Obbligo scolastico: le scelte europee


da ItaliaOggi  -  Martedì, 26 Settembre 2006

Nella maggior parte dei paesi l'istruzione di primo grado dura fino ai 16 anni.

Obbligo, le medie risolutive. La formazione professionale è la fase successiva  

Pagina a cura di Iaia Vantaggiato
Nella maggior parte degli stati membri dell'Unione europea, la durata dell'istruzione obbligatoria, che spesso è sinonimo di scolarità obbligatoria, varia dai nove anni di Danimarca, Grecia, Irlanda, Austria, Portogallo, Finlandia e Svezia ai dieci anni di Spagna, Francia e Norvegia e, infine, agli 11 previsti dagli ordinamenti del Lussemburgo e del Regno Unito (Inghilterra, Galles e Scozia). In alcuni paesi (Belgio, Germania e Paesi Bassi) l'obbligo di permanenza sui banchi di scuola supera il limite degli 11 ma comprende anche il periodo del cosiddetto obbligo scolastico a tempo parziale. Va comunque sottolineato come nella maggior parte dei paesi europei la questione del dove assolvere, almeno sino ai 16 anni, l'obbligo scolastico (se nella scuola o al di fuori di essa, per esempio nella formazione professionale) non si pone. Ciò dipende soprattutto dalla durata della scuola media che, con l'unica eccezione dell'Italia, copre un arco temporale di quattro o cinque anni: la sua conclusione finisce così per coincidere con la fine stessa dell'obbligo scolastico (a 15 o a 16 anni). Negli ultimi decenni, inoltre, quasi la metà dei paesi europei ha innalzato l'obbligo di uno, due o tre anni prolungando in tal modo la durata della scolarità obbligatoria ai 15, 16 e 18 anni. Due esempi per tutti: in Slovenia, già a partire dal 1999-2000, l'obbligo scolastico è stato prolungato di un anno e si è passati da una struttura unica di otto anni a una struttura unica di nove anni, eliminando un anno di prescolare e riadattando i curricoli, mentre in Polonia, nel 1999, la struttura unica di otto anni è stata sostituita da due cicli separati (primario e secondario inferiore) rispettivamente di sei e tre anni. Ancora diverso il caso di Danimarca e Finlandia dove addirittura, terminata la scuola dell'obbligo, gli studenti hanno la possibilità di frequentare un decimo anno facoltativo di formazione di base. In quasi tutti i paesi membri, l'istruzione obbligatoria copre la fascia di età tra i sei e i 15 anni o quella tra i sette e i 16 anni: fanno eccezione i Paesi Bassi e il Regno Unito (l'obbligo scolastico va dai cinque ai 16 anni), il Lussemburgo e l'Irlanda del Nord (dai quattro ai 16) e numerosi tra i paesi nordici, dove l'obbligo dura di media dai sette ai 16 anni d'età. La fine dell'obbligo scolastico coincide, quasi dovunque, con il passaggio dal ciclo secondario inferiore (o dalla struttura unica) al ciclo secondario superiore benché esistano dei casi (Austria, Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi) nei quali il ciclo secondario inferiore termina prima della fine dell'obbligo scolastico. In Bulgaria e Slovacchia l'obbligo scolastico comprende anche il primo anno dell'istruzione secondaria superiore, mentre in Ungheria inizia dall'ultimo anno del prescolare coprendo i quattro anni del secondario superiore. In maniera più sistematica, e poiché le strutture della scolarità obbligatoria variano da paese a paese, è possibile distinguere facilmente fra tre differenti modelli di scansione dell'obbligo scolastico. Il primo è quello dei paesi a struttura unica (Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia e Portogallo), nei quali l'istruzione obbligatoria non prevede interruzioni tra il livello primario e quello secondario. Va detto tuttavia, ed è il caso della Finlandia, che talvolta la legge, pur di fronte a istituzioni scolastiche come la Peruskoulu (scuola comprensiva) non suddivise in un livello inferiore e in uno superiore, stabilisce che l'istruzione obbligatoria venga di fatto impartita in due cicli differenti, di sei anni il primo (affidato all'insegnante di classe) e di tre anni il secondo (affidato a un insegnante specialista). Anche la Bulgaria, l'Estonia, la Lettonia, la Repubblica Ceca, la Slovenia, la Slovacchia e l'Ungheria, pur presentando una struttura unica obbligatoria che comprende istruzione primaria e secondaria inferiore, prevedono una suddivisione interna in cicli le cui ricadute si riflettono soprattutto sull'organizzazione curricolare.
Al modello unico segue, quindi, quello dei paesi a struttura bipartita (Grecia, Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda e Irlanda del Nord, Lussemburgo e Spagna), dove l'obbligo è assolto attraverso la frequenza del livello primario e di quello secondario inferiore (i due tipi di istruzione vengono solitamente erogati in istituti distinti). Resta, infine, il modello a struttura tripartita grazie al quale in stati come l'Austria, il Belgio, la Francia, la Germania e i Paesi Bassi, l'istruzione obbligatoria copre il livello primario, quello secondario inferiore e parte del livello secondario superiore. Per quanto concerne la certificazione di fine istruzione obbligatoria, essa è prevista dalla maggior parte degli stati membri. Fanno giocoforza eccezione i paesi a struttura tripartita, nei quali la certificazione non coincide con la fine dell'istruzione obbligatoria così che gli studenti sono tenuti a proseguire gli studi per assolvere all'obbligo scolastico. In Francia, per esempio, alla fine del collège viene rilasciato un brevet, ma per adempiere l'obbligo gli studenti devono comunque frequentare il primo anno del lycée; lo stesso accade in Belgio dove, sebbene alla fine del primo ciclo dell'istruzione secondaria (cycle d'orientation) venga rilasciato un certificato, gli studenti sono obbligati a frequentare anche il primo anno del secondo ciclo (cycle de transition). In generale, è possibile affermare che nei paesi neocomunitari, e proprio a causa della differente durata dell'obbligo scolastico, gli studi iniziano con ritardo rispetto al resto dell'Europa e terminano in anticipo. L'obbligo scolastico, infatti, inizia a sei anni in ben dieci dei 15 paesi della vecchia Unione: un termine a quo condiviso, per quanto riguarda l'Europa orientale, solo da Ungheria, Slovacchia e Slovenia (negli altri paesi si inizia a sette anni). Maggiore è invece l'allineamento rispetto alla fine dell'obbligo: 16 anni come nella maggior parte dell'Europa occidentale. Solo cechi, slovacchi e sloveni terminano a 15 anni (come, del resto, irlandesi, portoghesi, greci e austriaci).

 

 
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