Alternanza scuola lavoro: chi lo fa trova lavoro prima
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Alternanza scuola lavoro, chi la fa trova
lavoro prima. E spesso resta nella stessa azienda
Tecnicadellascuola – 7/6/2019 - Fabrizio
De Angelis
L’ultimo rapporto condotto
da AlmaDiploma e AlmaLaurea ha messo in
evidenza alcuni aspetti legati ai neodiplomati.Il Rapporto, bisogna ricordare, ha
riguardato quasi 85 mila diplomati del 2017 e del 2015,
nello specifico, ha coinvolto oltre 47 mila diplomati del 2017, contattati a un
anno dal diploma, e 37 mila diplomati del 2015, contattati a tre anni.
Se è vero che un anno dal
diploma, il 66,8% dei diplomati prosegue la propria
formazione ed è iscritto ad un corso di laurea (il 51,1% ha optato
esclusivamente per lo studio, il 15,7% frequenta l’università lavorando), e che
solo il 19,8% ha preferito inserirsi direttamente
nel mercato del lavoro, il Rapporto mette in evidenza alcuni legami fra
l’occupazione e il bagaglio esperienziale del giovane. In particolare, ci
soffermiamo in questo articolo sull’alternanza scuola lavoro.
Alternanza
scuola lavoro
Dall’Indagine, infatti, emerge che
le attività di Alternanza scuola-lavoro e stage, svolte durante gli studi o nel
periodo successivo al conseguimento del diploma, esercitano un effetto positivo
in termini occupazionali.
Per quanto riguarda le attività di
Alternanza scuola-lavoro e stage durante gli studi si evidenzia che chi
ha svolto questo tipo di esperienza, rispetto a chi non lo ha fatto, ha il
40,6% in più di probabilità di lavorare; la probabilità è pari al
70,9% in più se si considerano le esperienze di stage svolte in
azienda dopo il conseguimento del diploma.
Le attività di Alternanza
Scuola-Lavoro consentono ai ragazzi di realizzare il proprio percorso
formativo alternando periodi di studio in aula e forme di apprendimento in
contesti lavorativi ed esperienze di stage, attivati sulla base di convenzioni
fra scuola e azienda e che consistono nel trascorrere un periodo di tempo
all’interno di una realtà lavorativa esterna alla scuola.
Tali attività, dunque, sembrano
fornire un certo vantaggio a chi ne usufruisce. Inoltre, i ragazzi impegnati in
progetti di alternanza hanno in molte occasioni chance di rimanere dopo la
conclusione del progetto e degli studi: infatti, il rapporto evidenzia come
tali esperienze non restino isolate, ma spesso si traducono in un rapporto di
lavoro con l’azienda presso cui lo studente ha svolto i periodi lavorativi
previsti dal progetto.
Anche se sui diplomati del 2017
tali esperienze non riguardano ancora la totalità dei diplomati, riferiscono
ancora i dati AlmaLaure e AlmaDiploma, l’indagine rileva che, ad un anno dal
titolo, il 20,2% di quanti hanno svolto l’alternanza
scuola-lavoro è stato successivamente richiamato dall’azienda i cui ha svolto tale
attività.
Non sorprende che ad innescare
maggiormente tale meccanismo siano gli istituti tecnici e professionali, con
rispettivamente il 23,3% e 24,8% di diplomati
che ricevono una successiva proposta di collaborazione dall’azienda.
Infine, il rapporto 2019 mette in
risalto che ra quanti hanno svolto attività di alternanza scuola-lavoro durante
gli studi e risultano occupati al momento dell’intervista, il 33,0% dichiara di
lavorare, ancora dopo un anno dal diploma, nell’azienda presso cui ha svolto tale
esperienza (è il 31,4% tra i tecnici e il 39,7% tra i professionali).
Questo significa che in tali casi
le aziende sfruttano il progetto di alternanza scuola lavoro per “crescere” i
futuri dipendenti.
Ma
l’alternanza cambia: il nome e le ore
Nel frattempo l’alternanza scuola
lavoro ha cambiato nome e modalità: il monte ore arriva
complessivamente a 90 ore obbligatorie di per i licei e 150 per i
tecnici, mentre per i professionali ad un massimo di 210.
Adesso, il progetto si chiama “percorsi
per le competenze trasversali e per l’orientamento”.