Governo di un sistema scolastico complesso
I sistemi
scolastici si governano. La scuola come sistema complesso
da website
Norberto Bottani - 13 aprile 2016
La scuola è un sistema complesso: lo è un istituto
come a maggior ragione, lo è un sistema scolastico o regionale o nazionale. Non
si governano questi sistemi unicamente con fiuto politico, con bravura e
sacrificio, giorno per giorno. Si governano bene se si ha una teoria del buon
governo. I sistemi complessi si governano. Da una cinquantina d’anni a questa
parte nelle università si insegnano le tecniche di gestione. Ci sono tecniche
da studiare, da applicare per una efficace e buona gestione dei sistemi
scolastici e delle riforme scolastiche. Sovente sorgono forti tensioni
all’interno dei sistemi scolastici, soprattutto quando si oppongono procedure
di controllo burocratiche e innovazioni. L’innovazione esige libertà
d’iniziativa; il controllo esige valutazioni. I due postulati devono
imbrigliarsi l’uno nell’altro. Non si può privilegiarne uno a scapito
dell’altro. Il volume dell’OCSE compie un passo avanti rispetto alle prime
indagini internazionali comparate condotte un ventennio orsono sulle procedure
decisionali. Si tratta pertanto di un lavoro teorico molto importante perché
tenta di stabilire un ordine di priorità, di fare un inventario delle questioni
da considerare quando si governa un sistema scolastico che sia quello nazionale
oppure quello di un istituto. E’ appena stato pubblicato dall’OCSE un documento
sulla gestione dei sistemi scolastici, un testo interessante che tratta di una
questione scottante: come gestire i sistemi scolastici che sono sistemi
complessi. Il documento esiste in inglese e francese e si può leggere o
scaricare cliccando qui. Il testo di per sé convoca le conoscenze vigenti
rispetto alla gestione di sistemi complessi ed è un puro prodotto delle nuove
scienze della gestione ma questa volta non è redatto da economisti che si sono
specializzati nel campo dell’istruzione bensì da psicologi e da comparativisi.
Si tratta di un documento realizzato da Olandesi e in parte da Americani che
riflette conoscenze e esperienze quasi agli antipodi di quelle in voga in
Italia. Per questa ragione il volume è indubbiamente interessante e merita di
essere letto e studiato da coloro che hanno a che fare con il governo della
scuola intesa come sistema scolastico. Non è affatto detto che la dottrina
futura si basi su queste considerazioni ma di una cosa si può essere certi se
si vogliono evitare le cantonate prese dal MIUR o i concorsi caricaturali
proposti in Italia per gestire il personale insegnante: non si può dirigere un
sistema scolastico complesso con improvvisati colpi di testa. Ci vuole abilità,
occorrono conoscenze e competenze che vanno acquisite prima di mettere le mani
in pasta. In questa presentazione si riprendono considerazioni esposte nel blog
dell’OCSE sull’istruzione in un post intitolato "Governing complex
education systems”, apparso il 12 aprile scorso. Quali sono I modelli di
governo efficaci per gestire i sistemi scolastici che per natura sono
complessi? Come possono i governi scegliere priorità e adottare politiche
scolastiche che equilibrano la diversità locale con obiettivi scolastici
nazionali? E come possiamo assicurarci che esiste fiducia reciproca,
cooperazione e comunicazione tra i molteplici livelli decisionali e i
molteplici attori di un sistema scolastico? Queste sono questioni rilevanti
affrontate nel volume testé pubblicato dall’OCSE nel quale si fa il punto sulle
indagini in corso a questo riguardo con riferimento a svariate esperienze
nazionali allo scopo di identificare gli elementi necessari per impostare una
politica scolastica efficace. In questo volume si esprimono posizioni
contro-corrente con una riflessione imperniata sul concetto di complessità.
Orbene, già una quindicina di anni fa, erano state formulate le prime
considerazioni che prendevano in conto la natura complessa dei sistemi
scolastici e si ragionava sul governo dei sistemi scolastici assumendoli come
sistemi complessi in occasione degli incontri annuali della società americana
di ricerche in educazione (acronimo AERA). Questo approccio era però allora
troppo teorico ma oggigiorno permette di formulare un inventario delle
questioni sul tappeto in grado di strutturare I ragionamenti sulla creazione di
approcci strategici aperti, dinamici, necessari per governare sistemi complessi
nel mondo contemporaneo.
