Turni scomodi per lavorare all’Expo. Otto su 10 ci ripensano
Seicento i reclutati. Lo stipendio: oltre 1.300 euro netti al mese, compresi i sabati e le domeniche.
Corriere della Sera - 21 aprile 2015 - di Elisabetta Soglio
Sarà che è solo per sei mesi. Sarà che c’è di mezzo l’estate e poi i turni prevedono anche sabati e domeniche di lavoro. Sarà che i più bravi e fortunati nel frattempo trovano qualcosa di meno precario e magari di più vicino alle proprie ambizioni. Fatto sta che per gli uomini di Expo reclutare le seicento persone da mettere al lavoro durante il periodo dell’esposizione non è stata una passeggiata, in particolare se si guarda alla fascia sotto i 29 anni, giovani ai quali veniva proposto un contratto di apprendistato: parliamo di 1.300-1.500 euro al mese suppergiù, comprensivo di festivi e notturni come da contratto nazionale. Dunque, il 46 per cento dei primi selezionati (645 profili su 27 mila domande arrivate alla società Manpower, cui era stato affidato il compito della raccolta dei curricula e della prima selezione) è sparito al momento alla firma. Sparito anche nel senso letterale del termine: qualcuno non ha neppure mandato una mail per dire «Grazie, ci ho ripensato». E quindi via così: con il secondo gruppo di selezionati e poi con il terzo.
Alla fine, si può considerare che circa l’80 per cento delle persone arrivate a un passo dalla firma abbia lasciato spazio ad altri. Adesso le assunzioni sono firmate: ed è la squadra che si occuperà degli 84 quartieri nei quali è stato suddiviso il sito espositivo per la gestione operativa. In sintesi: ognuno diventa responsabile in una zona circoscritta e fa da punto di riferimento per i Paesi o per i visitatori, oppure ancora segnala tutte le problematiche che si possono presentare (la coda fuori da un padiglione, la persona che ha bisogno di assistenza...) alla centrale di controllo che comanda l’intervento conseguente. Un allarme analogo era stato segnalato anche dall’agenzia interinale E-Work: in quel caso si trattava della ricerca di cuochi, camerieri e facchini: «Per avviare 2.500 persone nel settore del turismo ne abbiamo dovute visionare dieci volte tante». Per quanto riguarda Expo, il commissario unico
A fare da contraltare a questa realtà ci sono poi migliaia di giovani che hanno aderito con entusiasmo alla proposta di due settimane di volontariato all’interno del sito di Expo, per fare accoglienza. Una scelta che è stata contestata dai gruppi No Expo, secondo i quali si tratta di lavoro mascherato.
Sala puntualizza: «La presenza di questi volontari, esattamente come li abbiamo visti alle Olimpiadi e alle altre grandi manifestazioni, è stata definita e inquadrata d’accordo con i sindacati. Avranno un impegno di non più di 5 ore al giorno e per non più di due settimane e non avranno ruoli operativi».
Expo ne voleva reclutare novemila, sono arrivate più di 16 mila domande. E poi ci sono i molti giovani che a Milano e dintorni si stanno inventando attività nuove per approfittare dei sei mesi di evento: chi organizza tour cittadini in bicicletta, chi abbina il cibo alla cultura proponendo cene nei musei, chi ha avviato un’agenzia giornalistica che offre servizi alle testate straniere e così via. Insomma, qualcuno sparisce: ma qualche altro c’è.
Cuochi e camerieri, rifiutati posti di lavoro da 2.500 euro al mese
Le agenzie interinali: «Spaventano i turni di lavoro e il weekend non si tocca». «La maggior parte se ne va via dal colloquio. Specialmente i più giovani»
Corriere della Sera - 27 febbraio 2015 - di Maria Strada
Lavoratori disposti a guadagnare 2.000, anche 2.500 euro cercansi. E a volte non si trovano. Capita, in questo periodo, che siano in forte ripresa le ricerche di impiegati nei settori legati al turismo, e in particolare dell’hôtellerie, tra Expo e un accenno di ripresa. Eppure, non è così facile riempire le posizioni richieste. Lo segnalano alcune agenzie di lavoro interinale che offrono a cuochi impieghi fino a 2.500 euro, a facchini-portabagagli negli hotel di lusso da 1.300 euro e a camerieri ai piani circa 1.000 euro per sentirsi rispondere che no, i turni non vanno bene, che i weekend non si toccano. «Lo scorso anno per avviare 2.500 lavoratori nel settore del turismo ne abbiamo visionati dieci volte tanti, e molte volte qualcuno ha accettato l’offerta per poi lasciare dopo pochi giorni proprio per questi motivi - spiega Paolo Ferrario, amministratore delegato di E-work -. La maggior parte, però, se ne va via direttamente dal colloquio. Specialmente i più giovani».
Si tratta di una versione opposta rispetto a quanto registra invece Manpower per i posti di lavoro interni all’Expo: oltre 150.000 domande per quasi 6.000 posizioni, al ritmo di 250 colloqui al giorno, per contratti a tempo determinato, in apprendistato o in stage. I 2.500 impiegati del settore del turismo per conto di E-work nel 2014 hanno lavorato oltre 800.000 ore, ricevendo 10 milioni di retribuzioni, cioè in media 2 mesi ciascuno a 2.000 euro al mese. Ma questo non basta a convincere tutti: «I profili validi li troviamo - spiega ancora Ferrario -. Alcuni chiedono, però, di lavorare solo lunedì-venerdì, o fino alle 19. Sono per lo più giovani e danno priorità alla pianificazione della propria vita, che a volte è in contrasto con le esigenze delle strutture». Questo si verifica prevalentemente nelle grandi città , «più usciamo, più troviamo disponibilità », per una questione anche di vicinanza ai posti di lavoro, e «al momento le regioni del Sud danno maggiore disponibilità » specialmente per i lavori legati alla stagione estiva, ma non solo.
Questa tendenza ad essere «choosy» (schizzinosi secondo l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero) sembra analoga a quella che Manpower segnala per l’Inghilterra, dove è stato necessario offrire 4.000 sterline al mese (circa 5.000 euro), il doppio rispetto alla paga normale, a muratori stranieri, specialmente portoghesi, perché i britannici non rispondono più a tali annunci. Ma la caccia a nuovi operatori del turismo non si ferma. Proprio ManpowerGroup, giovedì, ha aperto ufficialmente un bando per mille addetti alla sala e alla cucina destinati ai padiglioni di Expo: saranno formati (l’accordo è stato firmato mercoledì) da Cooperativa sociale Galdus, impresa sociale Energheia, Fondazione Capac, Ial Lombardia e Fondazione Enaip Lombardia.