ScuolaEuropa/La nuova scuola spagnola


Disposizioni sulla nuova scuola dell’obbligo spagnola: la manica larga di Zapatero

Zapatero sembra avere la manica più larga di Fioroni. Mentre quest’ultimo nella sua riforma degli esami di Stato ha insistito sull’assolvimento di tutti debiti formativi da parte degli alunni, gli studenti spagnoli potranno beneficiare della tolleranza di ben tre insufficienze (se il consiglio di classe sarà d’accordo) per essere promossi ed anche per ottenre il titolo finale.
Questo almeno nella “Educacion Secundaria Obligatoria” (ESO), la scuola media spagnola che, terminando quando gli alunni compiono 16 anni, copre in realtà anche la nostra età del biennio iniziale superiore. La precedente legge della destra, già entrata in vigore su questo punto, fissava invece inderogabilmente a due le insufficienze tollerabili, purché non fossero in Lingua o in Matematica.
L’anno potrà essere ripetuto solo una volta (due volte all’interno dello stesso ciclo).
Queste disposizioni stanno per essere decretate in questi giorni affinché le comunità autonome (le regioni spagnole) da cui la scuola dipende si adeguino. Esso definisce anche i nuovi orari, dei quali una parte cospicua è tuttavia demandata alle comunità autonome: il 35% per quelle di lingua castigliana e il 45% quelle di lingua basca, catalana e gagliega.

Religione, la disciplina che di solito desta più polemiche (ora si potrà scegliere tra un insegnamento confessionale, uno aconfessionale e anche un’ora buca), avrà 175 ore all’anno, contro le 210 attuali ma anche diversamente dalle 140 che si prospettavano. Lingua castigliana e Matematica la fanno da padrone: 475 ore la prima (10 in meno) e 385 la seconda (50 in più). Perdono ore le tecnologie (-55) e Scienze sociali e storia (-20).
Spazio va fatto anche per introdurre la nuova disciplina, Educazione alla Cittadinanza e ai Diritti Umani (1 ora e mezza alla settimana nella primaria e una nella secondaria) che viene insegnata solo in alcune classi (quinta e sesta elementare e primi tre anni delle medie mentre in quarta c’è Etica).
Le nuove disposizioni integrano nella ESO anche i programmi di Qualificazione Professionale Iniziale, che si possono intraprendere a 15 anni al posto della quarta classe e che sono dei veri e propri corsi di avviamento al lavoro.
Mentre anche l’educazione infantile da prescolare diventa scuola a tutti gli effetti divisa in due trienni (0-3 anni e 3-6 anni) non obbligatori, ma di cui solo il secondo è gratuito.

La scuola secondaria superiore non è ancora investita dai provvedimenti. Il percorso liceale (bachillerato: 2 anni dai 16 ai 18) vedrà le nuove attuazioni solo nel 2008. Ma si sa che sarà diviso in tre indirizzi: scientifico-tecnologico, umanistico-sociale e artistico (quest’ultimo non più limitato alle arti figurative ma con i sottoindirizzi anche di musica e danza). In tutti gli indirizzi si studierà educazione fisica,filosofia, storia, casigliano, lingua coofficiale (nelle regioni alloglotte), e religione (facoltativa). Vi sono anche due nuove discipline: cittadinanza e “scienza per il mondo”, mentre la lingua straniera sarà compresa nella parte di orario lasciata alle singole comunità autonome. Religione diversamente che nella ESO non prevede nessuna disciplina alternativa, ma solo se avvalersi o no.
Verranno aperti anche corsi liceali serali nei centri di educazione degli adulti, che finora terminavano con la “quarta media”.

Anche la Formazione Professionale “reglada”, che, nonostante il nome, corrisponde alla nostra istruzione professionale, (mentre la FP spagnola è quella cosiddetta “ocupacional”) avrà nuovi corsi a partire solo dal 2008 quando sarà pronto il nuovo catalogo delle professioni. Per accedere a quella di grado medio occorre avere il titolo di scuola media (ESO) e per quella di grado superiore il “bachillerato”. Ma sarà possibile anche entrarvi previo esame senza questi titoli e a questo scopo verranno istituiti anche dei corsi preparatori. Mentre d’altra parte la struttura modulare che ci si orienta ad assumere consentirà anche la frequenza di corsi sciolti.

Roma, 9 gennaio 2007

(fonte:Cgilscuola)

 

 
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