Contributo per la revisione delle Indicazioni Nazionali


Contributo per la revisione delle Indicazioni Nazionali 

relative al primo e secondo ciclo di istruzione e delle Linee guida 


Premessa 

La vera novità che le Indicazioni hanno portato al sistema scolastico italiano si identifica: 

  • nel rilancio del ruolo dell’autonomia scolastica di cui esse sono figlie ed espressione del modello 
  • nella legittimazione del curricolo, la qual cosa implica il riconoscimento della professionalità dei docenti e dei dirigenti, chiamati non più ad essere gli esecutori dei Programmi (che sono oggetti da applicare), ma ricercatori, capaci di visione, di progettualità e di agire in sinergia con altri docenti. 


La domanda che ci interessa per tentare un bilancio e immaginare una rilettura ed una eventuale revisione delle Indicazioni Nazionali è, dunque: 

“Le Indicazioni 2012 e 2018 sono state, e sono ancora, uno strumento capace di sostenere le comunità scolastiche, fornendo non solo un orientamento autorevole, ma anche un incoraggiamento a utilizzare responsabilmente la libertà progettuale che l’autonomia riconosce?” 


La rilettura delle IN non può non essere svolta all’interno di questo riferimento ideale e culturale tenendo presenti le questioni che qui di seguito si offrono alla considerazione della Commissione per la revisione delle Indicazioni Nazionali e le Linee Guida. 


Due osservazioni di prospettiva 


Cultura
Una revisione di curricoli è una operazione culturale e non solo un intervento di mantenimento. La questione culturale è innanzitutto una questione che implica il vivere ed il significato che si attribuisce alla esperienza del vivere: il sapere di saggezza non è rinchiuso entro uno spazio di meri “insegnamenti”, perché il protagonista del vero apprendimento è la risposta ad un problema, esplicito o implicito, fatta emergere da parte dei docenti negli alunni (come conquista entro un’operazione culturale che si avvale della fecondità del dialogo tra le generazioni)
In questa prospettiva può essere utile una rilettura ed aggiornamento delle Indicazioni Nazionali e delle Linee guida strutturandole in modo che esse consentano agli insegnanti ed alle scuole di realizzare occasioni di ‘conoscenza viva’ e non standardizzata. 


Prospettiva pedagogica
Nella eventuale riscrittura delle Indicazioni Nazionali e delle Linee Guida occorre riprendere e potenziare preoccupazioni e finalità pedagogiche della scuola e dell’insegnamento partendo da una rilettura dei bisogni formativi emergenti negli studenti dei diversi cicli ed ordini di scuola e degli ambienti formativi . 


Proposte


Come associazione professionale di dirigenti scolastici e coordinatori didattici riteniamo che il lavoro di revisione delle Indicazioni Nazionali del I e II ciclo e delle Linee guida debba essere svolto dalla Commissione per la Revisione delle stesse attraverso un ampio confronto con i diversi protagonisti del mondo della ricerca educativa, del mondo delle associazioni disciplinari e della scuola e che, possibilmente, venga sviluppato a partire da due prospettive: 


a) attivare un monitoraggio ed una consulenza su criticità e prospettive anche in maniera sistematica 

Si evidenzia la opportunità che il Ministero dell’Istruzione e Merito, in vista dell’eventuale revisione delle I.N., predisponga l’avvio di un Monitoraggio sulle attività svolte in proposito dalle scuole sia rilevando gli aspetti generali della loro applicazione sia approfondendo temi specifici riferito ai settori scolastici (infanzia, primaria e secondaria di I e II grado), prevedendo il coinvolgimento delle scuole del Sistema pubblico di istruzione attraverso lo staff di direzione, il personale docente incaricato di funzioni strumentali e i gruppi di lavoro e le commissioni specificamente predisposte delle autonomie scolastiche. L’ultimo monitoraggio relativo all’applicazione delle I.N. risale, infatti, alla C.M. n. 101 del 4 novembre 2011 e riguardò solamente le Indicazioni del I ciclo. 


