Fonte: La Tecnica della Scuola. Articolo di Lara La Gatta del 18.04.2024.
Nel 2023 permane un gap di genere a svantaggio dei ragazzi, che lasciano la scuola più spesso (il 13,1% contro il 7,6% delle ragazze), con percentuali particolarmente elevate in Sardegna (23,4% dei maschi abbandonano la scuola), Campania (19,3%) e Sicilia (18,6%).
Questi sono alcuni dei dati presenti nell’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes), riferito allo scorso anno.
Il Rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere che si possono osservare nei seguenti 12 ambiti: Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività ; Qualità dei servizi.
Studenti che non raggiungono la sufficienza in Italiano e Matematica
Nell’anno scolastico 2022/23, la quota di ragazzi e ragazze che frequentano il terzo e ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado e non raggiungono la sufficienza è del 38,5% per le competenze in Italiano e del 44,2% per quelle in Matematica.
La quota più alta di studenti che non raggiungono un livello sufficiente di competenze in Italiano o in Matematica è nelle regioni del Mezzogiorno: per l’Italiano, le situazioni più critiche sono in Sicilia (insufficienti il 50,2% degli studenti), in Calabria (49,4%), in Campania (46,1%) e in Sardegna (45,9%); per la Matematica in Sicilia (61,4%), in Calabria (60,7%), in Sardegna (58,1%) e in Campania (57,7%).
Diminuiscono i diplomati che non continuano gli studi
Sempre nel 2023, i giovani di 18-24 anni che hanno conseguito al più il titolo di scuola secondaria di primo grado e sono usciti dal sistema di istruzione e formazione sono il 10,5% dei giovani della stessa età . Questa quota è in continua diminuzione rispetto agli anni precedenti e ormai vicina al 9%, target proposto dall’Unione europea per il 2030.
In calo anche i Neet
In diminuzione anche la percentuale di giovani non più inseriti in un percorso scolastico/formativo e non impegnati in un’attività lavorativa, i Neet. Nel 2023, sul totale dei 15-29enni la quota di Neet è del 16,1%, in calo rispetto al 2022 (19,0%). Quattro regioni del Mezzogiorno presentano tuttavia valori superiori al 20%: la Sicilia, la Calabria, la Campania e la Puglia.
In aumento i laureati
Nel 2023 il 65,5% delle persone di 25-64 anni ha almeno una qualifica o un diploma secondario superiore (+2,5 punti percentuali rispetto al 2022). Tra le donne sono il 68,0% mentre tra gli uomini il 62,9%. Ancora sotto il 60% Campania (56,8%), Puglia (55,7%), Sardegna (55%) e Sicilia (54,9%).
Competenze digitali sbabili nell’uso di Internet
Nel 2023, in Italia, il 45,9% delle persone di 16-74 anni che ha usato Internet negli ultimi tre mesi ha competenze digitali almeno di base. Questo valore è stabile rispetto al 2021, circa 10 punti percentuali sotto al livello europeo del 55,5%. Dall’analisi delle singole regioni italiane emerge un forte gradiente tra Centro-nord e Mezzogiorno a sfavore di quest’ultimo, con l’eccezione della Sardegna che si attesta attorno al valore medio.
Stabile la lettura di libri, mentre la lettura di quotidiani è diminuita
L’indicatore che monitora la lettura di libri e quotidiani è diminuito di 2,5 punti percentuali negli ultimi quattro anni, dal 38,0% dei residenti del 2019 al 35,5% del 2023, su cui pesa l’andamento costantemente decrescente dei lettori di quotidiani. La percentuale di coloro che hanno letto quotidiani almeno tre volte la settimana passa dal 25,2% del 2019 al 21,3% del 2023 mentre la quota di persone che hanno letto quattro o più libri è rimasta stabile (22,3% nel 2019 e 22,6% nel 2023).
Cresce l’abitudine a recarsi in biblioteca
Nel 2023, il 12,4% delle persone di 3 anni e più si è recato in biblioteca almeno una volta nei 12 mesi precedenti l’intervista. Il dato è in aumento di 2,2 punti percentuali rispetto al 2022 ed è quasi raddoppiato rispetto al 2021 (7,4%, il valore più basso degli ultimi anni), ma ancora inferiore alla quota del 15,3% osservata nel 2019.
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