Il capitale scuola
Documento della Direzione nazionale DiSAL
settembre 2020
DALLE CRITICITÀ ALLA RIPRESA
Un tempo per ricostruire
Dalla paura alle ragioni
C’è un sentimento di paura che aleggia nei confronti della ripresa delle attività didattiche, ma, forse, è più corretto dire che in molte situazioni prende piede un allarmismo che può generare incomprensione e contrapposizioni incrinando l’alleanza scuola - famiglia, allarmismo talvolta alimentato dai mass media e anche da strumentalizzazioni di parte.
Occorrono, allora, delle ragioni che sfidino la paura e ristabiliscano la necessaria fiducia: occorrono speranze fondate, relazioni significative, motivazioni chiare, nuove competenze professionali. Per questo l’avvio delle lezioni si presenta come un’occasione straordinaria per rimettere al centro della proposta didattica la relazione educativa: un inizio nuovo, perché sono richiesti approcci autentici, nuove iniziative e rinnovate responsabilità di tutti i soggetti, all’altezza della sfida educativa che è in atto.
È decisivo che i ragazzi trovino adulti che li aiutino a stare davanti alle sfide ed alle responsabilità che la vita in comune a scuola comporta: presenze significative che testimonino la bellezza di apprendere, di creare, di vivere. E di sperare.
È un momento che, paradossalmente, si preannuncia come fecondo, creativo e foriero di cambiamento; è il momento per confezionare anche ai bambini ed ai ragazzi in situazione di svantaggio apprenditivo o sociale una proposta adeguata e personalizzata; è il momento per realizzare un’immagine di scuola come luogo di sperimentazioni che anticipino modalità di rapporto e di progettazione esemplificativi anche per la tanto attesa ripresa della vita sociale.
Il metodo
Il tema della sicurezza reso ancora più acuto dal rischio Covid è sicuramente importante, ma non bisogna perdere di vista il fine cardine per cui la scuola esiste: la formazione delle giovani generazioni.
Imprevedibilmente proprio l’emergenza epocale sta spingendo tante scuole, statali e paritarie, ad immaginare risposte non solo transitorie ma ideate in termini di innovazione di sistema.
Come sostenere l’attesa di una ri-generazione del ‘fare scuola’? Si tratta di imparare il metodo generativo: leggere le circostanze lasciando che esse pongano domande e allo stesso tempo ponendo loro domande giuste: passare dal know-how al know-why, dal ‘sapere come’ al ‘sapere perché’. E dalle risposte intraviste saper trarre le coordinate per impostare le prospettive della ripresa.
Gestire la complessità
Fare insieme
Se le attività didattiche del nuovo a.s. 2020/21 sono cominciate, è perché dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico e ausiliario hanno affrontato l’emergenza con impegno, determinazione e forte senso di responsabilità aiutando le famiglie a trovare nella scuola un punto di riferimento per vincere gli allarmismi e sentirsi garantite nella gestione della sicurezza dei propri figli a scuola. La complessità si affronta e si gestisce, infatti, non solo con regolamenti e protocolli, ma facendo crescere fiducia e relazioni tra persone, tese ad un fine comune. Relazioni efficaci che attingono ragioni non esclusivamente dall’applicazione di diritti o doveri, ma anche da matrici etiche e da valori condivisi attorno ai quali realizzare azioni di collaborazione alla direzione e al governo delle istituzioni scolastiche.
Cooperazione
Mai come in questo momento occorrono corresponsabilità e cooperazione da parte di tutti i soggetti. I lunghi mesi di sospensione delle lezioni hanno fatto emergere in questa prospettiva l’esigenza di un patto condiviso tra operatori della scuola, tra scuola e famiglie e tra scuola e territori, il bisogno di concepire l’azione di ciascun soggetto come servizio alla comunità di scuola e la necessità di superare contrapposizioni per ricostruire un nuovo tessuto di relazioni. È un’alternativa importante al prevalere di sospetti, di pregiudizi e di individualismi che in passato hanno gravato sull’operato delle scuole.
