Esame di “maturità”: un rito inutile.


Siano in pieno svolgimento di quello che nelle scuole viene ancora chiamata “maturità”: l’esame di stato riformato dal Ministro Berlinguer e riaggiustato dall’attuale ministero.  Un esame che ormai sopravvive solo in virtù dell’art.33 della Costituzione, una prova ormai inutile e per alcuni aspetti organizzativi controproducente o iniqua.

DiSAL, fin dall’inizio del dibattito dell’attuale riforma della scuola, ribadì la necessità di togliere al sistema scolastico il compito di valutare sé stesso: la scuola secondaria di secondo grado deve concludersi con uno scrutinio finale contenente voti reali.  Con questi e con la preparazione effettiva ricevuta, lo studente dovrebbe presentarsi a prove gestite e valutate da un sistema nazionale di valutazione terzo rispetto all’Amministrazione e all’istituto scolastico, ai fini di una certificazione credibile per l’Università e per i vari percorsi di inserimento nella vita attiva.
L’attuale esame invece è Inutile perché promuove praticamente tutti i candidati (siamo giunti al 98%), al punto che tutte le università che somministrano testi di ammissione valutano il punteggio d’esame in una percentuale molto limitata ai fini della graduatoria di ammissione. Quando non accade poi che alcune università non lo valutino neppure e chiedano invece i voti del terzo e quarto anno. E’ inutile anche perché non accade più realmente una effettiva messa alla prova degli studenti, che vengono valutati per una seconda volta in un mese dai loro insegnanti, i quali debbono compilare un documento finale che poteva avere un senso quando c’era ancora una parte della commissione esterna.    Per non dire poi della cosiddetta certificazione finale che casca alla fine di un curricolo di studi dove non è mai stato richiesto di mettere a  tema le competenze o capacità da certificare.

L’attuale rioganizzazione contiene poi distorsioni contopproducenti ed in alcuni casi ingiuste:  la riduzione della funzione del presidente ad una mera routine burocratica (tra l’altro, visto che il presidente della licenzia media esercita la stessa funzione, quasi per lo stesso periodo, perché anche questo non riceve un compenso simile a quello della “maturità”?); il mancato serio controllo di alcune scuole non statali (che con il loro operato oscurano sui mass-mediala la serietà della stragrande maggioranza delle paritarie) dove sono aumentati  i privatisti (da 198 del 2000 a 15.167 del 2004 aumento del 7500%);  la forte e costante crescita del numero degli “ottisti”, i candidati che “saltano” l’ultimo anno, usufruendo della norma che autorizza questo “rito abbreviato” agli studenti che hanno la media dell’otto nel penultimo anno.

Sappiamo che purtroppo la riforma dell’esame di “maturità” e soprattutto la “risistemazione” del 2002, sono state causate da esigenze di carattere finanziario. All’origine quindi non certo una visione complessiva del percorso formativo della scuola.   Purtroppo però lo schema di decreto legge per la riforma del secondo ciclo e l‘ordinamento definitivo (almeno pare !) dato all’INVSLSI non permettono di sperare che si vada ad un serio cambiamento di questo sistema. A favor di chi ?
 
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