Il Ministero: “Irregolarità nella delibera del consiglio d’istituto”. Le notizie e un commento “a distanza” di un dirigente scolastico. I parroci del paese:”Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi?”
Le notizie. Fonte: Orizzonte scuola del 20 marzo 2024.
La decisione del Consiglio d’Istituto dell’Iqbal Masih di sospendere le lezioni il 10 aprile per la festa di fine Ramadan ha acceso un vivo dibattito. La scelta, presa all’unanimità lo scorso maggio, è stata criticata in questi giorni da esponenti politici come Matteo Salvini e Giuseppe Valditara, che hanno sollevato dubbi sulla sua legittimità.
Il dirigente scolastico Alessandro Fanfoni ha difeso la decisione, spiegando che il 40% degli studenti dell’istituto è musulmano e che negli anni passati, in occasione di Eid al-Fitr, si era registrato un alto tasso di assenze. “In alcune classi erano presenti solo tre o quattro studenti”, ha detto Fanfoni, che ha anche denunciato di aver ricevuto minacce e insulti a causa della polemica.
Il Ministero: “Da USR Lombardia evidenziate irregolarità delibera su chiusura scuola per fine Ramadan”
Il Ministero dell’Istruzione ha avviato un accertamento ispettivo sull’operato del consiglio d’istituto dell’Iqbal Masih. Sul caso interviene l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia. E lo fa dopo l’ispezione che avrebbe riscontrato “talune irregolarità della delibera assunta dal consiglio d’istituto” invitando pertanto il dirigente scolastico a valutare se disapplicare la delibera e il consiglio d’istituto a valutare la possibilità dell’annullamento.
“In relazione al caso dell’Istituto Iqbal Masih di Pioltello, che ha deciso di sospendere l’attività didattica il 10 aprile, sulla base delle risultanze dell’accertamento ispettivo disposto dall’Usr per la Lombardia, sono state evidenziate talune irregolarità della delibera assunta dal consiglio d’istituto”, si legge nella nota dell’Ufficio scolastico regionale lombardo.
“Il direttore generale dello stesso ufficio ha pertanto invitato il dirigente scolastico, nella sua qualità di garante della legittimità dell’azione amministrativa della scuola, a valutare la disapplicazione della delibera – spiega la nota – e la possibilità dell’annullamento in autotutela da parte dello stesso Consiglio d’istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia”.
La scuola e la festa di fine Ramadan
L’istituto Iqbal Masih comprende una scuola per l’infanzia, la primaria e la secondaria ed è intitolato a un bambino pakistano che morì a 12 anni nel 1995 dopo essere stato schiavizzato. La sua storia è un simbolo della lotta contro il lavoro minorile. Il Ramadan è un mese sacro per i musulmani, durante il quale si digiuna dall’alba al tramonto. Rispettare i suoi obblighi è uno dei cinque precetti fondamentali dell’Islam. La festa di Eid al-Fitr segna la fine del Ramadan ed è un momento molto importante per i fedeli.
Le norme, le scelte dell’autonomia scolastica, la convivenza e il territorio: un contributo di Giacomo Buonopane, dirigente scolastico in quiescenza.
Mi ha molto colpito la vicenda, di cui si stanno occupando tutti i media, della scuola Iqbal Masih di Pioltello, in provincia di Milano, il cui consiglio d’istituto aveva deliberato di sospendere le lezioni il 10 aprile per la festa di fine Ramadan
Sono in pensione da quasi 9 anni e da qualche tempo non mi occupo più direttamente delle vicende scolastiche che continuo però a seguire da nonno e volontario di un’associazione che aiuta alcuni studenti nello studio.
Sono andato così a documentarmi per vedere che, nel frattempo, non fossero cambiate regole e procedure in materia di calendario scolastico e oggi ho potuto constatare che la situazione è rimasta identica a quella che conoscevo da dirigente scolastico.
In breve le norme che disciplinano la stesura del calendario scolastico sono l’art. 74 del D.L.vo 297/94, l'art. 10 comma 3 lettera C) del D.L.vo 297/94 e l'art. 5 comma 2 del DPR 275/99: "2. Gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico esercitate dalle Regioni a norma dell'articolo 138, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112".
Ciascuna Regione, ai sensi dell’art. 138 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 stabilisce per le scuole del proprio territorio, il calendario scolastico: inizio delle lezioni, vacanze natalizie e pasquali, e altri momenti di sospensione delle attività didattiche.
Nel limite dei 200 giorni fissato dall’art. 74 del D.L.vo 297/94 (oggi meglio definito come “monte ore annuo” delle lezioni) è prevista una possibilità di adattamento delle singole istituzioni in virtù della loro autonomia (art. 5 DPR 275/99). Gli adattamenti del calendario vengono disposti dal Consiglio di Istituto in base all’art. 10 del D.L.vo 297/94 e all’art. 5 del DPR 275/99.
Infatti nel comunicato del 20 aprile 2023 della Regione Lombardia con il quale si trasmette alle Istituzioni Scolastiche il calendario regionale, si precisa che”…Le istituzioni scolastiche e formative, nel rispetto del monte ore annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre opportuni adattamenti del calendario scolastico d’istituto, – debitamente motivati e deliberati – comunicandoli tempestivamente alle famiglie entro l’avvio delle lezioni.”
Ora il consiglio di Istituto dell’IC di Pioltello ha deliberato il 19 maggio 2023 il calendario scolastico, prevedendo durante l’anno scolastico ulteriori giorni di sospensione dell’attività didattica tra cui questo oggetto del contendere.