b) avviare la rilettura delle dimensioni formative e sui nuclei fondanti delle discipline L’applicazione delle attuali Indicazioni Nazionali e Linee Guida ha evidenziato il fatto che essa ha generato l’elaborazione di curricoli disciplinari molto lunghi, ma poco profondi.
È necessaria per il nostro sistema scolastico, una revisione dei curricoli che punti all’essenzialità e sulla profondità del sapere, combattendo la sterilizzazione della cultura di “prima mano” quando viene travisata in funzione della sua scolarizzazione.
La conoscenza viva trae alimento non da elenchi di contenuti ed abilità, ma da un numero circoscritto di “nuclei del sapere” da fornire ai giovani per la loro formazione, in quanto
- capaci di mobilitare le capacità cognitive che risiedono nella mente e di strutturare il ragionamento e la decisione
- possiedono un valore strutturante e generativo di conoscenze
- orientano, alla luce delle modalità di apprendimento proprie di ogni età e persona, la scelta dei contenuti prioritari dell'insegnamento e dell'apprendimento. 


DiSAL ritiene, pertanto, necessario che la Commissione proceda innanzitutto ad una rilettura e revisione dei nuclei fondanti delle discipline perché essi: 


1. possiedono un solido statuto epistemologico riguardante un dominio, una metodologia ed un linguaggio. Il dominio si riferisce allo specifico campo d’indagine al quale fanno riferimento e nel quale procede la loro continua progressione. La metodologia riguarda il “funzionamento” e le strategie utilizzate per interrogare il proprio dominio, tra cui troviamo - specie nella matematica - la dimostrazione, la assiomatizzazione e la deduzione; mentre nelle scienze risultano rilevanti il metodo sperimentale e l’induzione; infine, nelle lingue la descrizione e l’argomentazione. Il linguaggio si riferisce invece ai segni, alle regole di formazione ed allo stile che i nuclei del sapere - in quanto strutture fondative del proprio campo culturale - impiegano per “parlare” degli oggetti che gli sono propri e costruire gli asserti che li caratterizzano. 


2. forniscono un orizzonte di senso che risponde alla facoltà umana del cogliere la problematicità del reale ed all’esigenza di trovare una risposta dotata di ragionevolezza e capace di orientare la propria vita in direzione di uno scopo buono. Le conoscenze nel corso dei secoli sono state elaborate per dare risposte a problemi o interrogativi che l’uomo ha incontrato e fornire una prospettiva circa la disposizione umana nel mondo, ma nel momento in cui si trasmettono vengono posti ai margini, o addirittura trascurati, sia l’aspetto problematico da cui sono scaturite originariamente, sia l’esigenza di una prospettiva di vita corrispondente al desiderio profondo dell’anima. Questo travisamento impone agli insegnanti una “vigilanza esistenziale”, affinché lo scopo dell’insegnamento non si fermi agli oggetti della conoscenza, ma si rivolga al senso racchiuso nel reale ed al legame rivelativo tra questo ed i dinamismi propri dell’essere umano. In tal modo, l’offerta ai giovani di una cultura viva assume una valenza esistenziale, in quanto si pone in stretta relazione con le “questioni ultime” che stanno al fondo del pensiero e dell’azione umana: l’io, la realtà, la libertà, il compito. 


3. presentano una rilevanza sociale e storica, in quanto pongono il soggetto umano in una posizione di ingaggio nel cuore del dinamismo dell’esperienza del cammino della civiltà. Questa si manifesta sempre al soggetto nella forma di una questione, in quanto costituita da una combinazione di noto e di inedito e lo sollecita ad una consapevolezza della posta in gioco e della necessità di una risposta. Sempre, per apprendere qualcosa, la nostra mente ha bisogno di un problema – sfida cui rispondere su un piano di ragionevolezza. 

