ScuolaMondo/Il apporto con le aziende nel sistema canadese


College canadesi al top per il lavoro

IlSole24Ore -  8 giugno 2015  -  di Francesca Barbieri

Mancano due minuti alle 12,30 e i quattro ragazzi italiani si guardano preoccupati. «Dobbiamo andare, ci scusi - dicono quasi all’unisono -. La docente è molto fiscale sull’orario e chi arriva in ritardo non può assolutamente entrare in aula». Il rispetto dei tempi prima di tutto: parte da qui il viaggio nel sistema canadese dei college, politecnici e istituti ad alta tecnologia, percorsi alternativi all’università che calamitano ogni anno oltre un milione e mezzo di studenti, più di 30mila nuovi arrivi dall’estero e con percentuali stellari sul fronte del placement. Alla fine dei percorsi il 91% dei graduati ottiene un lavoro nel giro di sei mesi e il 93% delle aziende che hanno contributo alla didattica dà un giudizio positivo. I corsi, infatti, sono progettati con le imprese, tenendo conto delle professionalità più richieste dal mercato. Può essere una specializzazione di un anno oppure due o tre anni che portano a un diploma in tecnologia o business;quattro anni per conseguire una “laurea” con stage; corsi di inglese o francese; quattro anni che conducono a una laurea con scambi tra college e università. E ci sono anche i corsi «Co-op», che prevedono un periodo di lavoro/apprendistato.Un modello virtuoso che gli Its di casa nostra stanno provando a “replicare”, anche se su una scala molto più ridotta: basti pensare che da noi gli studenti sono 8mila in una settantina di istituti.

Il sistema canadese
«I college qui in Canada - racconta Valerio Fata, 27 anni, che abbiamo incontrato al Centennial College di Toronto, dove segue un master realizzato insieme a Milano-Bicocca e Università di Bangalore - sono una valida alternativa alle costose università e a volte completano anche un percorso formativo, dando un’istruzione molto più pratica». L’investimento è comunque consistente. Le rette annuali oscillano tra 8mila e 13mila euro, cui sommare il costo della vita, che in Canada è in media simile a quello italiano, anche se per gli studenti stranieri più brillanti ci sono borse di studio, aiuti finanziari e affitti agevolati. Valerio, dopo la laurea magistrale in economia alla Bicocca e aver lavorato per tre anni come analista delle vendite in una grande utility con un contratto a tempo indeterminato, ha scommesso sull’estero. Il sistema canadese dei college è fortemente improntato alla valutazione continua su tutti gli argomenti svolti, nulla viene lasciato senza verifica. «In molti corsi - aggiunge Miriam Hubbard, che ha fatto rotta sul Canada dopo una laurea in esperto linguistico per il management e il turismo e uno stage svolto presso Atout France di Milano - ci vengono insegnate cose pratiche, per esempio come redigere un curriculum e una cover letter canadesi, quali aspetti valorizzare, come comportarsi nelle situazioni professionali». Il Canada è il secondo Paese al mondo per l’educazione digitale, il primo per tassi di completamento dell’istruzione post-secondaria e, con una disoccupazione al 6,9%, rappresenta una buona meta per studenti e lavoratori globetrotter.

Il ruolo delle imprese
Gli annunci di lavoro attualmente disponibili sul sito del Governo canadese «Job Bank» sono oltre 115mila, tra cui spiccano programmatori e analisti Ict, direttori marketing e tecnici per l’automotive. Corpose le inserzioni delle industrie informatiche e culturali (10mila), delle utilities (8mila), del commercio al dettaglio e dell’health care (entrambe intorno a 20mila). Non mancano, poi, le chance nell’area dei servizi professionali, scientifici e tecnici. «Il triangolo virtuoso del sistema canadese - spiega Paul Brennan, vice presidente di «Colleges and Institues Canada», l’associazione che raggruppa i 135 college - ha come “fulcro” le agenzie nazionali che riescono a mettere in contatto le scuole, le imprese e il Governo: lo scorso anno di oltre 200 milioni di dollari canadesi (150 milioni di euro) che i college hanno ricevuto dall’esterno per la ricerca applicata, il 41% è arrivato dal governo federale, il 38% dai privati, il 19% dagli enti territoriali e il restante 2% da fondazioni e altri enti». L’impegno delle imprese non è solo economico, ma si traduce anche nella fornitura di apparecchiature e strumenti di lavoro. Il Red River College di Winnipeg è all’avanguardia per la ricerca:
con sei accordi internazionali che “fruttano” 6 milioni di dollari canadesi (oltre 4 milioni di euro), è nella top ten dei college che scommettono sul fronte dell’innovazione. Nei nove campus, il principale proprio nel cuore della città, si insegnano business, nuove tecnologie, grafica, media, turismo, Ict, creative arts. E ancora: ingegneria, scienze mediche, ospitalità, commercio e tecnologia, trasporti. «La maggior parte dei programmi prevede attività pratiche in azienda - spiega Ray Hoemsen, direttore di ricerca applicata e commercializzazione - e le classi hanno un numero ridotto di studenti.In tanti, poi, trovano lavoro prima di finire gli studi, il placement è al 96%». Gli studenti internazionali? Circa il 10% dei 30mila iscritti, mentre i programmi full-time sono un centinaio. Ancora maggiore la presenza internazionale al Seneca College di Toronto:5mila iscritti da 130 Paesi. I corsi “toccano” 14 ambiti, dall’animazione al business, dai media all’Ict.Il viaggio nell’istruzione tecnica canadese si chiude nella provincia francofona del Québec, dove a spiccare sono Ena,l’École nationale d’aérotechnique, il più grande college aerotecnico del Nordamerica, che vanta una flotta di 35 velivoli (elicotteri e aeroplani) e dotazioni hi-tech per oltre 50 milioni di euro, e La Salle College, scuola bilingue con 60 programmi internazionali e 21 campus, con il 20% di studenti provenienti dall’estero. Per tutti, neanche a dirlo, l’ingrediente essenziale per avere successo qui è adeguarsi, prima possibile, alla puntualità canadese.

 

 
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