Dalla formazione dei DS alla sicurezza, Delfino (DiSAL): ‘Cosa chiediamo alla Ministra’
Tuttoscuola - 15 gennaio 2020
Cambio di ministro, separazione di competenza su scuola e università e formazione dei nuovi dirigenti scolastici. E poi ancora: Maturità e sicurezza. Ezio Delfino, presidente di DiSAL, Dirigenti Scuole Autonome e Libere, ha le idee chiare su ciascuno di questi argomenti e una profonda convinzione in linea con il pensiero della neo ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: dobbiamo “riportare i ragazzi e il loro futuro al centro del sistema di Istruzione e del Paese”. Ecco cosa ha raccontato a Tuttoscuola.
È stato nominato un nuovo
Ministro dell’istruzione. Come ha reagito l’Associazione che presiede?
“L’individuazione di una persona che proviene dal mondo
della scuola è un dato positivo. Chiediamo alla Ministra
Azzolina non solo di saper interpretare competenze tecniche, ma anche di
operare scelte alla luce di una visione della scuola il più possibile
condivisa con i diversi suoi protagonisti e le sue realtà associate e di
rappresentanza”.
Cosa pensa della
separazione delle competenze su scuola e università?
“La separazione promossa dal premier Conte va interpretata come volontà
di una risposta operativa alle ragioni delle dimissioni del Ministro
Fioramonti. Di fronte alla crisi attuale, l’istruzione e l’università
rappresentano ambiti decisivi per recuperare terreno sulla strada dello
sviluppo e, per questo, necessitano oggi di essere coordinati e presidiati
puntualmente e con spirito di iniziativa”.
Prevede un cambio di rotta
per le politiche formative?
“La direzione da perseguire è una sola: ‘riportare i ragazzi e il loro
futuro al centro del sistema di Istruzione e del Paese’ come ha dichiarato la
Ministra Azzolina, ma la prospettiva programmatica che segnerà le rotte di
azione sarà determinata dalle scelte scritte nella legge di Bilancio 2020 e
dalla forza politica che la coalizione di Governo sarà in grado di esprimere
nei prossimi mesi”.
Quali obiettivi chiari ed
ambiziosi si aspetta?
“La neo Ministra è chiamata ad attuare decisive ed improrogabili
azioni: l’attesa applicazione delle nuove norme del Decreto scuola; la nomina
dei diversi responsabili di direzioni scolastiche ministeriali e regionali
vacanti da tempo; la immediata predisposizione e la pubblicazione dei bandi di
concorso per l’immissione di docenti e Ata; l’implementazione del Piano
triennale di formazione dei docenti; le trattative per i rinnovi contrattuali
del personale scolastico; la improrogabile semplificazione di norme che
vincolano e snaturano il lavoro di presidi e di segreterie scolastiche; gli
annunciati interventi in materia di edilizia scolastica e di responsabilità dei
dirigenti scolastici sulla sicurezza; le politiche di salvaguardia della
libertà educativa per tutte le scuole del sistema pubblico, statali e
paritarie”.
Con l’avvio del corrente
anno scolastico sono stati nominati circa 2000 dirigenti scolastici. Quali sono
gli ingredienti che la dirigenza scolastica deve possedere nel cercare di
migliorare continuamente il livello di qualità di funzionamento
dell’istituzione scolastica?
“Una direzione innovativa affronta i problemi che sembrano appesantire
le scuole e lo fa partendo da un positivo, da un’idealità operativa, sostenendo
il tentativo di chi ha passione, le progettazioni efficaci, le occasioni
formative che realizzano esperienze di conoscenza e di bene delle persone e dei
contesti. Il tutto puntando quotidianamente allo scopo irrinunciabile dell’
‘impresa scuola’: non solo trasmissione di saperi, di capacità, di competenze,
ma generazione di cultura come avventura di vita e di conoscenza”.
Quale formazione mettere in
campo a sostegno dei nuovi dirigenti per favorire il miglioramento della
professionalità?
“È da evitare un approccio esclusivamente burocratico-formale alla
funzione direttiva sostenendo, invece, il potenziamento di caratteristiche,
qualità e competenze che rendano i dirigenti scolastici promotori di autentiche
comunità di apprendimento. Dovranno essere sostenuti a maturare la
consapevolezza che il loro campo di azione e di proposta è innanzitutto
l’autonomia delle istituzioni scolastiche, concepita ed attuata sempre più come
spazio di iniziativa organizzata allo scopo formativo”.
È ripartito il processo
triennale che riallinea il RAV, con il PTOF ed il Piano di miglioramento. Dopo
il primo triennio è possibile trarre delle conclusioni? Quali secondo lei le
ricadute sul funzionamento della istituzione scolastica?
