DiSAL sulle proposte ministeriali sul nuovo regime dei debiti


Si è riunito giovedì 6 settembre presso il Ministero P.I. il Forum nazionale delle Associazioni professionali dei docenti e dirigenti per dare pareri alla Direzione per gli ordinamenti su di una bozza di decreto ministeriale sulla modifica del regime dei debiti scolastici, a seguito dello strano dibattito estivo sulla "restaurazione" degli esami a settembre.

DiSAL ha consegnato il documento che segue con le proposte che fanno riferimento al testo ministeriale.

 

Di.S.A.L.  -    Dirigenti Scuole Autonome e Libere

 Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie  - Ente qualificato dal Miur alla formazione

   

Milano, 5 settembre 2007

 

A proposito della bozza di decreto sul recupero dei debiti formativi

 

Pur contenendo principi importanti (vedi testi  maggiore serietà della scuola, scadenza certa per il recupero delle carenze,  tendere alla prevenzione del debito, obbligo per la scuola di farsi carico delle difficoltà degli alunni) e alcune proposte valide (vedi testi  es. la possibilità di superare la classe, la collaborazione con luoghi di lavoro o imprese, la possibilità per le scuole di collaborare con centri e luoghi di studio o lavoro esterni, nella convinzione dell’utilità di una rete di alleanze educative di fronte agli alunni n difficoltà), nel complesso il decreto non ci convice (punti critici)

 

1.  I problemi del mal funzionamento del macchinoso sistema dei debiti-crediti e della inutilità di molti corsi di recupero non si risolvono tornando indietro.  La scuola degli esami a settembre non era la scuola di oggi del 99,5 %  dei giovani e, con buona pace dei nostalgici, diciamolo con franchezza, non era molto spesso una scuola seria, specie  verso chi aveva delle difficoltà. Era una scuola fatta per chi riusciva già con le proprie forze, già dotato di capacità, oltre ad avere alle spalle famiglia e contesto sociale favorevoli.   Nella gran parte dei casi, poi,  gli scrutini duravano 10 minuti, dettando solo voti senza parlare mai di ragazzi e di come affrontare le loro difficoltà di studio.

Di quel tipo di scuola noi non abbiamo rimpianti ! Dell’umanità e della serietà di molti docenti però, quelli sì, abbiamo nostalgia !

 

2.  Venendo alla bozza di decreto, a parte il linguaggio usato, gli artt. 6 e 7 costituiscono un ritorno tout court agli esami di riparazione, caricando la scuola statale di un nuovo onere, con la gestione dei corsi di recupero durante l’estate e l’organizzazione degli esami a settembre, che realisticamente, allo stato attuale, non è in grado di svolgere in modo qualitativo ed efficace. Ovviamente senza esaminare quì, tra l’altro, la problematica sindacale collegata ad un aumento di lavoro a fronte di bassi compensi.

Inoltre il problema dell’attuazione dei corsi (art. 1), delle prove e degli scrutini per tutti quelli che hanno insufficienze (art. 6) vanifica ogni possibilità di iniziare le lezioni entro il 10-15 settembre.

 

3. A questo si aggiungono altre problematiche da valutare. Come è avvenuto quest’anno, più del 60% dei docenti è convocato per gli esami di maturità. Salvo quindi una diversa soluzione per questi e per la problematica contrattuale citata, con certezza quasi tutti i corsi estivi (quelli decisivi per la valutazione finale) sarebbero tenuti da enti esterni.  In verità cambiare rapporti personali docente-allievo per la ripresa di una disciplina spesso costituisce un elemento positivo. Ma una generalizzazione di corsi all’esterno potrebbe comportare seri problemi per la serenità della valutazione.

 

4.  Il problema poi delle risorse economiche (nelle assegnazioni e nei parametri attuali, anche dopo la Direttiva sulle attività pomeridiane)  appare, allo stato attuale, insormontabile. I conti sono presto fatti. In un istituto con 900 c.a.  alunni, 400 c.a.  hanno i debiti. Anche solo per una media di 10 ore procapite annuali  (assai esigue)  occorrono 4000 ore, a fronte delle 1200 attualmente assegnate a tale unità scolastica per gli IDEI. E le altre, da usarsi sia per i docenti interni che per gli enti esterni ? Non vediamo nella bozza nuove risorse.  Chi non ha speso i fondi del recupero si è scaricato certo dei problemi, ma chi li ha spesi tutti (nell’istituto-tipoo di prima, a disposizione ci sono fondi per non più di 1200 ore per corsi o sportelli personalizzati) dove trova le risorse necessarie per i corsi estivi ?

 

5. C’è infine la questione del consiglio di classe: attualmente specie negli istituti tecnici e professionali e di provincia all’1 settembre mancano una media del 20-30 % dei docenti ? Chi farà le prove per queste materie e chi farà gli scrutini in regime di “collegio perfetto” ? C’è poi la presenza di gran parte dei supplenti con contratti al 30 giugno: per queste discipline chi farà i corsi e gli scrutini ?  Con in più la mobilità dei docenti di ruolo.  Il tutto rende il meccanismo poco realistico, a meno di tornare al termine dell’anno scolastico al 9 settembre.

 

6.  Per affrontare in modo complessivo ed adeguato di alternative o proposte, dovremmo addentrarci in una prospettiva del fare scuola per competenze e standard da raggiungere,  con più spazi al fare ed alla laboratorialità che al solo insegnamento teorico. Dovremmo parlare di cosa può favorire una scuola come comunità di apprendimento, come clima e ambiente favorevole. Dovremmo riflettere su relazioni educative liberamente scelte. Dovremmo inoltre tener presente che l’introduzione del sistema degli IDEI, pur con tutti i suoi limiti, comprendeva non solo meccanismi e risorse per le carenze da recuperare, ma anche per le capacità ed i meriti da potenziare.

 

7.  Limitandoci, nel quadro attuale di un intervento limitato, a mantenere gli aspetti positivi della bozza citati e, magari, ponendo mano al problema delle risorse, potrebbe essere più realistico intervenire sulla normativa vigente (dal R.D. 653/25 al DL 297/94)  ponendo una ulteriore restrizione come ad es. la possibilità di “non promuovere in presenza della reiterazione dello debito per due anni nella stessa disciplina, pur avendo promosso interventi di recupero”.  Oppure limitando l’obbligo del rinvio dello scrutinio (art. 6) ai soli casi di reiterazione del debito.

Si tratterebbe così di proseguire, meglio precisandolo, il percorso iniziato dal D.M. 42 del maggio 2007 (dal quale questa bozza riprende diversi brani e concetti).

Ricordiamo inoltre che l’impianto originario della 325/95 ed dei successivi interventi che hanno avviato e finanziato gli IDEI contemplava contemporaneamente sia gli interventi sugli alunni con insufficienze, sia gli alunni destinatari di approfondimenti e di attività di potenziamento. Riteniamo che questa concomitanza vada mantenuta, confermando che gli stanziamenti in atto per gli IDEI possano essere usati anche a questo fine.

 

Resta ovviamente sottinteso che gli indispensabili strumenti per una buona riuscita scolastica degli alunni in difficoltà di studio non sostituiscano appieno bravi docenti, ben preparati, appassionati alla disciplina ed ai loro ragazzi, pagati in modo dignitoso e non vessati da eccessi di burocrazia e conflittualità.

Ringraziamo della cortese richiesta di parere.

 

                                                                       La direzione nazionale

 

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