Giudizio contrapposto di ANP e CISL Scuola sulla trattativa fasce di complessità A. S. 2024/25 per i DS


Fonte ANP e CISL Scuola. Articoli del 26.06.2024. Rappresentanti sindacali o “capponi di Renzo”? E’ davvero un’idea di scuola che guida le scelte? In calce il link ai criteri.

ANP: “Criteri e fasce di complessità 2024/25 ovvero Robin Hood alla rovescia”

L’ANP ha partecipato ieri, 25 giugno 2024, alla riunione conclusiva del confronto sui criteri per la graduazione delle istituzioni scolastiche e l’individuazione delle relative fasce di complessità per l’anno scolastico 2024/25. 

L’Amministrazione, rappresentata dai Capi Dipartimento, Dott.ssa Carmela Palumbo e Dott. Jacopo Greco, ha predisposto il relativo provvedimento, incentrato sulla ricerca di un difficile punto di equilibrio tra le esigenze dell’Amministrazione e le istanze della parte sindacale, che costituisce il presupposto per le trattative sul CCNI 2024/2025. 

Tale provvedimento è stato poi pubblicato nella tarda serata di ieri. L’allegato, contenente il punteggio di ciascuna scuola, è stato ritirato e ripubblicato ben due volte a seguito di vari errori contenuti nelle prime versioni. Solo in data odierna è stato finalmente reso noto l’elenco corretto. 

Le soglie di accesso alle fasce sono state modificate anche perché, con l’applicazione dei nuovi criteri, la media dei punteggi è diminuita. Tali soglie sono state fissate in modo da mantenere invariata, rispetto all’anno corrente, la percentuale di scuole collocate in ciascuna delle tre fasce. In particolare: 

  • nella fascia “A” (da 53 punti in su) è collocato il 21,99% delle scuole 

  • nella fascia “B” (da 32 a 52 punti) è collocato il 64,93% delle scuole 

  • nella fascia “C” (fino a 31 punti) è collocato il 13,08% delle scuole 

L’Amministrazione ha comunicato, inoltre, che si sono rese disponibili nuove risorse a vantaggio del FUN in grado di consentire aumenti medi pari a circa 500 euro l’anno. Questo anche grazie all’imminente sottoscrizione definitiva del CCNL 2019/21, prevista per la metà del prossimo mese di luglio. Presto saranno aperte le trattative per la stipula del CCNI 2024/25 e sarà avviato il confronto sui criteri di valutazione. 

Resta ferma la clausola di salvaguardia della parte variabile della retribuzione di posizione in godimento per i colleghi che, in costanza di incarico individuale, vedono la loro scuola collocarsi in una fascia inferiore a quella attuale. I colleghi in scadenza di incarico potranno beneficiare del criterio di priorità, richiesto e ottenuto dall’ANP, nell’ambito delle procedure di mobilità.  

In nessun caso, grazie al combinato effetto della clausola di salvaguardia e dell’incremento retributivo veicolato dal CCNL 2019/21, vi saranno riduzioni stipendiali. 

L’ANP ha espresso le seguenti considerazioni: 

  • l’esigenza di modificare i criteri attuali, manifestata a gran voce dai colleghi e oggetto di impegno sottoscritto un anno fa da tutte le sigle sindacali insieme alla stessa Amministrazione, è stata ripresa unicamente dall’ANP che ha presentato una propria proposta 

  • la nuova definizione dei criteri è sostanzialmente in linea con quanto da noi richiesto, anche se non è stata accolta l’istanza di maggiore valorizzazione del parametro dimensionale 

  • occorre pubblicare quanto prima il dettaglio analitico dei punteggi assegnati alla complessità di ciascuna istituzione scolastica per scontate ragioni di trasparenza 

  • il vero problema, però, è quello causato dalla non condivisibile scelta, tanto pretesa dalle altre sigle, di fissare un numero di scuole in fascia A esageratamente superiore a quello della fascia C, perché così facendo ogni collega dovrà rinunciare a un aumento di 350 euro; l’ipotizzato aumento di 500 euro poteva senza sforzo arrivare a 850 euro e, auspicabilmente, anche a 1000. 

A tale riguardo, non possiamo fare a meno di sottolineare quanto segue. 

Siamo sempre stati gli unici a chiedere che la retribuzione fosse significativamente diversificata in funzione della complessità e, quindi, siamo oggi i più titolati a ribadire con forza il principio secondo cui le risorse debbano essere equamente distribuite fra tutti. Altri, invece, hanno voluto dare tanto a pochi, negando un non simbolico aumento a ciascun collega.  

Un triste spettacolo in cui certi sindacati, immemori dei loro trascorsi egualitarismi, rivestono il ruolo di un grottesco Robin Hood alla rovescia. 

Sindacati che dovrebbero difendere i diritti di ogni collega e tutelarne il potere d’acquisto. 

Tutto questo – e lo diciamo con estremo rammarico – rappresenta una delle pagine più oscure del sindacalismo interno alla dirigenza scolastica. Un inaccettabile e sconcertante passo indietro rispetto a quell’armonizzazione retributiva che, grazie principalmente all’azione dell’ANP, ha permesso ai colleghi, negli ultimi cinque anni, di conseguire incrementi pari a circa il 30% della retribuzione variabile. 

Continueremo a chiedere insistentemente maggiori risorse, al fine di riprendere quella progressione economica, oggi interrotta, in occasione dell’imminente apertura del tavolo contrattuale per la sottoscrizione del CCNI 2024/25.