Una funzione regolativa
Fin dai primi giorni di riapertura le scuole stanno abituando i ragazzi al rispetto dei protocolli di sicurezza e delle norme previste dalle singole istituzioni scolastiche: interventi di valore altamente formativo che stanno facendo riscoprire alle scuole il proprio ruolo sociale, reinterpretato attraverso la funzione regolativa così necessaria in questo momento. Una prospettiva che offre l possibilità di un avvio esperienziale ai nuovi percorsi di Educazione Civica.
Autonomia alla prova
Comunità di comunità
La scuola non è una monade, e la pandemia ha proprio dimostrato come essa non possa concepirsi in modo autoreferenziale e slegata dal proprio contesto: essa appartiene alla comunità del proprio territorio. Scuola, Enti Locali e Terzo settore sono chiamati sempre di più a raccordarsi con le scuole affinché queste diventino ‘comunità di comunità’, di nuovo finalmente al centro e non alla periferia della società.
Nuovi equilibri
L’autonomia è stata messa alla prova in questi mesi e lo sarà nei prossimi. Si sono ripensati metodi, momenti, spazi, occasioni, strumenti dell’apprendimento e spesso lo si è fatto con una creatività meno intimorita dalla burocrazia e cercando nuove alleanze. È stato un segnale importante, ma occorre ora trovare un equilibrio nuovo tra amministrazione scolastica (centrale e/o periferica) e singole autonomie (anche riunite in reti territoriali o di scopo) e tra queste e le competenze degli Enti locali ed Unità sanitarie, segnando competenze e compiti chiaramente identificabili al fine di evitare ingerenze, indecisioni e formalismi inutili.
UNA SCUOLA PER RIPARTIRE, MA NON COME PRIMA
PROSPETTIVE e PROPOSTE
Organico
Le rassicurazioni da parte del ministero e del governo sul fatto che il 14 settembre tutti i docenti sarebbero stati in classe ad accogliere gli studenti dopo i mesi del lockdown e delle vacanze estive, si sono rivelate ben poco corrispondenti alla realtà e come ogni anno (ma oggi ovviamente la cosa pesa molto più per le necessità del distanziamento, per la divisione della classe in più gruppi, per la presenza di lavoratori fragili…) ogni istituto si è trovato a partire con organico ridotto.
È invece necessario che:
Rilanciare le professionalità della scuola (middle management)
L’investimento sul profilo e sulle competenze professionali del docente è un punto cruciale per lo sviluppo del sistema scuola.
La scuola ha tenuto ed è ripartita in questi mesi, infatti, anche per l’impegno di tanti docenti che hanno collaborato in modo stretto con i dirigenti scolastici realizzando il modello di una leadership condivisa. Molti sistemi scolastici europei ed extraeuropei hanno da tempo avviato percorsi di formazione e reclutamento delle figure di sistema e definito carriere per i docenti collaboratori della direzione: è tempo che anche in Italia siano sostenute e formate professionalità a servizio delle diverse aree in cui si realizza il servizio scolastico: quella della docenza, quella della ricerca didattica, quella delle tecnologie informatiche e quella del supporto alla direzione, con aumenti salariali legati a carriera e merito.
Regolazione rapporti tra amministrazione scolastica e autonomie scolastiche
Le due spinte opposte e contrarie di centralismo ed autonomia devono ora trovare un bilanciamento: regole chiare e snelle dal governo centrale e dal ministero e apertura alle singole autonomie scolastiche nel decidere, caso per caso, come affrontare criticità e scelte didattiche e gestionali.
Medico scolastico
Nel Piano scuola 2020-2021 pubblicato il 26 Giugno 2020 dal Ministero dell’Istruzione al punto ‘Sintesi delle azioni e degli strumenti per la ripartenza’ si sostiene l’opportunità di avviare “raccordi tra gli Istituti scolastici e i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali, anche tramite la previsione di uno specifico referente medico per le attività scolastiche”: un auspicio che non ha trovato al momento attuazione operativa, mentre l’art 14 della Legge 833/78 - istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale e tuttora in vigore - ne prevede la nomina. Una professionalità che, se presente nelle scuole, potrebbe affiancare la responsabilità dei dirigenti scolastici, dei docenti e dei genitori non solo per far fronte alla gestione dell’attuale emergenza, ma anche per attivare i controlli dei requisiti igienico-sanitari degli edifici scolastici e delle mense, e per gestire la diagnosi e la cura preventive delle malattie e dei disturbi proprie dell’età evolutiva.
