Fonte: Orizzonte scuola. Articolo di Antonio Fundarò del 23.02.2024. Gli “Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento”
Ormai è risaputo a tutti che, se implementiamo l’Intelligenza Artificiale, in maniera adeguata, nelle nostre Istituzioni scolastiche, si possono originare modalità di apprendimento potenziate, che possono contribuire a individuare e, in maniera consequenziale, definire quelli che sono i punti di forza e di debolezza di ciascun alunno. Una scuola davvero personalizzata e giustamente pianificata. Non si può, però, tralasciare la circostanza che l’impiego dell’IA in un palcoscenico talmente delicato e unico come la scuola deve inevitabilmente essere calmierato con l’altra importante esigenza che hanno i nostri minori, ovvero l’armonico sviluppo della loro persona. Come fare, come comportarsi e di quali documenti organizzativi, normativi, regolamentare, nazionali, europei e internazionali (OCSE, OMS) servirsi? Analizziamoli insieme.
“The Future of Education and Skills: Education 2030”
“The Future of Education and Skills: Education 2030” è l’importante documento realizzato dall’OCSE ovvero l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che, nella fattispecie ricorda che:
“Esiste una domanda crescente nei confronti delle scuole perché preparino gli studenti ai cambiamenti economici e sociali più rapidi, ai posti di lavoro che non sono stati ancora creati, alle tecnologie che non sono state ancora inventate e a risolvere problemi sociali che non esistevano in passato”. Le scuole si trovano dunque a fare i conti con le crescenti richieste provenienti dal mondo delle imprese e generalmente dalla società per condurre per mano gli studenti lungo l’alveo dei cambiamenti economici, dei cambiamenti ambientali e delle modificazioni strutturali della società. Ciò per fronteggiare i livelli di competenza richiesti dai posti di lavoro che non sono ancora stati creati (una modificazione in prospettiva inimmaginabile, sino a poco tempo fa), per le tecnologie che non sono ancora state inventate (procreare le quali dovranno impegnarsi anche i laboratori delle scuole) e per risolvere i problemi sociali che sono prevedibili.
I compiti delle scuole
Le nostre scuole, complessivamente il sistema dell’istruzione italiana, europea e mondiale, possono (anzi, devono) dotare gli studenti della capacità di azione, delle giuste e adeguate competenze e, ‘principalmente, della capacità di individuare il senso e lo scopo necessari e indispensabili, potremmo assolutamente affermare, per modellare la vita (propria in senso stretto) e contribuire al miglioramento della vita degli altri. I bambini che entreranno a scuola quest’anno, il 2023-24, saranno giovani, adolescenza alle spalle, quasi, nel 2030. Il cambiamento che viviamo non è lontano, non è a lunga progettazione, non richiede fantasia: è un tempo che si sta dipanando e che è assolutamente imminente. Lo scopo del progetto Education 2030: The Future of Education and Skills dell’OCSE è quello di aiutare i paesi a trovare risposte a due domande di vasta portata: “Di quali conoscenze, abilità, attitudini e valori avranno bisogno gli studenti di oggi per modellare e far prosperare il loro mondo nel 2030? ” e “Come possono i sistemi didattici sviluppare queste conoscenze, abilità, attitudini e valori in modo efficace?” Questo documento di posizione dell’OCSE sull’Istruzione 2030 esamina le sfide che i giovani devono, oggi, e saranno impegnati a cavalcare, molto preso. C’è da mostrare serietà nell’affrontare la questione. Il documento, come detto, di posizione dell’OCSE sull’Istruzione 2030, suggerisce l’importanza del concetto di “agency” dello studente; propone un quadro di apprendimento di tipo globale con competenze di tipo e di modello trasformativo; e, prioritariamente, analizza la natura delle conoscenze, delle competenze, degli atteggiamenti e dei valori di cui i giovani avranno bisogno presentando adeguati principi di progettazione del curriculum.
Come educare gli studenti?
Perciò, gli studenti devono, obbligatoriamente, essere educati a vivere consapevolmente l’uso dell’AI per permettere loro di sfruttarla al meglio e a proprio vantaggio. Devono formarsi, i nostri giovani, a saper distinguere la realtà da tutto ciò che può essere creato dalla tecnologia anche molto bene, possiamo affermare. L’IA, difatti, è diventato, per molti di noi e, ancor di più, per molti nostri studenti, uno strumento di produzione consapevole e voluta (specie per ragioni collegate, talvolta, a verifiche, anche in classe) di contenuti digitali, tra cui testi e immagini. Testi e immagini che, se non sono correttamente analizzati diventano dei buoni falsi. Ma sempre falsi e talvolta scorretti nei contenuti.