“La fase di rendicontazione è stata il momento per ripercorrere, anche
in chiave critica, il percorso di miglioramento avviato nel precedente
triennio. Le scuole hanno imparato a familiarizzare con modelli, dati,
progettazioni e a rileggere le azioni formative avviate secondo una prospettiva
di senso e di efficacia, scommettendo, in qualche misura, sul raggiungimento di
obiettivi di miglioramento. Una nuova ed interessante consapevolezza che, per
il triennio 2019/2022, dovrà essere accompagnata da direttive ministeriali con
obiettivi semplici e chiari, mettendo a disposizione procedure e format
nazionali di immediata compilazione, da interventi di formazione dei dirigenti
e docenti e dalla valorizzazione di percorsi di ricerca-azione sui modelli di miglioramento
avviati da singole scuole e dalle reti”.
La circolare del Miur sulla
maturità 2020 porta a regime quanto previsto in materia dal decreto legislativo
62/2017. Come giudica il nuovo modello di esame di Stato di II grado?
“Introduce sfide valutative che nascono dalla necessità di integrare le
esperienze di scuola-lavoro nella valutazione scolastica, di valorizzare la
valutazione per competenze e di ideare nuove modalità di conduzione del
colloquio finale. E pone sfide didattiche determinate dalla necessità di
realizzare un approccio interdisciplinare dell’insegnamento, di rivedere la
progettazione didattica di classe in relazione ai quadri di riferimento delle
prove d’esame, di inserire i Percorsi per le Competenze Trasversali e
Orientative nelle didattiche disciplinari e di fare i conti, nel percorso
quinquennale, con gli apprendimenti richiesti dalle prove INVALSI di fine ciclo
in italiano, inglese e matematica”.
È un fatto positivo
l’eliminazione dal colloquio del meccanismo delle buste?
“Il problema non è il meccanismo di scelta dei contenuti, ma che esso
rispetti il cambio di paradigma del colloquio rispetto al precedente
Esame di stato: dalla prevalenza data alla ‘tesina’ e a domande disciplinariste
da parte dei commissari, all’impegno della commissione di predisporre una
‘traccia’ con adeguati materiali e spunti da cui partire (testi, documenti,
esperienze, progetti, problemi) cui corrisponda la responsabilità del candidato
di affrontare un orale più ispirato all’integrazione dei saperi e che consenta
di valutare il conseguimento degli obiettivi di apprendimento propri del
profilo di studio e, appunto, la ‘maturità’ nell’organizzazione delle
conoscenze”.
Come valuta la modifica
legislativa che fa confluire il finanziamento del bonus premiale dei
docenti nel Fondo di istituto?
“Il bonus è nato come strumento di meritocrazia in un contesto politico
istituzionale molto diverso dall’attuale e, come dispositivo, ha perso molto
della sua natura di valorizzazione del lavoro dei docenti e di stimolo al
miglioramento. Far confluire le risorse premiali nel Fondo di Istituto aumenta
la responsabilità dei dirigenti scolastici e delle rappresentanze sindacali,
nelle fasi di contrattazione di istituto, di realizzare una condivisa ed
equilibrata valorizzazione del lavoro, frutto di una riflessione sui compiti e
sulla funzione dei docenti in relazione all’idea di scuola che si intende
promuovere. In attesa che il MIUR, per avviare un coerente modello di
premialità, promuova un sistema nazionale di valutazione dei diversi soggetti
(dirigenti scolastici, docenti, Ata)”.
Sicurezza delle scuole.
Molti edifici scolastici versano in situazioni di degrado. Come si può
affrontare questa urgenza, avendo ben presenti l’entità dei fondi necessari e i
vincoli finanziari attuali?
“I diversi governi hanno messo a disposizione per i prossimi anni forti
finanziamenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici,
lanciando anche l’operazione trasparenza sui dati dell’Anagrafe dell’Edilizia
Scolastica attraverso il portale del MIUR. Sono misure da sostenere e da
coordinare urgentemente per individuare gli edifici che necessitano di
interventi prioritari. Occorre, però, anche semplificare le modalità di accesso
ai fondi per l’edilizia scolastica da parte degli Enti proprietari e le
procedure da espletare tra i vari Enti territoriali e di controllo. La nuova
Ministra potrebbe, inoltre, far propria la proposta dell’ex ministro Fioramonti
di realizzare una cabina di regia destinata ad accompagnare le scuole e gli
enti locali nel percorso della ristrutturazione degli edifici, favorendo anche
lo snellimento del flusso dei dati sullo stato di fatto degli edifici
scolastici”.