L'organico dei dirigenti delle istituzioni scolastiche per l'anno 2016-2017 sarà di 8.072 posti (compresi 14 dirigenti delle scuole di lingua slovena e 125 C.P.I.A.).
Lo stabilisce il D.M. 30 giugno 2016, n.528.
Dal raffronto con l'anno precedente si può vedere che l'organico dei dirigenti è diminuito di 51 scuole, passando da 8.123 posti a 8.072; è diminuito ugualmente il numero delle scuole sottodimensionate di 51 scuole, passate da 385 a 334.
Sommando le due diminuzioni, nel prossimo anno scolastico avremo 102 unità scolastiche in meno, a fronte di 8.700 alunni in più, come dichiarato dalle fonti del Miur.
In tutto si passerà da 8.382 scuole dello scorso anno a 8.281, comprese le scuole cosiddette “sottodimensionate”.
Naturalmente il Governo non conta quelle “sovradimensionate” che sono in continuo costante aumento: è la solita operazione di “risparmio della spesa pubblica”, in presenza di un incremento di allievi. A realizzare nuovamente l’operazione è il Governo della Buona scuola, della scuola di qualità.
La causa di questi continui tagli che durano da cinque anni è l’enorme, continuo e sistematico aumento della popolazione scolastica delle scuole dimensionate con un numero di alunni sempre maggiore, con sedi scolastiche che superano i 40 plessi o i 1800 alunni.
Quindi avremo altre 102 unità di sedi dirigenziali in mendo.
Rimane alto inoltre il numero delle reggenze che si attesterà nel 2016-17 intorno a 1.400 nonostante le assunzioni per il 2015-16 di nuovi dirigenti campani e abruzzesi ancora presenti nella graduatoria del concorso 2011. La gran parte delle reggenze saranno attribuite nelle regioni del Nord Italia.
Il Dm 528è stato inviato alla Corte dei conti per la registrazione.
E’ chiaro (come da sempre sostiene DiSAL) che così si costringono i presidi a fare i salti mortali per gestire scuole di dimensioni medie inesistenti in tutta l’Unione Europea e a dirigere due o anche tre scuole a testa, con spesso una decina di plessi distanti chilometri tra loro fino a 30-40 km. Scuole abbandonate al loro destino, con vicari costretti a fare il mestiere del dirigente scolastico, sottopagati e con dirigenti a loro volta con stipendi dimezzati e costretti a fare della loro giornata un continuo tamponamento delle emergenze, ma soprattutto costretti a trascurare la dimensione educativa e culturale delle scuole che per lo Stato resta sempre più l’ultimo interesse.