Il dirigente nella valutazione: invia un fax al Ministro


 

 

Di.S.A.L.- Dirigenti Scuole Autonome e Libere

Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie – Ente qualificato dal Miur alla formazione

 

 

Comunicato   31 gennaio 2005

 

 

Centinaia di dirigenti scolastici contro la loro esclusione  dalla valutazione degli alunni

 

Dando voce ad un diffuso disagio espresso da molti dirigenti di scuole statali e paritarie,  DiSAL  sta diffondendo in questi giorni una testo di lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca scientifico ed  ai membri delle Commissioni Parlamentari per l’Istruzione e Cultura di Camera e Senato.

 

Gia circa duecento dirigenti in pochi giorni hanno sottoscritto ed inviato la lettera:

-  per chiedere un esplicito intervento chiarificatore sullo svolgimento delle valutazioni periodiche e finali, 

-  per esprimere la propria contrarietà a vedersi ridotti a puri e formali controllori di procedure, 

-  per sollecitare la scelta - nelle norme di attuazione della legge 53/03 e nelle altre iniziative di riforma in corso -  per una figura di capo di istituto che eserciti una  “direzione educativa ed organizzativa”,  radicata e proveniente dalla funzione docente, strettamente collegata ai suoi compiti,  così da poter essere effettivamente elemento di sintesi e di garanzia dell’unitarietà dell’offerta formativa della comunità scolastica.

 

L’iniziativa partita per ora da dirigenti di DiSAL della Lombardia, del Veneto, del Piemonte, della Liguria, dell’Emilia Romagna, del Lazio e della Campania, continuerà in questi giorni tra tutti i colleghi  e le realtà associative che vorranno riconoscersi nelle richieste presentate.

 

 

                                                                                                       Il presidente

                                                                                                  Roberto Pellegatta  

 

 

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Al signor Ministro dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca

n. fax 06-58492089

 

Ai parlamentari delle Commissioni Istruzione

della Camera dei Deputati e del Senato

n. fax 06-67603675

n. fax 06-6790959

 

 

Gent. Sig.ri

 

                la circolare n. 85/2004 sulla valutazione degli alunni prevede esplicitamente che la valutazione periodica e finale degli alunni sia prerogativa esclusiva dell’èquipe pedagogica, cioè dei soli docenti, omettendo la funzione del dirigente scolastico a tutt’oggi presidente del consiglio di classe nella scuola secondaria di i grado, specie al momento della valutazione periodica e finale degli alunni, e di interclasse nella scuola primaria per la valutazione dei casi di eventuale non ammissione alla classe successiva.  Lo stesso modello ministeriale di scheda di valutazione non prevede più la firma del dirigente scolastico.

                Questo lascia intendere una inespressa intenzione ministeriale di togliere al dirigente voce in capitolo sulle decisioni finali per la promozione o bocciatura degli alunni.  Dichiarazioni giornalistiche rilasciate da ispettori centrali del ministero e alcune riunioni regionali di servizio di dirigenti scolastici avrebbero esplicitamente comunicato che  il dirigente non svolge alcun ruolo nella valutazione degli studenti, non presiede le riunioni dell'equipe pedagogica di cui al D.Lgs. 59/04 e non ha diritto di voto nelle deliberazioni relative.

 

               Senza un proprio formale intervento chiarificatore, il Ministero metterebbe in seria difficoltà un delicato atto della vita scolastica e confermerebbe una linea, già in atto, di progressivo svuotamento della funzione educativa e didattica  del dirigente scolastico, a favore di un suo ruolo eminentemente burocratico di organizzazione, convocazione e sorveglianza formale, un po’ come avviene negli attuali esami di Stato.

 

 

               A sostegno dell’iniziativa dell’associazione professionale “Dirigenti Scuole Autonome e Libere” (DiSAL), esprimo la mia convinta contrarietà, per il bene delle scuole e delle comunità locali, a questa riduzione del ruolo e delle funzioni della nostra professione. Infatti:    

 

1.  Nei testi della riforma, oltre che in altri ambiti amministrativi e legislativi, mi sembra si sia scelta l'estromissione del dirigente dall’azione pedagogico-didattica ed una consapevole e progressiva svalutazione del suo ruolo di corresponsabile e garante dell’attuazione di quegli esiti formativi per i quali l’ impresa scuola trova la sua ragion d’essere. Come può essere escluso il dirigente da quel momento, la valutazione periodica e finale appunto, in cui i soggetti responsabili del processo formativo ‘danno valore’ al  percorso del singolo alunno ed, allo stesso tempo, rimettono in discussione la coerenza della propria azione con i fini della stessa istituzione scolastica?