L’Unione europea e l’AI ACT
Come parte della sua strategia digitale, l’UE ha regolamentato l’intelligenza artificiale (IA) al fine di garantire migliori condizioni per lo sviluppo e l’uso di questa innovativa tecnologia. L’IA può portare molti benefici, a esempio una migliore assistenza sanitaria, trasporti più sicuri e puliti, una produzione più efficiente, un intervento più sicuro nelle scuole e un’energia più conveniente e sostenibile. Nell’aprile 2021, la Commissione ha proposto il primo quadro normativo dell’UE sull’IA. Ha proposto che i sistemi di intelligenza artificiale utilizzabili in diverse applicazioni siano analizzati e classificati in base al rischio che rappresentano per gli utenti. I diversi livelli di rischio comporteranno una maggiore o minore regolamentazione. Una volta approvate, queste saranno le prime regole al mondo sull’IA. Non a caso, all’interno dell’AI Act, ovvero il “Regolamento del parlamento europeo e del consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale (legge sull’intelligenza artificiale) e modifica alcuni atti legislativi dell’Unione” sono rappresentati dei sistemi di Intelligenza Artificiale che giustamente rappresentano un “rischio limitato”, che sono costretti a considerare una serie di requisiti minimi che possiamo definire di trasparenza.
I nostri alunni devono fare scelte informate e scegliere se continuare a adoperare l’IA
I nostri alunni, a partire da questi requisiti, possono e debbono fare scelte informate e stabilire, consapevolmente, se continuare a adoperare l’IA. Nella categoria del “rischio limitato” abbiamo i sistemi di Intelligenza Artificiale in grado di originare o maneggiare contenuti di immagini, audio o video, quelli che chiamiamo “deepfake”. Anche in questo caso la scuola ha degli obblighi precisi: formare gli alunni a un uso consapevole e a un uso responsabile dell’Intelligenza Artificiale. Capita, lo faccio pure io, ma ne parlerò in altro articolo, di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per nuove pratiche didattiche, e, dunque, come importante risorsa per perfezionare l’istruzione. È fondamentale nella svolta di cui parlo nell’articolo, ad esempio.
I livelli di rischio nel documento europeo
Come detto, l’approccio adottato nel documento distingue i sistemi di intelligenza artificiale sulla base del livello di rischio che implicano, frazionandoli in:
livello di rischio inaccettabile, e quindi proibito, come il social scoring.
livello di rischio limitato o minimo, come le chatbots, le quali sono semplicemente incoraggiati ad aderire a codici di condotta volontari.
livello di rischio elevato a cui si rivolge la normativa proposta, come gli strumenti di analisi e ranking dei CV dei candidati nell’ambito di un colloquio di selezione.
“Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale” e il Programma strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024
Il Ministero dello Sviluppo Economico è stato l’autore del documento che “Proposte per una Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale”. Successivamente è pubblicato il “Programma strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024” voluto dal Governo Italiano a cura del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale (per la redazione del Programma strategico per l’Intelligenza Artificiale ha lavorato il gruppo di lavoro sulla Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, composto da: Barbara Caputo, Isabella Castiglioni, Marco Conti, Rita Cucchiara, Juan Carlos de Martin, Fosca Giannotti, Giuseppe Magnifico, Michela Milano, Giovanni Miragliotta). Il primo dei due documenti sottolinea che l’IA “dovrebbe essere adottata come metodo educativo in grado di portare alla formazione del cosiddetto pensiero computazionale, alla multidisciplinarietà intrinseca nella soluzione di problemi e nella trasversalità delle competenze”.
Un intervento significativo dei sistemi intelligenti di supporto all’apprendimento
Nel “Libro Bianco per l’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino” a cura dell’Agenzia per l’Italia Digitale, viene specificato che l’uso di soluzioni di IA nel settore dell’istruzione permetterebbe di diminuire le diseguaglianze sociali. Nel documento si legge “…è ipotizzabile un intervento significativo dei sistemi intelligenti di supporto all’apprendimento. C’è una lunga tradizione nell’uso del calcolatore per tali scopi: dai sistemi Computer Assisted Instruction (CAI) ai sistemi Intelligent Tutoring Systems (ITS). Negli ITS è sempre presente uno student model, inteso come base di conoscenza in cui sono rappresentate in modo esplicito le caratteristiche e le conoscenze dello studente. Questa soluzione svolge un ruolo di sostegno fornendo un’integrazione ai sistemi di insegnamento tradizionali, contribuendo a colmare le lacune di apprendimento degli studenti con problemi cognitivi”. L’IA nelle scuole ridurrebbe, evidentemente, quello che è il gap linguistico. Si legge, infatti, che “L’offerta di servizi di traduzione simultanea adeguatamente modellati potrebbe aiutare a colmare il divario generato dalle nuove ondate migratorie, offrendo dunque una preziosa assistenza allo studio”. E in più l’IA, potrebbe permettere di “superare i limiti posti dall’esigenza di possedere conoscenze specialistiche per svolgere determinate attività”.
Nuovi approcci di valutazione basati su proposte personalizzate
Grazie all’Intelligenza Artificiale, potrebbero essere attivati nuovi approcci di valutazione basati su proposte personalizzate per fornire ai docenti e agli alunni informazioni più significative in tutte le aree dell’apprendimento. Per non considerare il fatto che la utilizzabilità di Small Data sarebbe da supporto agli insegnanti per accertare quelli che sono i punti di forza e i punti di debolezza relativamente al processo, lungo e tortuoso, talvolta, dell’apprendimento degli alunni e per favorire la personalizzazione dei contenuti. Per i nostri alunni, disporre di dati darebbe lettura immediata ai progressi e alla conoscenza di sé in relazione al lavoro eseguito lungo il percorso scolastico.