Rilancio delle azioni Scuola- Lavoro
Preoccupa il fatto che il nuovo regolamento che riorganizza il ministero dell’Istruzione, in corso di attuazione, rischi di ridimensionare pesantemente le Direzioni dedicate alla scuola-lavoro e all’ist-ruzione tecnica, Its inclusi. Occorre ripristinare una struttura interdipartimentale dedicata ai rapporti con il mondo del lavoro e i territori, che sostenga le azioni di progettazione delle attività di alternanza scuola lavoro messe in atto dalle scuole. Mai come adesso occorre sostenere percorsi formativi professionalizzanti che diano ai giovani competenze per l’occupabilità.
Gestione funzionale dei fondi assegnati alle scuole in tempo di emergenza (e non solo)
I fondi PON-FESR o relativi al PNSD o la gestione del contingente di Assistenti Tecnici per reti di istituti comprensivi nei mesi del lockdown, mostrano come sia possibile assegnare risorse economiche ed umane alle scuole e creare procedure semplici e di rapida applicazione che le rendono immediatamente utilizzabili. Liberare la scuola introducendo procedure chiare, semplici, trasparenti: è la via per facilitare chi opera e anche chi controlla. Anche nell’utilizzo delle risorse finanziarie per la gestione della prevenzione protezione in materia di sicurezza che occorre, inoltre, aumentare in modo significativo a disposizione delle scuole.
Fondi europei
I finanziamenti all'Italia arriveranno da Sure, Bei e Mes e potrebbero garantire quasi 100 miliardi di risorse cui si aggiungerà la 'dote' di 172 miliardi del futuro Recovery Fund da investire in settori strategici (infrastrutture, digitale, ambiente) e per finanziare riforme strutturali riguardanti anche la scuola, in un’ottica di sviluppo comune tra i Paesi europei. È auspicabile che l’Italia si doti di un metodo di programmazione che sostanzi la redazione del Programma Nazionale di Riforma (Pnr), il documento che annualmente i governi europei devono presentare a Bruxelles.
Decisive le aree strategiche di programmazione ed investimento per la scuola, statale e paritaria, quali la costruzione di nuovi edifici scolastici, la formazione del personale docente e direttivo, il rilancio della ricerca educativa ed il sostegno del diritto allo studio (equità per le famiglie nell’accesso al sistema pubblico scolastico, valorizzazione dei talenti, sostegno alla disabilità).
Gestione sicurezza e responsabilità dei DS
È un tasto dolente che spesso è percepito come una spada di Damocle sulla testa di DS, DSGA e docenti. Di fronte alle continue novità legate alle norme sulla sicurezza e sulla privacy, è necessario tornare ad aprire il confronto sulla definizione delle responsabilità del DS, dei docenti e del personale in generale in materia di obblighi per la sicurezza degli ambienti e dei lavoratori. Non soltanto perché anche su questo tema ‘le carte siano a posto’, ma perché si possano realizzare modelli gestionali e percorsi di formazione in termini sostanziali e sostenibili per una cultura condivisa della sicurezza.
Edilizia
Macro e micro edilizia scolastica per creare nuovi spazi di apprendimento o per ripensare in modo innovativo le strutture esistenti. Anche in questo caso l’emergenza COVID ha mostrato in positivo ed in negativo la fondamentale importanza di rapporti stabili e schietti tra istituzioni scolastiche ed Enti Locali. Dove questi ultimi erano già in dialogo con le singole scuole, i lavori per consentire la ripresa delle attività didattiche in sicurezza sono stati avviati e si sono conclusi o sono in via di conclusione ed è stato possibile realizzare progetti edilizi non solo a breve, ma anche a medio termine: dall’idea o necessità dell’intervento di emergenza, si è passati a progettare e a creare strutture destinate a rimanere in dotazione alla scuola.
I tempi nuovi che stiamo vivendo richiedono anche spazi nuovi, dinamici e flessibili, pensati non dall’alto, ma attraverso una progettazione che unisca la professionalità alla conoscenza del contesto da parte di chi vive la scuola.
Le scuole sono un patrimonio di tutti che può diventare capitale connettendo esperienze, saperi, responsabilità e prospettive, valorizzando il lavoro di chi il cambiamento lo ha già iniziato.
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