Mentre capisco, pur non condividendole, le polemiche e i dibattiti che si sono accesi e che risentono delle imminenti scadenze elettorali (non può che essere così visto che la decisione del Consiglio di Istituto risale alla primavera scorsa ed era quindi conosciuta da molto tempo…) non riesco francamente a comprendere l’atteggiamento del Ministro che, almeno nelle dichiarazioni apparse sulla stampa, (a parte i discutibili rilievi sugli esiti Invalsi del tutto fuori luogo nel contesto della vicenda di cui si discute) - mi pare tenda a non riconoscere pienamente l’autonomia delle Istituzioni Scolastiche, dando quasi l’impressione di sottovalutare, se non ignorare, la competenza del Consiglio di Istituto in materia, fatte salve le dovute verifiche in corso sulla regolarità formale della delibera stessa. Un eventuale difetto di motivazione può andare a inficiare il senso complessivo della scelta dell'istituto, che è legata alla presenza di quasi metà delle famiglie di tradizione musulmana e compensa il quarto giorno di sospensione con l'avvio anticipato di un giorno delle lezioni? La vicenda non dovrebbe invece aprire ad una riflessione sulle scelte da operare in una società multiculturale?
Pioltello, i parroci del paese scrivono una lettera di solidarietà al preside della scuola che chiude per la fine del Ramadan
Fonte: Il corriere della sera. Articolo di Giovanna Maria Fagnani del 23 marzo 2024. Don Giacomo Roncari, don Marco Taglioretti e don Andrea Andreis si schierano da parte del consiglio d’istituto dell’Iqbal Masih, che ha deciso di chiudere la scuola in occasione della festa di fine Ramadan, il 10 aprile
Dopo l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, anche i tre parroci di Pioltello, don Giacomo Roncari, don Marco Taglioretti e don Andrea Andreis si schierano da parte del consiglio d’istituto dell’Iqbal Masih, che ha deciso di chiudere la scuola in occasione della festa di fine Ramadan, il 10 aprile. I tre parroci hanno scritto una lettera aperta e si chiedono cosa resterà, quando finiranno le polemiche e che esempio stiano ricevendo i giovani. «Non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?» scrivono i sacerdoti nella lettera, diffusa nei canali parrocchiali, ricordando come la decisione di chiudere «sia nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persone e per la sua identità».
«La realtà di Pioltello è molto complessa e di certo non servono le chiusure (culturali, ndr) e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme» concludono i tre parroci, assicurando la solidarietà a preside e consiglio di istituto e lodando la sua capacità «seria e attenta di leggere il tessuto sociale della nostra città».
Dopo l’ispezione disposta dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e la contestazione di «irregolarità» nella delibera del maggio 2023 che stabiliva la chiusura, al preside è arrivata la richiesta di far annullare o non applicare la delibera. Per questo, lunedì si riunirà il consiglio di istituto in seduta straordinaria. Solo allora si saprà se la scuola intende proseguire sui suoi passi o fare marcia indietro. A quanto si è appreso, infatti, il problema sono «irregolarità», non «illegittimità». Le irregolarità sono sanabili. In caso di illegittimità, l’Ufficio Scolastico Regionale avrebbe potuto annullare la delibera che, come tale, è un atto amministrativo e va quindi impugnato al Tar. Tuttavia, risalendo al maggio scorso, i tempi potrebbero essere già scaduti.
«Ci strumentalizzano, dicendo che abbiamo fatto un’azione politica. Peccato che l’approvazione della chiusura sia avvenuta 10 mesi fa, in totale buona fede, perché si tratta solo di una scelta tecnico-didattica. Se in una classe un giorno manca il 40 per cento degli adulti, anche se si va a scuola non è un giorno di didattica normale. Non vedo dove sia la pietra dello scandalo» ribadisce Mirko Dichio uno dei genitori del consiglio d’istituto, nonché assessore ai Servizi sociali a Pioltello. Che sottolinea come gestire la quotidianità di una comunità multiculturale sia «complesso, senza dubbio. Abbiamo il 25 per cento di residenti stranieri e più di 80 nazionalità diverse. Ma siamo orgogliosi di questa nostra specificità».
In diverse scuole è accaduto che la comunità islamica chiedesse tempo per la preghiera nei giorni di Ramadan. Ma è la prima volta che una chiuda per la festività. «Non so se siamo la prima, ma non vorrei che diventassimo il primo caso dove si disconosce il ruolo del consiglio di istituto. A quel punto si potrebbe anche cancellare l’esistenza» ribatte Dichio. In un’intervista a Il Giornale, il ministro Giuseppe Valditara ha suggerito che si cancelli la chiusura del 10 aprile e la sostituisca con una giornata di approfondimento, in cui vi sia un confronto tra religioni per sviluppare un dialogo costruttivo. «Mi sarebbe piaciuto che questa sua proposta fosse arrivata subito, non dopo l’ispezione. Invece qui mi sembra che si voglia andare verso un “commissariamento” delle varie funzioni: il preside, il consiglio di istituto. Altri politici dicono che abbiamo istituito una nuova festività, che ci sottomettiamo all’Islam, invece con lungimiranza abbiamo cambiato il calendario per evitare che venisse persa una giornata di scuola. A sentire certe uscite da parte di alcuni esponenti politici, non voglio pensare che c’entrino le elezioni europee che si avvicinano».