Il giorno dopo


    Dirigenti Scuole Autonome e Libere

 Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie  - Ente qualificato dal MIUR alla formazione

 

COMUNICATO  STAMPA

The day after

 

Forte ed convinta l’adesione, ieri, dei dirigenti scolastici alle diverse manifestazioni indette dai sindacati a Roma ed in tutta Italia. Una mobilitazione che non tanto sorprende (il vaso era già colmo da tempo!), quanto interroga. 

‘La rabbia dei presidi’,hanno titolato i giornali: una sintesi che fotografa bene lo stato d’animo di chi si torva impegnato su tanti fronti a ‘presidiare’ la propria scuola, spesso in solitudine, con tante responsabilità, rischi e con stipendi da ridere.

Una fotografia che, però, non dà ragione piena del perché tanti presidi abbiano deciso di ‘muoversi’, ed insieme.

Un altro slogan infatti,  più esplicativo, risuonava, ieri, sulla bocca dei dirigenti scolastici in agitazione: ‘Ridadeci la nostra dignità’. Dignità umana e professionale: la richiesta di essere riconosciuti per quel compito particolare, delicato e rischioso che è la guida di comunità educative come sono chiamate ad essere le scuole.

L’urgenza, ieri espressa in modo clamoroso e collettivo, di veder valorizzata la disponibilità, ultimamente gratuita, che muove una persona tutte le mattine ad accettare, varcando da preside la soglia della propria scuola, di partecipare al governo di professionalita’, esigenze formative, programmazioni, fatiche e attese per collaborare al successo formativo di ciascuno studente; una dignità che fonda le radici nella disponibilità ad impegnare talenti, professionalità, esperienza per la realizzazione di un’idea di scuola, di educazione, di conoscenza.

Il desiderio, rintracciabile nelle manifestazioni di ieri, di vedere valorizzata dallo Stato quella  responsabilità, personalmente e consapevolmente assunta dai dirigenti scolastici, sulla quale proprio lo Stato, attraverso i fondamenti costituzionali, le leggi, i dispositivi ministeriali e l’organizzazione degli uffici e del personale, punta per lo sviluppo del proprio sistema scolastico.

E, affinché questa responsabilità si dispieghi operativamente e liberamente,  l’esigenza di vedere garantite tutele giuridiche, strumenti di autonomia, norme adeguate, procedure semplificate.  

E’ chiedere troppo?

La Ministra Fedeli, nell’incontro nella serata di ieri con le rappresentanze sindacali dei presidi,  ha dichiarato che è disponibile a favorire un’armonizzazione del trattamento economico dei dirigenti scolastici con le altre categorie della dirigenza pubblica, di voler favorire la stesura del nuovo contratto di lavoro in tempi brevi, di rivedere la procedura per la valutazione dei presidi, di voler sostenere il dialogo con i sindacati.

E adesso?

Ora che le rappresentanze sindacali hanno saputo raccogliere e guidare la legittima azione di protesta aiutando i presidi ad esprimere pubblicamente urgenze e richieste sapranno esse altresì interpretarle condividendo insieme passi e proposte che aiutino a recuperare la dignità professionale perduta, liberandola da adempimenti e responsabilità insostenibili, per puntare sull'aspetto essenziale della professione, il suo ruolo di leader educativo? O si ritroveranno i dirigenti scolastici, tra un anno, ancora a  rivendicare giusti riconoscimenti, magari più esasperati di oggi?

L’occasione di ieri va letta come un punto di non ritorno per tutti, dirigenti scolastici, parti sociali, ministero, mondo della formazione: la consapevolezza, più matura e decisiva, di un ruolo e di un compito, quello dei dirigenti di scuola, su cui puntare rifinalizzando gli strumenti giuridici, le procedure, i modelli, la retribuzione economica. Un buon preside, si sa, può fare buona una scuola. Per questo puntare sulla sua valorizzazione, sulla sua formazione, sul suo protagonismo professionale e su un giusto riconoscimento stipendiale può contribuire a realizzare un buon sistema scolastico.

Con la preoccupazione, alla radice, di ripristinarne la dignità del ruolo.

Un compito impegnativo per le rappresentanze sindacali, per il mondo della politica e delle istituzioni, per chi ha a cuore la formazione dei giovani. Sapendo che un buon contratto di lavoro, non necessariamente può fare un buon preside.

Per questo DiSAL desidera collaborare a questa ripresa di protagonismo e consapevolezza professionale offrendo la ricchezza della propria proposta culturale, dei propri strumenti, delle proprie iniziative formative e la disponibilita’ a costruire insieme. E continuera’ a farlo nella forma di una compagnia nel lavoro oggi più che mai necessaria per sviluppare maturità professionali, scoperte culturali, strumenti innovativie servizi che rendano i presidi realmente protagonisti di scuole autonome e libere.


Milano, 26 maggio 2017  Ufficio stampa DiSAL

 
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