4. possiedono una valenza formativa che consiste nella messa in moto dei dinamismi del soggetto così che, consapevole del mondo e di se stesso, diviene capace di giudizio e di decisione circa le azioni che realizzano le potenzialità della sua personalità, mobilitandone le facoltà sia strategiche che strumentali. In tal modo è possibile formare persone capaci di collegare i fenomeni del reale ai saperi e dare loro un senso, in grado di compiere non solo operazioni circoscritte, ma vere e proprie azioni umane dotate di una visione appropriata, della consapevolezza dei valori in gioco, della capacità di creare opere in cooperazione con gli altri, di valutarle, di riflettere e di argomentarle in modo convincente. 


Il lavoro di riscrittura dei nuclei fondanti deve essere parallelamente accompagnato dall’approfondimento ed individuazione puntuale di due aspetti ‘pratici’ direttamente ad essi connessi: 


a. l’individuazione dei contenuti minimi essenziali per ogni disciplina (sia al termine di ciascun ciclo di istruzione di ciascun percorso che nella loro articolazione durante gli anni di studio) e contemporaneamente la definizione dei traguardi di competenze essenziali ben definiti;
b. i contenuti minimi e i traguardi di competenze devono poi essere i nuovi parametri per effettuare le valutazioni periodiche e finali degli alunni delle diverse classi e per tarare le rilevazioni INVALSI, andando di fatto ad interagire con quanto si indica nel D.lgs. 62/2017. Stabiliti questi parametri ciò consentirà poi all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche di sviluppare innovative forme di valutazione che guardino ai processi di apprendimento in modo adeguato e completo.

Nella rilettura delle Indicazioni Nazionali e, in particolare, dei nuclei fondanti, sarà necessario dare un impulso all’Educazione Civica quale Insegnamento ricco di tematiche potenzialmente capaci di fare da legante interdisciplinare proprio sui temi delle competenze.


Questioni aperte


La rilettura e revisione delle Indicazioni Nazionali va effettuata tenendo anche conto del ruolo del dirigente scolastico e del coordinatore didattico i quali, nel loro compito di dare attuazione alle stesse I.N., devono: 

- essere messi in grado di sostenere ed attuare procedure e progettazioni finalizzate ad aiutare i docenti a contestualizzare la proposta didattica e culturale disciplinare e di istituto rispetto ai bisogni formativi dei propri studenti e dei territori di riferimento:
- essere messi in grado di valorizzare e consentire ai docenti la possibilità di interpretare le Indicazioni nazionali nel pieno esercizio della libertà di insegnamento e di educazione; 

- essere messi in grado di interpretare il contesto scuola come spazio di soggettività professionale, di esercizio della progettualità collegiale e della relazione con i territori. 


Ci preme, infine, rappresentare alla Commissione ministeriale per la revisione delle I.N. e delle Linee guida che: 


1. nell’eventuale riscrittura delle IN vengano tenuti presenti anche: 


- i rapporti tra le diverse discipline di ogni ciclo ed indirizzo di studio quanto a monte ore annuale loro distribuzione all’interno del ciclo di riferimento, ecc.; 

- il rapporto tra le Discipline e gli Insegnamenti;
- il contributo degli studi internazionali e dalle Raccomandazioni europee;
- la presenza delle nuove tecnologie digitali;
- l’individuazione di contenuti disciplinari ritenuti prioritari ed altri di supporto e di rinforzo; - l’introduzione di nuovi ambienti di apprendimento,
- l’introduzione di nuove metodologie didattiche 


2. l’applicazione delle Indicazioni Nazionali dipende anche dalla possibilità di una piena attuazione della autonomia didattico-metodologica prevista dal Regolamento 275/1999: monte ore annuali e di ciclo, effettiva possibilità di progettare spazi di autonomia curricolare e didattica, accelerazione delle riforme e delle sperimentazioni previste dal PNRR, revisione della struttura delle cattedre, articolazioni degli orari delle cattedre dei docenti, ... 



Milano, 26 giugno 2024                                                 La Direzione nazionale DiSAL 






 
Salva Segnala Stampa Esci Home