Ignazio Venzano, Dirigente scolastico della Deledda International School di Genova fino a pochi anni fa, traccia il confronto tra sistema di governance in Italia e in altri Paesi europei a cinquant’anni dalla nascita degli Organi collegiali.
I cinquant'anni di vita dei Decreti delegati coincidono con la nuova legge sul dimensionamento scolastico, che a partire dal prossimo settembre ridurrà le sedi di servizio dei dirigenti scolastici, con relative segreterie, da 7.960 a 7.461. Ogni dirigente avrà competenza su scuole molto grandi o molto diverse, collocate spesso in diversi Comuni. Avremo collegi docenti sempre più numerosi, dove sarà difficile discutere seriamente e decidere, e consigli di istituto sempre meno rappresentativi delle troppe realtà che dovrebbero essere presenti. Negli istituti “omnicomprensivi” (dalla scuola dell’infanzia a istituti secondari di secondo grado) la normativa prevede un commissario straordinario, nessun consiglio di istituto.
Che peso ha e avrà tutto ciò di fronte al tema dell’autonomia differenziata delle regioni? A fronte dello scenario presente dove già la partecipazione è scarsa e di ciò che avverrà a breve, occorre ripensare al ruolo di tutti gli attori nel governo della scuola, docenti genitori e studenti certo, ma anche l’autorità scolastica e l’ente locale del territorio dove la scuola vive.
Può essere utile trarre qualche spunto dal confronto con tre sistemi molto diversi tra loro, la Francia (con la sua tradizione di scuola “nazionale”), la Germania (dove chi gestisce è definito dalle leggi dei singoli Stati o Länder), l’Inghilterra (dove esistono diverse forme di gestione e la scuola non è “statale”). Di fronte alle situazioni diversissime di norme, di situazioni geografiche e di indirizzi di studio, i temi prevalenti sono tre: gli attori della scuola, chi e come la dirige, il territorio.
In Francia l’autorità scolastica è una sola, il ministero dell’educazione, articolato in 18 regioni “accademiche”, 30 académies e 97 direzioni dei servizi dipartimentali. Gli enti locali sono incaricati della gestione degli edifici, dei trasporti e della fornitura alle scuole statali di tutto ciò che è loro necessario, nelle scuole private a contratto lo Stato assume e paga gli insegnanti.
Le scuole primarie sono servizi erogati dai Comuni, hanno mediamente 150 studenti e un consiglio scolastico, formato dal direttore che lo presiede, dagli insegnanti, dal sindaco o da un consigliere dell’ente locale, dai rappresentanti dei genitori e dal delegato del dipartimento scolastico. Tra le decisioni di competenza, importanti sono quelle relative ai servizi complementari (périscolaire) necessari per completare l’orario scolastico nella pausa pranzo, al pomeriggio e al mercoledì. Il direttore che ha solo compiti didattici e il superiore gerarchico dei docenti è un ispettore dell’académie.
I collèges (dimensione media di 500 allievi) e i licei (generali e professionali di vario tipo, in media 1000 studenti) sono istituti pubblici locali di istruzione (Etablissements publics locaux d’enseignement – EPLE), dotati di personalità giuridica. Hanno a capo rispettivamente un principal e un proviseur, alti funzionari dello Stato che hanno l'obbligo di risiedere nell'istituto. Per la loro grandezza raccolgono studenti provenienti anche da lontano e sono necessari adeguati servizi di trasporto. Hanno un consiglio di amministrazione composto da 30 membri: 1/3 rappresentanti del personale della scuola, 1/3 rappresentanti delle famiglie e degli alunni, 1/3 rappresentanti delle autorità locali, dell’amministrazione scolastica e di soggetti qualificati. Nella direzione della scuola insieme al capo di istituto figurano un vice, un capo della contabilità, un consigliere pedagogico.
I sistemi scolatici dei 16 Stati tedeschi (Länder) sono diversi tra loro. Le deliberazioni vincolanti della Kultusminister Konferenz, che ne riunisce i rappresentanti, riguardano soprattutto la formazione professionale, per ottenere qualifiche uniformi in tutta la Germania. Nell’istruzione primaria e secondaria generale c’è ampia libertà, così come nell’organizzazione generale delle scuole. Ogni Land organizza la propria autorità scolastica e i compiti degli enti locali per quanto concerne gli edifici e la loro custodia: il custode è importante perché ha il compito di mantenere sempre in efficienza quanto necessario, segnalando tempestivamente i problemi da risolvere e in molti casi chiamando direttamente il personale necessario alle riparazioni. Eventuali scuole comunali, là dove esistono, sono parte del sistema pubblico.
