Passa il 100% per la mobilità dei DS fra le regioni


Fonte: Dirigenti news. Articolo dell'8 giugno 2023

Ieri, 7 giugno, è stato approvato alla Camera, con voto di fiducia, l'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche. Ora il provvedimento va all’esame del Senato per la conclusione definitiva dell’iter di conversione.

Tra le misure che interessano la scuola, finalmente hanno trovato cittadinanza le attese modifiche alla mobilità interregionale dei dirigenti scolastici.

Il nuovo testo recita: “nelle more della definizione di una nuova disciplina della mobilità interregionale dei dirigenti scolastici in sede contrattuale e in deroga a quella già prevista nella medesima sede, esclusivamente per le operazioni di mobilità dell'anno scolastico 2023/2024 è reso disponibile il 100 per cento del numero dei posti vacanti in ciascuna regione. Dall'attuazione del primo periodo non devono derivare situazioni di esubero di personale per il triennio relativo agli anni scolastici 2023/2024, 2024/2025 e 2025/2026. Per la procedura di cui al presente comma non sono richiesti gli assensi degli uffici scolastici regionali interessati, salvo il caso di diniego da parte dell'ufficio scolastico della regione richiesta nei casi di esubero di cui al secondo periodo o per effetto della necessità di eseguire provvedimenti giurisdizionali che dispongono l'immissione in ruolo nella regione medesima”.

Si passa così dalla soglia del 60 per cento dei posti vacanti e disponibili al 100 per cento, come a lungo richiesto dalla CISL Scuola, modificando la precedente formulazione dell’art. 19 quater del dl 4/2022 che prevedeva: “in deroga temporanea al limite fissato in sede contrattuale per la mobilità interregionale dei dirigenti scolastici, è reso disponibile il 60 per cento dei posti vacanti, annualmente, in ciascuna regione per gli anni scolastici 2022/2023, 2023/2024 e 2024/2025. Per la suddetta mobilità, oltre all’assenso dell’Ufficio scolastico regionale di provenienza, è necessario quello dell'Ufficio scolastico della regione richiesta. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare situazioni di esubero di personale, anche per gli anni scolastici successivi all'ultimo anno scolastico indicato al primo periodo”.

Il provvedimento dunque deroga la disciplina contrattuale nella sua interezza per il solo anno 2023/2024, aumenta la soglia portandola al 100 per cento dei posti vacanti e disponibili ed elimina gli assensi degli Uffici scolastici regionali. Rimangono vincoli insuperabili la necessità di evitare esuberi nell’organico regionale e di dare esecuzione a provvedimenti giurisdizionali.

Naturalmente la situazione rimane decisamente complessa per coloro che ambiscono a tornare in quelle regioni ove, nonostante i pensionamenti, sono prevedibili pochissimi posti vacanti, anche per effetto dei contenziosi per precedenti procedure concorsuali e richieste inevase di mobilità interregionale. Ma su questi fattori largamente previsti ed annunciati evidentemente non era possibile incidere.

Un ulteriore enorme ostacolo è poi rappresentato dall’imminente emanazione dei bandi regionali per il concorso dei dirigenti scolastici. Il relativo Regolamento prevede infatti che siano messi a bando i posti che risultino vacanti e disponibili alla data di indizione del concorso ed inoltre i posti che nel triennio di riferimento e persino nei due successivi anni deriveranno dai pensionamenti per limite di età e dalla media di cessazione dal servizio per altri motivi. Dai posti così determinati sono detratti solo quelli occorrenti per l’assunzione dei vincitori dei concorsi precedenti.

Come si vede, il rientro nella regione di residenza sarà sostanzialmente arduo dopo l’emanazione del bando e per questo deve essere sfruttata nel miglior modo possibile la finestra aperta con l’attuale provvedimento sulla mobilità interregionale.

Non possiamo esimerci dall’esprimere comunque profondo rammarico e grande cruccio per il ritardo nell’adozione di questa misura che era stata richiesta ripetutamente dalla Cisl Scuola e da altre Organizzazioni sindacali. Erano state avanzate svariate proposte per la stipula di un’intesa, per la modifica attraverso un contratto integrativo, per un intervento attraverso provvedimento di legge. Quest’ultima ipotesi, poi realizzata, è stata però attuata in ritardo e con una sorta di timidezza e con remore, tanto da fermare la soglia al sessanta per cento, portandola solo ora al cento per cento.

I governi precedenti dunque non hanno voluto ascoltare, determinando così una situazione di grande difficoltà che potrà evidentemente essere risolta solo in parte nella mobilità dell’a.s. 2022/2023.

Nonostante la ristrettezza del margine di azione rimasto, continueremo a sostenere le ragioni di chi ha affrontato e superato un concorso nazionale e chiede di avere una prospettiva di rientro nella regione di residenza. Le prossime tappe saranno il confronto sull’annuale circolare per i mutamenti di incarico e poi la definizione del nuovo testo contrattuale che lo stesso provvedimento di legge chiama in causa e per il quale - fatto che si commenta da sé - non esiste ancora neppure l’Atto di indirizzo.

 
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