Gli strumenti della scuola e l’IA
Nel Libro Bianco per l’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino a cura dell’Agenzia per l’Italia Digitale, come detto sopra, tra gli esempi di come la Scuola potrebbe trarre beneficio dall’adozione di soluzioni di IA cita:
strumenti automatici per la valutazione
personalizzazione del materiale didattico
tutoring automatizzato, per mezzo di strumenti di raccomandazione per tenere viva l’attenzione
suggerimenti inerenti variazioni personalizzate da introdurre nel programma scolastico
estrazione di indicatori predittivi di rischio di abbandono scolastico
Le applicazioni dell’Intelligenza artificiale
Dove l’Intelligenza Artificiale è stata già applicata nel campo educativo – si legge sul sito dell’INVALSI – invece, è l’automazione delle attività di tipo amministrativo e quelle di routine e gestione della quotidianità dirigenziale e amministrativa di ciascuna Istituzione Scolastica.
Ci si riferisce, per esempio, ai sistemi per:
produzione della certificazione digitale che attesta in modo oggettivo il livello di competenze acquisito;
elaborazione delle pagelle elettroniche;
gestione del calendario delle lezioni
aggiornamento immediato delle presenze e delle assenze.
L’inclusione e l’intelligenza artificiale
L’Intelligenza Artificiale apre a prospettive nuove e indirizzate al miglioramento dell’attenzione all’inclusività dell’Istituzione Scolastica. Sono validi esempi, per esempio, le tecnologie multisensoriali e tra queste la robotica sociale, adoperata per incoraggiare l’apprendimento e le relazioni negli alunni con, per esempio, di disturbi dello spettro autistico, o soluzioni adeguate per supportare allievi con BSE e DSA.
Realtà aumentata: nuovi ambienti educativi innovativi, inclusivi e coinvolgenti
In merito alle possibilità offerte dalla realtà aumentata, nelle scuole potrebbero nascere nuovi ambienti educativi innovativi, inclusivi e coinvolgenti, in grado di incentivare l’interazione con e tra gli studenti, coniugando esigenze di formazione e innovazione tecnologica.
Valutazione degli apprendimenti; Big Data e Small Data
L’Intelligenza Artificiale nella scuola può, inoltre, supportare lo studio individuale, come strumento di autovalutazione attraverso la redazione automatica di esercizi aggiuntivi e interrogazioni virtuali.
Piano d’azione per l’istruzione digitale
Il piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027) dell’UE è l’iniziativa strategica rinnovata dell’Unione europea (UE) a sostegno dell’adattamento sostenibile ed efficace dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri dell’UE all’era digitale.
Il piano d’azione per l’istruzione digitale:
offre una visione strategica a lungo termine per un’istruzione digitale europea di alta qualità, inclusiva e accessibile;
affronta le sfide e le opportunità messe in luce dalla pandemia di COVID-19, che ha portato a un uso senza precedenti della tecnologia per l’istruzione e la formazione;
mira a rafforzare la cooperazione a livello dell’UE in materia di istruzione digitale e sottolinea l’importanza di collaborare in tutti i settori per integrare l’istruzione nell’era digitale;
presenta opportunità, tra cui un maggiore e migliore insegnamento in materia di tecnologie digitali, il sostegno alla digitalizzazione dei metodi di insegnamento e delle pedagogie e la messa a disposizione delle infrastrutture necessarie per un apprendimento a distanza inclusivo e resiliente.
In allegato gli “Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento”
L’intelligenza artificiale (IA) sta diventando onnipresente nella nostra economia e nella nostra società: influisce sul modo in cui restiamo informati e prendiamo le decisioni. È quindi naturale che abbia raggiunto anche le nostre scuole. L’uso dell’IA nell’istruzione non è più un miraggio lontano. L’intelligenza artificiale – scrive Mariya Gabriel – sta già cambiando le modalità di lavoro di scuole, università ed educatori, e le modalità di apprendimento dei nostri figli. Sta inoltre rendendo i contesti educativi più reattivi aiutando gli insegnanti a rispondere alle necessità specifiche di ciascun discente, e si sta rapidamente convertendo in un elemento fondamentale del tutoraggio personalizzato e della valutazione, mettendo sempre più in luce il potenziale di cui dispone per fornire preziose informazioni sullo sviluppo degli studenti. L’impatto dell’IA sui nostri sistemi di istruzione e formazione è innegabile, e aumenterà ulteriormente in futuro. Ecco perché gli “Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento” sono non solo utili ma addirittura indispensabili. Se ne allega copia certi che l’UE ha risposto, in questa prima fase, già dal 2022, alle prime sollecitazioni del mondo dell’Istruzione e dell’Università; sostanzialmente della formazione