Francia: cala l’apprendistato, cresce la disoccupazione giovanile
Dopo un periodo di crescita dal 2003 al 2007 seguito da una fase di stabilità fino al 2012, il numero degli apprendisti è calato del 3,1% nel 2013 annuncia la DEPP (Nota No.3 del 2 febbraio della DEPP in francese che si può consultare cliccando qui ) ossia la Direzione della valutazione, delle prospettive e dei risultati che è pure la Direzione del Ministero dell’"Education Nationale" che produce le statistiche scolastiche.
Sia la Francia che l’Italia non riescono né a ridurre la dispersione scolastica né a sviluppare un vero e proprio apprendistato che è uno dei modelli efficaci per ridurre la fuga dalla formazione e facilitare l’occupazione giovanile come è stato dimostrato da decenni dall’OCSE. Benché 2/3 degli apprendisti francesi siano in una formazione duale o apprendistato negli anni tra la fine della scolarità obbligatoria (15 anni) e l’età della fine degli studi secondari di secondo grado (18 anni), la formazione in alternanza diminuisce in modo continuo dopo il 2008. Non c’è nulla da fare. Governi e apparato economico sono sordi a qualsiasi programma di riforma che vada in questo senso. Invece l’apprendistato cresce nell’insegnamento superiore, soprattutto in quello di tipo universitario, molto meno in quello di scienze applicate [1]. In altri termini, l’apprendistato si sviluppa ma a scapito dell’equità . Ne approfittano coloro che già hanno tratto i maggiori benefici dall’istruzione scolastica ( Gli ingegneri e i titolari di un master) ma non coloro che ne avrebbero più necessità , ossia gli alunni che non sopportano più la scuola, che vorrebbero lavorare o formarsi lavorando. Il sistema scolastico francese resta ingiusto.
[1] i celeberrimi Istituti universitari di tecnologia, acronimo IUT. La Francia fu uno dei primi paesi a sviluppare questo tipo di formazione superiore o formazione terziaria