L’organo decisionale più rilevante è la Schulkonferenz (composta dalla direzione della scuola, docenti, genitori e dall’equivalente della nostra seconda media anche studenti). Se si discutono materie rilevanti per l’autorità scolastica o per l’ente locale, in diversi Länder è prevista la presenza di una loro rappresentanza senza diritto di voto. Le scuole sono gestite da un capo di istituto, responsabile del lavoro didattico e pedagogico, che mantiene anche alcune ore di insegnamento. Le leggi locali precisano composizione e poteri degli organi scolastici, l’autonomia dei singoli istituti è prevista per ora solo nei Länder del nord, altrove sono state avviate solo sperimentazioni. Le decisioni scolastiche in genere riguardano iniziative, progetti, calendario scolastico e orario, modalità organizzative della didattica in accordo col collegio docenti, richieste di fondi. Tra i pareri da dare all’autorità scolastica figurano dovunque il nome della scuola, la definizione dei distretti scolastici. Se il posto di capo d’istituto è vacante la Schulkonferenz, così come l’ente locale, interviene nella procedura di scelta tra le candidature presentate, la cui decisione finale compete all’autorità scolastica.
Il sistema inglese presenta una grande varietà di tipologie di scuole a cui fanno riferimento altrettanti sistemi di gestione e di riconoscimento giuridico. Le scuole primarie e secondarie statali, finanziate con fondi pubblici, possono essere di due tipi: le maintained schools, finanziate dalle autorità locali (LA) con fondi statali, e le academies. L’organo di controllo, per tutte, è l’Ofsted (Office for Standards in Education), che controlla l’esecuzione del curricolo nazionale; nelle academies controlla che almeno abbiano un curricolo ampio e bilanciato compatibile con quello nazionale; nelle scuole private indipendenti, che si reggono sulle rette, ha compiti di ispezione per la qualità del sistema.
In molti casi i proprietari degli edifici e i gestori delle maintained schools sono le stesse autorità locali d’educazione, espressione del territorio che storicamente le ha istituite (nelle città possono essere anche molte, in campagna viceversa più Comuni partecipano ad una stessa LA). In altri casi si tratta di fondazioni, o di scuole di proprietà ecclesiastica, che hanno accettato di seguire il curricolo nazionale e sono quindi finanziate dall’autorità locale. Le academies sono fondazioni che gestiscono in modo indipendente le loro scuole sulla base di un accordo diretto con il Segretario di Stato per l’istruzione, da cui ricevono i fondi.
In tutti questi casi l’organo di governo deve essere costituito da un minimo di sette membri, il numero massimo non è definito. Fanno parte del governing body almeno due genitori, il capo di istituto, un rappresentante del personale della scuola e un rappresentante della LA, oltre ad altri membri chiamati a far parte dell’organismo di gestione, che abbiano le competenze necessarie per contribuire all’effettiva gestione e al successo della scuola. Si privilegia la presenza nei board di personalità indipendenti, poiché il personale dipendente dalla scuola o dalla LA non può superare un terzo del numero totale dei membri. Il capo di istituto (head of school, headmaster, principal) dirige l’istituto all’interno degli indirizzi stabiliti dall’organo di gestione.
Volendo trarre alcune prime considerazioni, appare chiaro che nei tre Paesi esaminati, oltre al personale della scuola, ai genitori e agli studenti, ci sono altri due soggetti chiamati stabilmente a cooperare: un’autorità scolastica che più o meno direttamente gestisce, vigila e ha un’indispensabile funzione di controllo, e il “gestore” che decide sul luogo e sul fine in sede locale. Una prima conclusione, su cui varrebbe la pena di discutere, è se anche in Italia non converrebbe assegnare all’ente locale, cui compete la costruzione e la manutenzione e l’arredamento, una funzione più chiara prevedendo la sua presenza nel consiglio di istituto appositamente rivisitato e corretto. Oltre al fatto che, mentre all’estero è in genere più chiaro chi finanzia cosa, nelle scuole italiane molti attori pubblici possono contribuire, sovrapponendo cioè risorse gestite dal MIM (l’autorità scolastica superiore) a risorse aggiunte dagli enti locali, senza che questi ultimi siano rappresentati nella gestione corrente. Una loro presenza renderebbe da un lato gli stessi enti più consapevoli dei bisogni della scuola e dall’altro lato potrebbe dare più sostanza al consiglio di istituto, poiché sarebbe evidente anche la relazione della scuola con i bisogni educativi del territorio.
(1 – continua)