Marisa Falzoni, una cara amica, ci ha lasciato


 

Oggi pomeriggio la nostra amica Marisa Falzoni è tornata alla casa del Padre dei Cieli, al termine di una malattia, che però non le ha tolto lo spirito combattivo e l'attaccamento alla vita.
Ne diamo annuncio ricordando una preside appassionata, attiva, ed intelligente, che ha diretto con competenza le scuole a lei assegnate, contribuendo con carattere forte ed alta sensibilità educativa alla realizzazione di comunità efficaci, incontrando sempre la stima e la riconoscenza di colleghi, superiori,  studenti e docenti.

Marisa Falzoni è stata la prima presidente regionale DiSAL dell’Emilia Romagna ed ha ricoperto le cariche tra i Probiviri dell’Associazione. Ricordiamo tutti in direzione lo sguardo attento e vivace, la sottile ironia, la sua sensibilità istituzionale, l’apertura ai cambiamenti nella scuola, senza piegarsi alle mode del momento.

Con passione ha contribuito in prima persona alla crescita ed allo sviluppo dell’associazione fin dai primi anni.
La malattia che l'ha colpita in questi ultimi anni di pensione è stata strada per una nuova consapevolezza di fede,  testimoniando, in tutti coloro che la incontravano, la radicalità del suo personale e sempre più convinto rapporto  con  Cristo.

Siamo grati a Marisa per l'esempio di questa limpidezza affettiva al Destino, per il bene che ci ha voluto e per l'impegno a sostegno dell'esperienza associativa di DiSAL da lei vissuta e percepita come ambito di vera amicizia professionale e di presenza civile.
La contemplazione del Volto della Misericordia - che segna questo anno giubilare - è ora dono definitivo al cuore semplice ed ardente della nostra amica.
La Messa esequiale sarà celebrata a Rimini nella Chiesa del Crocifisso lunedì 7 marzo alle ore 15.00.

Gli amici della direzione nazionale di DiSAL

 

 

Cari amici

sono di ritorno dai funerali per Marisa Falzoni, dove son potuto andare anche per la …. libertà dal lavoro che ho e col desiderio di rendere presenti in qualche modo tutti voi.

Ci tenevo molto, non solo per l’amicizia con lei e gli altri di Rimini, ma anche perché con lei ci lascia una dei primi che hanno condiviso la nostra impresa di “compagnia al lavoro”. Tra gli amici che ci hanno lasciato ci sono anche Rino Perego e Claudio Tanzi.

Oggi sono rimasto commosso e sorpreso.

Commosso nel vedere l’affetto che  circondava Marisa, lei che tra l’altro non aveva parenti di sorta e quindi viveva la sua parentela proprio come dice Gesù quando guarda a coloro che lo seguono e dice che “questi sono mio fratello, sorella e madre”.  Infatti a tenere le fila della cerimonia, assieme con la fraternità di amici, c’era Daniele Celli (che tutti ricordate per un  prezioso intervento che fece al Consiglio nazionale di Torino del 2011): lui con gli altri l’hanno accompagnata in questi anni di malattia e anche oggi fino all’ultimo. Come una vera famiglia! Era molto commosso Daniele, come anche i colleghi di lavoro dell’ultima scuola, i vicini di casa di Marisa (che hanno letto un bel ricordo di tutti i condomini: ma quando si è sentito a un funerale il ricordo dei vicini condomini ?).

Sorpreso perché Daniele, alla fine dei ricordi, ha voluto leggere il saluto che Ezio ha mandato a nome di tutti noi ed ha voluto ricordare l’impegno di Marisa, tra le altre cose,  anche  per l’associazione.

Io di Marisa ricordo l’ultima volta che l’ho vista a casa sua durante il Meeting dello scorso anno. Mi raccontava della sua malattia con il solito cipiglio combattivo, lievemente ironico, dei suoi vari tentativi, con un chiaro e pacato legame alla vita. Mi ricordava un verso di Ungaretti (lui lo scriveva di fronte al dolore della guerra): “Non sono mai stato attaccato alla vita”. Ma una vita quotidiana dove la preghiera, le letture, gli amici, tutto erano segno di una grande compagnia, volto ben presente del Mistero.

Quel pomeriggio abbiamo “ripassato” gli inizi del nostro conoscerci, dell’avvio dell’associazione a Bologna, i problemi del crescere e del rinnovarsi di DiSAL. Gli sono stato grato di quella conversazione, non solo per la sua testimonianza di “lottatatrice”, ma anche per la franchezza con la quale mi ricordava quello di bello che abbiamo fatto assieme e anche la mia poca pazienza verso le persone quando guardavo troppo agli impegni da realizzare più che loro. Cosa c’è di meglio in un’amicizia che correggersi, accorgendosi che quella correzione sottende la passione ad un cammino comune.

Nell’ultima telefonata che sono riuscito a farle, due settimane fa, prima che il telefono passasse nelle mani della persona che la assisteva in ospedale gli ultimi giorni, mi confidava i suoi pensieri sulle difficoltà che anche lei vedeva nella vita del movimento di CL, che, diceva, è la “sua” vita. E con un groppo nella voce mi diceva che offriva volentieri la sua fatica (che possiamo immaginare) affinchè l’unità del movimento restasse viva, senza “perdere nessuno”.

Non solo torno grato da oggi (anche se ho perso il treno e a Milano ho trovato una multa sulla macchina….) per aver visto che si può affrontare sofferenze grandi con un “piede di speranza”, ma torno ancor più convinto che il tessuto anche di un’opera come l’associazione è l’amicizia come condivisione di un compito. Proprio come ci ricordava Giuseppe Tovini: “Dall’amicizia all’azione, dall’azione all’amicizia”.

Grazie Marisa !

Roberto Pellegatta

 

 

 
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