Una gestione efficace dei
sistemi scolastici non è affatto una faccenda semplice. Non ci sono soluzioni
magiche per governare bene le scuole, non esiste una ricetta che risolva tutti
problemi e che garantisca un buon esito. Le indagini condotte dal punto di
vista della teoria della complessità rivelano che a un certo livello di
complessità di un sistema-poco importa se si ha a che fare con un sistema
scolastico oppure con un istituto scolastico-le reazioni possono essere
imprevedibili e le conseguenze di cambiamenti apparentemente insignificanti o
semplici possono essere del tutto imprevedibili. Questa constatazione
ovviamente induce a ipotizzare procedure appropriate. Il governo della scuola
richiede di essere flessibile ma anche di fornire orientamenti chiari sulla
direzione da prendere per conseguire gli obiettivi prefissati. Questo governo
deve anche essere efficace, pur tenendo conto delle risorse che sono per natura
limitate nonché del tempo che occorre per riuscire un cambiamento. Nel libro si
tratteggiano gli elementi chiave di un moderno sistema di governo della scuola.
In primo luogo ci vuole perseveranza e lungimiranza per concatenare sistemi
multi-livello. Queste doti sono essenziali per coinvolgere un insieme di
molteplici attori che devono essere indotti a collaborare tra loro. Si ritiene
che sia importante includere tutti i gruppi interessati e tenere conto di tutti
i pareri, non solo di quelli di coloro che sono abituati a fare la voce alta,
per coinvolgere ogni attore nella procedura decisionale. Le nuove tecnologie
facilitano indubbiamente il coinvolgimento di una vasto insieme di attori e peraltro
inducono ad affrontare nuove sfide: per esempio quella di considerare un
feedback immediato delle decisioni prese e di effettuare un confronto quasi
istantaneo tra risultati e aspettative. Le nuove tecnologie sfociano di regola
in soluzioni a corta scadenza piuttosto che in soluzioni a lunga scadenza. Le
nuove tecnologie vengono usate per risolvere questioni urgenti, immediate, che
danno fastidio e non per avere una "visione" ampia dei problemi. Ciò
è un peccato. Questa situazione produce comportamenti decisionali molto
reattivi nei quali la priorità è concessa a ciò che è urgente piuttosto che a
ciò che è importante. Non perdere il Nord, non smarrire le considerazioni a
lungo termine non è affatto semplice ma queste condizioni sono cruciali per una
gestione efficace e rispettosa delle risorse locali dei sistemi scolastici.
Vasta gamma di tensioni I sistemi scolastici devono essere pure in grado di
risolvere una vasta gamma di tensioni. Per esempio quando si promuove
l’innovazione si deve essere pure in grado di potenziare la rendicontazione da
parte del sistema. Idealmente, un sistema dovrebbe avere sia modalità di
rendicontazione potenti e costruttive come pure capacità molto dinamiche di
innovazione. Le due cose devono convivere in un sistema scolastico e anzi in
qualsiasi sistema. Purtroppo i meccanismi di controllo della rendicontazione
generalmente tendono a minimizzare i rischi e gli errori per privilegiare
l’efficienza. Si deve anche riconoscere che un margine elevato per procedere
per tentativi è una componente fondamentale di qualsiasi spirito di
innovazione. È pertanto essenziale trovare un buon equilibrio tra questi due
elementi (oppure una più accurata combinazione di dinamiche che si rinforzano
reciprocamente). Questo equilibrio dipende dal contesto e dalla storia del
sistema come pure dalle ambizioni e dalle aspettative che si hanno per il
futuro. Il fattore umano Il successo richiede anche ragionamenti riguardanti
gli individui coinvolti nelle procedure, i loro fabbisogni e le loro aspirazioni.
Non si deve pensare solo alla loro rappresentatività formale. Ogniqualvolta si
imposta una riforma è necessario pensare meticolosamente a quanto è necessario
a livello umano per riuscire. Gli insegnanti (e i dirigenti, gli studenti e le
famiglie) hanno la capacità per assumere le responsabilità che sarebbero le
loro? Se non è il caso, si sono previsti corsi di formazione oppure modalità di
sostegno? Questo è un semplice insieme di domande ma il lavoro svolto all’OCSE
dimostra che spesso questi elementi sono parte di un puzzle che si sfascia
quando si procede in fretta per impostare riforme politiche. Orbene, senza la capacità
e il sostegno necessari, i migliori piani possono deragliare e fallire al
livello cruciale, ossia quello delle classi. [1] Quali sono gli elementi
caratteristici di moderni sistemi efficaci di governo? Priorità alle procedure
e non alle strutture; flessibilità per potersi adattare ai cambiamenti e novità
inattese; sviluppo delle competenze e coinvolgimento di tutti gli attori in un
dialogo aperto; visione sistemica per concatenare tutti i ruoli e per
bilanciare le tensioni; fiducia; prove di efficacia; indagini scientifiche. I
sistemi scolastici evolvono e crescono in un mondo nuovo e così pure devono
crescere e evolvere i sistemi che li dirigono e li governano.
[1] E’ curioso che all’OCSE si pensi ancora in
termine di classi. Queste scompaiono e nelle scuole più innovative non esistono
più.