 

2.  Nell’ordinamento amministrativo generale attuale non è possibile prescindere dagli aspetti giuridici e formali delle valutazione finale degli studenti.  Quindi – in assenza di precise attribuzioni e regole dell’èquipe pedagogica in proposito ed in attesa di riforme amministrative e di organi collegiali – la valutazione finale non può non essere assegnata per legge a precisi organismi.   Personalmente mi auguro che giungano utili innovazioni sul governo della scuola, ma a tutt’oggi la valutazione finale è affidata ai consigli di classe e di interclasse, che il T.U. vuole presieduti dal dirigente scolastico.  Trascurare questa situazione, sempre sul puro piano formale, condurrebbe, per esempio e nell’immediato, all’impossibilità di evitare il rischio eventuale di parità dei voti dei docenti valutatori, perché attualmente questa eventualità è risolta dallo stesso T.U.  con la prevalenza del voto del presidente. A breve poi sarebbero inevitabili facili contenziosi, anche motivati all’impossibilità di garantire, per tutti gli studenti, l’applicazione dei criteri unitari di valutazione stabiliti dal Collegio docenti.

 

3. All'interno dei consigli di classe chiamati alle valutazioni periodiche e finali e di quelli di interclasse per le valutazioni finali in casi di eventuale non ammissione alla classe successiva, il dirigente scolastico da sempre deve assicurare una gestione unitaria dell’istituto e svolgere un ruolo di garante nei confronti degli studenti e delle famiglie, costituendo molto spesso un fattore di equilibrio tra pari eccessi di rigore o trascuratezza.  Non si vede allora come potrebbe il dirigente continuare ad essere efficacemente  responsabile della conduzione unitaria dell'istituzione scolastica e rispondere per i suoi risultati, se gli verrà precluso di prender pienamente parte alla valutazione periodica e finale, che è un momento delicatissimo e fondamentale dell'attività didattica,  dove si deve verificare il rapporto tra gli obiettivi generali e specifici dell'offerta formativa ed i risultati ottenuti.


4.  L’orientamento sopra paventato si avvicina poi, in un certo senso, anche alla scelta fatta dal disegno di legge di riforma degli organi collegiali (licenziato dalla Commissione VII Cultura e Istruzione della Camera)  che non prevede più il consiglio di classe, del quale la norma vigente attribuiva appunto la presidenza al preside o direttore didattico. Quella che potrebbe  essere letta come delega all’autonoma scelta statutaria delle istituzioni scolastiche, nella situazione attuale diverrebbe diretta conferma della estromissione del capo di istituto dalla valutazione finale. D’altra parte analogo orientamento è stato assunto dalla recente riforma dell'esame di stato della scuola secondaria di secondo grado, dove il presidente delle commissioni (come nella scuola media) fa il semplice controllore delle procedure.

 

5.  Questi orientamenti non sembrano remoti, infine, dalla possibilità, invocata da certi ambiti sindacali, ispettivi ed amministrativi, che l’esclusione del dirigente scolastico dall'èquipe pedagogica e dal consiglio di classe porti anche verso l’esclusione dello stesso dal collegio dei docenti, rendendo così sempre più impraticabile l’esigenza di unità – indispensabile per la comunità scolastica - tra il momento pedagogico-didattico e l’azione organizzativa e finanziaria.

 

                Per questi motivi mi dichiaro contrario  alla possibilità che il dirigente scolastico sia escluso dalla corresponsabilità con i docenti nella valutazione degli alunni e che debba limitare il suo compito esclusivamente al controllo della legittimità e coerenza delle procedure, semplicemente convocando e presiedendo il consiglio di classe senza esserne parte pienamente attiva.


                Chiedo, pertanto, un esplicito intervento chiarificatore sullo svolgimento delle valutazioni periodiche e finali. Chiedo inoltre che si faccia una esplicita scelta - nelle norme di attuazione della legge 53/03 e nelle altre iniziative di riforma -
per una “direzione educativa ed organizzativa” esercitata dal "capo di istituto", quale figura proveniente dalla docenza e strettamente legata ai suoi compiti educativi, così da poter essere elemento di sintesi e di garanzia dell’unitarietà dell’offerta formativa della comunità scolastica.

                 Distinti saluti.

 

                                                                    (firma nominativo e scuola)


gennaio 2005

 

 
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