse?
In questo caso, però, la responsabilità è delle Regioni.