La bocciatura nella scuola elementare


In una scuola siciliana la madre di un’alunna di seconda elementare non ha accettato il verdetto di bocciatura della propria figlia e, a quanto riferiscono le agenzie di stampa, ha presentato ricorso.
Il dirigente della scuola ha difeso l’operato dei suoi insegnanti sia sotto l’aspetto della legittimità (le disposizioni lo consentirebbero, pur a certe condizioni) che del merito (ci sarebbero stati interventi di sostegno della scuola e cattiva volontà della bambina).
Il dirigente del CSA provinciale ha preso le distanze.

Le agenzie giornalistiche hanno parlato della bocciatura, perché ormai nella scuola primaria la mancata promozione è un fatto rarissimo; e lo è ancor di più se si tratta di una classe iniziale.

Cosa dicono le disposizioni in materia?
Per trent’anni l’eventuale non ammissione alla classe successiva nella scuola elementare doveva essere approvata dal consiglio di interclasse (praticamente tutti gli insegnanti del plesso scolastico).
La riforma Moratti aveva previsto, in un primo tempo, che l’ammissione alla classe successiva all’interno del periodo biennale avrebbe dovuto essere automatica, e si potesse bocciare solamente nel passaggio da un biennio all’altro. Se fosse rimasta quella previsione, la bambina siciliana oggi sarebbe stata automaticamente promossa.

Nel testo definitivo del decreto legislativo 59/2004, su richiesta del Parlamento, l’ammissione automatica all’interno del periodo è stata invece modificata, prevedendo (art. 8) per la scuola primaria che sia possibile in via eccezionale e motivata, non ammettere l’alunno. In questi casi decidono solamente i docenti di classe, ma la loro decisione deve avvenire all’unanimità.  (fonte: Tuttoscuola)

 
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