CISL Scuola:  “Cronaca di un confronto difficile”

La vicenda della definizione dei criteri per l’assegnazione delle fasce di complessità alle istituzioni scolastiche potrebbe essere davvero sconfortante per chi non avesse la nostra stessa determinazione nello svolgere sempre e comunque il proprio ruolo anche nelle condizioni di maggiore difficoltà. Determinazione che anche in questa occasione ha contraddistinto il nostro agire, consentendo di ottenere risultati almeno in parte soddisfacenti, come si può vedere seguendo questo breve riepilogo di quanto accaduto nelle scorse settimane fra sindacati e Ministero.

Nel primo incontro di Confronto l’Amministrazione aveva proposto di mantenere gli indici di quest’anno scolastico, anche in considerazione della ristrettezza dei tempi e dell’imminenza delle operazioni di nuova assegnazione di incarico ai dirigenti scolastici e di mobilità interregionale. A queste ragioni si aggiungeva la rivoluzione introdotta dal dimensionamento, con effetti a volte dirompenti (solo in Campania, tanto per fare un esempio, circa 120 dirigenti perdenti posto).

L’esito di questa prima auspicabile opzione avrebbe visto la prima fascia al 26,57%, la seconda al 64,56% e la terza all’8%. Un risultato palesemente coerente con i processi di dimensionamento, che naturalmente avrebbero dovuto comportare una diminuzione delle istituzioni collocate in terza fascia e un aumento di quelle appartenenti alla prima. In questa ipotesi, sarebbero scesi di fascia 261 istituti mentre 565 avrebbero migliorato la loro posizione.

Invece, una sigla sindacale presentava improvvisamente una proposta di mutamento degli indici che, secondo l’elaborazione del Ministero, avrebbe comportato, per mantenere la retribuzione di fascia e avere sostenibilità economica, una prima fascia ridotta al 16,4%, una seconda fascia al 64,00% e la terza addirittura estesa al 19,57%.

L’Amministrazione, nonostante la contrarietà di tutte le altre sigle sindacali, faceva propria quell’impostazione, evidentemente apprezzandola, e produceva un’ulteriore proposta, rielaborando i nuovi indici e arrivando a definire la prima fascia al 16,8%, la seconda al 69% e la terza al 15%. In questa elaborazione sarebbero scese ad una fascia inferiore ben 1.338 scuole, mentre 527 ne avrebbero ottenuto una superiore.

L’Amministrazione non ha voluto ascoltare le altre organizzazioni sindacali, che segnalavano l’esigenza di mantenere gli stessi indici per il 2024/25, chiedendo di aprire immediatamente il confronto per definirne, in modo più meditato, di nuovi per l’anno successivo. Per la CISL Scuola era inammissibile che si determinasse una prima fascia molto ridotta, con uno schiacciamento verso il basso, in piena ed evidente contraddizione con quelli che avrebbero dovuto essere gli esiti del dimensionamento in atto. Un esito che, ad avviso della CISL Scuola, avrebbe significato rimettere in discussione l’idea stessa di dirigenza e misconoscere di fatto la complessità che sempre e comunque investe il lavoro dei dirigenti scolastici. Decisa opposizione a una visione elitaria, con pochi eletti in prima fascia e il determinarsi di una consistente divaricazione dei trattamenti economici tra le diverse fasce, è stata manifestata ripetutamente nel corso del Confronto, ma senza trovare ascolto; al punto che, a seguito della presentazione della proposta dell’Amministrazione, tutte le organizzazioni sindacali, tranne una, hanno abbandonato il tavolo di Confronto. 

Sono seguiti contatti informali e interlocuzioni da parte della CISL Scuola e di altre Organizzazioni sindacali, a seguito delle quali il Ministero ha infine convocato d’urgenza un nuovo incontro, presentando un’ulteriore elaborazione che porta la prima fascia al 21,99%, la seconda al 64,93% e la terza al 13,08%, sostanzialmente mantenendo le percentuali dell’anno scolastico in corso.

Viene così allontanata una visione elitaria della prima fascia, come richiesto dalla CISL Scuola durante tutto il Confronto, e ciò è senz’altro motivo di grande soddisfazione per un risultato di cui si può essere orgogliosi.

Purtroppo il Ministero è rimasto invece fermo nella sua scelta di mutare gli indici di complessità, sulla base della proposta avanzata da una sola organizzazione sindacale, e rimane da verificare quale sarà l’effetto di cambiamenti adottati in fretta e furia e senza fornire ai sindacati le necessarie simulazioni. 

Secondo i dati illustrati dall’Amministrazione durante l’incontro del 25 giugno, 550 scuole passano dalla fascia A alla B, 449 dalla B alla C. 424 transitano invece dalla B alla A, 246 dalla C alla B e addirittura 19 istituti volano dalla fascia C in A. Di tutte queste elaborazioni, è bene sottolinearlo, non è stata fornita alcuna documentazione scritta.

Rimane comunque confermata l’applicazione della clausola di salvaguardia per evitare penalizzazioni retributive, che impegnerà 2,7 milioni di euro lordo dipendente.

Viene da chiedersi: visto il caos provocato dal dimensionamento e l’imminenza delle scadenze per il mutamento di incarico e per la mobilità interregionale, non sarebbe stato meglio lasciare gli indici dell’anno corrente e avere più tempo per valutare le modifiche da apportare? Ciò avrebbe peraltro consentito di evitare la singolare débacle del ministero, costretto a ritirare due volte il file pubblicato con la graduazione delle scuole a causa degli evidenti e grossolani errori di attribuzione di punteggio.

Ma il buonsenso si rivela troppo spesso merce rara nel Palazzo di viale Trastevere…

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Criteri generali di graduazione delle posizioni di dirigente scolastico e delle fasce di complessità, anno scolastico 2024/2025


 
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