Certificazione delle competenze, verso nuovi modelli


Fonte: Dirigenti news CISL Scuola. Articolo del 26 ottobre. Il Ministero si appresta a intervenire sui modelli per la certificazione di competenze, ulteriore tassello entro l’ampio disegno relativo alle azioni sull’orientamento.

Secondo le anticipazioni sullo schema di decreto inviato in questi giorni al CSPI, saranno finalmente adottati modelli omogenei di certificazione delle competenze al termine della scuola primaria, al termine del primo ciclo dell’istruzione, in assolvimento dell’obbligo di istruzione e in uscita dai percorsi di istruzione per gli adulti di primo livello. La base comune di riferimento è nelle competenze chiave per l’apprendimento permanente, la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 maggio 2018, pur nella necessaria differenziazione della descrizione analitica delle competenze a seconda dei livelli scolastici. Rilevante anche il ruolo dell’E-Portfolio per la messa a disposizione delle famiglie e dei successivi gradi scolastici della certificazione di competenze.

L’intervento previsto nello schema di decreto ricostruisce pertanto un quadro unitario sostituendo i modelli di cui al DM 9/2010, al DM 742/2017 e alla Nota DGOSVI 22381/2019.

Si tratta di un’operazione certamente necessaria ed opportuna, considerando la disomogeneità dei diversi modelli esistenti. È inoltre un intervento significativo, che evidenzia un punto di arrivo per un processo da molto tempo in atto e che ha visto un progressivo spostamento dei significati e degli intenti che hanno accompagnato la discussione su questi temi.

Siamo davvero molto lontani dalle incertezze e dalle difficoltà che hanno caratterizzato in passato il dibattito scolastico sulle competenze, concentrato allora soprattutto sul disegno pedagogico e didattico, più che sulla flessibilità nella scelta dei percorsi formativi. Solo alcuni anni fa era vivo il confronto sul rapporto tra abilità, conoscenze, competenze, e non c’era accordo persino sulla definizione univoca di questi termini, insieme alle sottolineature sulla conseguente adozione di metodologie didattiche attive e laboratoriali che accompagnavano la sperimentazione dei modelli di certificazione delle competenze.

Oggi le linee guida sottolineano ampiamente e senza incertezza l’importanza della certificazione delle competenze anche in funzione di un eventuale riorientamento per il successo formativo, “riconoscendo la possibilità che la scelta effettuata durante l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado possa essere rivista”. Come si vede si tratta di una impostazione concentrata piuttosto sulla necessità di fornire supporto all’introduzione di elementi di flessibilità nella scelta del percorso scolastico, una preoccupazione che appare più strutturale che orientata a temi di natura pedagogico/didattica che allora avevano ad esempio accompagnato la sperimentazione nel primo ciclo di istruzione.

L’iter di emanazione del decreto prevede il parere del CSPI e sarà interessante la disamina che sarà fatta del provvedimento nelle sue molteplici sfaccettature. Rimane però il fatto che si tratta di una piccola rivoluzione, uno dei segnali della stagione che stiamo vivendo di rilevanti cambiamenti provocati dal PNRR, cambiamenti che per lo più hanno l’ambizione di ricostruire un quadro coerente rispetto alla molteplicità di interventi patchwork che abbiamo vissuto nei decenni precedenti.

Riteniamo apprezzabile l’impegno nel rimettere ordine e dare equilibrio e coordinamento al funzionamento del sistema scolastico. La strada maestra da seguire è quella della semplificazione e del recupero di significatività dei diversi atti che vengono richiesti alla scuola. Ci auguriamo che il decreto operi in questa direzione e che non si perda l’occasione per superare formalismi e pesantezze burocratiche, a favore di un recupero del significato profondo del fare scuola e del valore dell’istruzione come momento ineludibile di crescita dell’intero Paese.


 
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