Charter Schools: si
annaspa
da website Norberto Bottani – 19 luglio 2016
Il 4 giugno scorso si è celebrato il 25º anniversario della
prima legge emanata negli Stati Uniti sulle Charter Schools quella dello Stato
del Minnesota. Questo significa che le Charter Schools sono presenti nel
paesaggio scolastico USA da 25 anni. Secondo la visione dei promotori di
allora le Charter Schools avrebbero dovuto permettere la creazione di nuove
scuole esentate dall’obbligo di rispettare regolamenti e prescrizioni che
oberano le scuole primarie e secondarie in cambio per le scuole charter di
essere responsabili dei risultati conseguiti.
Uno dei pionieri delle Charter Schools, Ted Kolderie,
scrisse allora che questo cavallo di Troia avrebbe permesso di "…
innestare la dinamica della scelta, della competizione e della innovazione nel
paesaggio scolastico statale USA perché nello stesso tempo il ruolo delle
Charter Schools sarebbe stato al servizio dello Stato".
Speranze infrante
Queste speranze sono state purtroppo deluse. I promotori che
hanno sviluppato il concetto delle Charter Schools con la proposta
di schemi che andavano controcorrente perché violavano il monopolio
statale avevano in mente tutto una gamma di obiettivi: le scuole per i
poveri, le scuole in mano agli insegnanti, le scuole in grado di promuovere un
bagaglio minimo di conoscenze per tutti in matematica, scienze e lettura ,
programmi scolastici ambiziosi che includevano l’insegnamento delle lingue
straniere, delle discipline artistiche, scuole pronte ad accogliere i disabili
nonché gli studenti dotati, scuole aperte e via di seguito. In realtà la
proposta mirava a trasformare le scuole, a offrire un modello che servisse come
uno strumento di innovazione e di sperimentazione per tutto il ciclo delle
scuole dell’obbligo, che non fosse limitato soltanto ai curricoli e alla
pedagogia. Le Charter Schools avevano l’ambizione di sviluppare nuove strutture
delle scuole pubbliche e nuove modalità di gestione di queste scuole.
I principi di base
I principi sui quali si basano le Charter schools sono
allettanti: autonomia, professionalizzazione, indipendenza delle scuole,
rendicontazione, valutazione. Questi sono i criteri in voga ma si è
scoperto che gli attori principali delle scuole, ossia i dirigenti e gli insegnanti,
non sono nella stragrande maggioranza formati per accettare questa sfida. Nel
corpo insegnante si preferisce essere diretti che non dirigere, essere
governati che non prendere iniziative e gestirle. Un nuovo tipo di burocrazia e
di modalità estrinseca di governo si è man mano imposta, si è impossessata
delle Charter Schools con la conseguenza inevitabile della perdita di
originalità e di creatività . In taluni casi le Charter schools sono perfino
diventate un affare , un business, il che è il colmo dello sfruttamento
dell’idea e per finire le Charter schools sono diventate un terreno di
battaglia: da un lato i difensori della scuola statale che sono diventati loro
malgrado in molti casi i difensori dello statu quo e dall’altro la destra che
milita per la privatizzazione del servizio scolastico, che difende le Charter
schools alleata con i militanti delle innovazioni, sempre meno numerosi,
consapevoli della crisi della qualità della scuola statale e della necessità di
un suo rinnovamento radicale. Scontro ideologico che obnubila la novità della
proposta e che ne impedisce il decollo.
Militanti contro burocrati
Il concetto di Charter Schools è stato molto criticato dai
militanti difensore della scuola statale ma ha anche affascinato persone di
destra e di sinistra. All’inizio, negli anni 90, ha fatto macchia d’olio. Lo
Stato della California ha emanato nel 1992 la seconda legge che autorizzava le
Charter Schools e quattro altri stati fecero la stessa cosa entro il 1998.
Oggigiorno 43 Stati nonché il distretto scolastico della capitale posseggono
una legge che prevede modalità di autorizzazione per la creazione di Charter
Schools. Ci sono oggigiorno negli Stati Uniti circa 6800 Charter Schools
frequentate da pressoché 3 milioni di studenti equivalente al 6% del totale
degli studenti delle scuole statali USA, scuole primarie e secondarie incluse.
I fautori delle Charter Schools sono soddisfatti mentre si può ritenere che
dopo 25 anni questa percentuale non è molto brillante. L’innesto del modello
Charter Schools sul corpo delle scuola statali non è riuscito. La battaglia
ideologica imperversa sempre su questo fronte e i militanti della scuola
statale sono critici molto agguerriti e sfoderano in continuazione statistiche
critiche sul funzionamento delle Charter Schools.
Queste informazioni sono tratte da articoli scritti da
Chester Finn, Bruno Manno, Brandon Wright fautori delle Scuole Charter per
il bollettino sulla scuola dell’Università di Stanford Education News(versione
in inglese soltanto).
Evoluzione delle Charter Schools
Non esiste un solo tipo di Charter School: i modelli
scolastici adottati sono molteplici. La realizzazione più significativa forse
riguarda i disabili e i poveri ai quali erano destinate prospettive
piuttosto negative nel modello di scuola statale. Questo esito era del tutto
imprevisto e torna ad onore delle Charter Schools anche se ripetute indagini
hanno dimostrato che questi risultati in determinati casi sono stati conseguiti
con operazioni non del tutto chiare in gran parte favorite dalle leggi di
autorizzazione delle Charter Schools votate nei singoli Stati. La visione
iniziale alla base delle Charter Schools si è poco per volta persa. Come
afferma Finn, agli occhi di molti pedagogisti, di responsabili scolastici,
di donatori filantropici e probabilmente di una parte dell’opinione pubblica,
le Charter Schools sono percepite come un meccanismo principalmente destinato
ad aiutare gli studenti poveri a sfuggire dalle pessime scuole. Di per sé,
questa concezione rappresenta anche un atto di accusa indiretto delle scuole
statali.
Quali prospettive per il futuro?
Il ruolo assunto dalle Charter Schools rispetto ai milioni
di bambini poveri o delle minoranze etniche che meriterebbero di frequentare
scuole migliori di quelle nelle quali si trovano non può essere abbandonato.
Questo ruolo è una provocazione ed uno stimolo per le scuole statali che sono
incapaci per il momento di fornire un’istruzione di alta qualità a tutti almeno
negli Stati Uniti. A questo punto però ci si può anche chiedere se questo può
essere la sola vocazione delle Charter Schools. Probabilmente si dovrà in
futuro restaurare l’idea alla base delle Charter Schools. Si può in ogni modo
prevedere che un simile tentativo richiederà sforzi immani perché la
maggioranza dei responsabili scolastici e degli insegnanti non è affatto pronta
ad ammettere il modello alla base delle Charter Schools. Per altro, un conto è
ammettere il modello e un altro, ben diverso, è essere pronti ad attuarlo. I
promotori delle scuole charter ritengono che la strategia vincente sarebbe
quella di ampliare la gamma delle specializzazioni con scuole charter specializzate
per accogliere i bambini dotati, scuole charter specializzate nella formazione
professionale, scuole charter per l’educazione speciale o per
l’integrazione socioeconomica che offrono prospettive migliori di quelle dei
servizi scolastici vigenti forniti del sistema scolastico statale.
Inoltre, i promotori delle scuole charter sostengono che i
teorici del movimento dovrebbero insistere sulle modalità di governo della
scuola sì del punto di vista degli insegnanti, che da quello della tecnologia
oppure della concessione dei curricoli.