Organi Collegiali: le proposte Disal alla Camera


Le motivazioni delle nostre proposte
1. Una generazione intera è passata sotto … "i ponti" degli Organi Collegiali della scuola. Ventisette anni fa i decreti delegati sicuramente ebbero il merito di iniziare a rompere la chiusura della scuola ad ogni rapporto con la famiglia, con la comunità locale, con il mondo del lavoro, perché una istituzione autoreferenziale cominciasse a rispondere a coloro i quali, secondo la stessa Costituzione, sono gli unici mandanti dell'organizzazione del sistema di istruzione e formazione. Questo elemento positivo si è mescolato a gravi vizi di origine, legati al contesto fresco di aria sessantottina ed al compromesso tra le centrali sindacali ed il potentissimo apparato burocratico. Quegli organismi sono stati bloccati: da formalismi normativi che facevano dell'apparato burocratico e del mondo sindacale i veri gestori della scuole; dalla carenza di risorse (basti pensare alla povera storia dei Distretti Scolastici). Ne è risultata, dopo i primi entusiasmi, una progressiva deresposabilizzazione dei genitori ed una lontananza dalle comunità locali. L'ordinamento centralistico poi mortificava la professionalità dei capi di istituto ed in particolare die docenti, sempre considerato dalla norma come impiegati e non valorizzati nella loro centrale funzione culturale ed educativa.
2. L'attuale testo proposto dalla maggioranza presenta sicuramente una visione e delle soluzioni interessanti, specie nella direzione della esaltazione della autonomia delle scuole, di una semplificazione degli elementi di governo e della introduzione di una cultura della valutazione dei processi formativi. Tuttavia esso mostra alcuni aspetti problematici, per i quali i presidi e direttori della associazione Di.S.A.L. hanno suggerito soluzioni che rafforzino le finalità di libertà educativa delle famiglie e di libertà di insegnamento dei docenti quale componente professionale cui viene affidata l'"impresa " dell'istruzione e formazione.
a- La proposta di Di.S.A.L. che riportiamo intende inoltre evitare una soluzione preoccupante contenuta nel testo della maggioranza e condivisa dal maggioritario sindacato della dirigenza scolastica. A presiedere il futuro organo di Amministrazione della scuola autonoma non deve essere i Dirigente Scolastico, ma persona membro del consiglio medesimo, individuata per le capacità che gli vengono riconosciute e non per la categoria che rappresenta. Se al Dirigente scolastico fosse affidata la presidenza della gestione della scuola resteremmo in una logica di piramide statale, visto che lo stesso è nominato da un organo decentrato del Ministero dell'Istruzione. Ci troveremmo inoltre di fronte non solo al pericolo di un nuovo (e più problematico) centralismo locale, dopo aver combattuto quello nazionale. La scuola trova la sua giustificazione nel mandato della famiglie e delle comunità locali, e non dagli organi decentrati dell'amministrazione statale.
b- D'altra parte occorre completare fino in fondo il processo di autonomia delle scuole senza il quale non avremo mai un moderno ed efficace sistema di istruzione e formazione. Senza qui voler avviare la pur necessaria discussione sulle nuove funzioni della dirigenza scolastica, si potrebbe dire che questa debba funzionare con l'immagine del'"amministratore delegato" cui compete dirigere, con ampi margini di autonomia, senza perdere però le sue radici con l'azione formativa e culturale e quindi senza trasformarsi un supertecnocrate della nuova amministrazione scolastica decentrata (non autonoma).
c- Proprio per realizzare pienamente l'autonomia delle scuole solo iniziata dalla Bassanini, la proposta contiene anche l'indicazione che la stessa assunzione del Dirigente (con opportuni meccanismi di garanzia dei titoli), così come quella dei docenti venga finalmente affidata alle scuole, così come dovrebbe avvenire per i docenti e per il restante personale. Non è null'altro di quanto già avviene ad esempio in tutto il sistema ospedaliero e sanitario.
d- Si propone inoltre di meglio chiarire la funzione del Collegio docenti di organo deliberativo in materia didattica e di interventi educativi, proprio per realizzare l'autonomia e piena responsabilità di questa azione, oltre che specificare (salvo diversa e futura normativa) che questa azione non può essere mai materia di contrattazione sindacale.
e- Infine, proprio perché una autentica cultura della valutazione entri nella vita della scuola, il nucleo di autovalutazione deve essere prevalentemente composto da chi opera nella scuola stessa. Gli esperti esterni ed il Sistema nazionale di valutazione dovranno fungere da supporto al favorirsi di una mentalità e di una abitudine di autovalutazione nei professionismi dell'impresa formativa.

Di.S.A.L. - Dirigenti Scuole Autonome e Libere
Proposte di modifica al testo di riforma degli organi di governo delle istituzioni scolastiche autonome, presentate alla Commissione VII della Camera - 02.02.2002

(Tra parentesi le proposte per noi irrinunciabili)

1. Finalità e regolamentazione
- governano le scuole del sistema di istruzione e formazione, realizzando la collaborazione alla vita della scuola come comunità scolastica, perseguono la qualità formativa e culturale della scuola, attuano il patto educativo tra scuola, famiglia e comunità locale e garantiscono la libertà di insegnamento dei docenti, la libertà di apprendimento degli allievi e la libertà di scelta delle famiglie;
- si fondano sul regolamento deliberato dal Consiglio di Amministrazione ed in via provvisoria dal consiglio di istituto uscente (salvo ratifica del nuovo CdA).
(Fondamentale al comma 3 della proposta Adornato. Tolgiere gli enti locali ed inserire "le comunità locali e le aggregazioni sociali" Sostituire "partecipazione" con "collaborazione". Modificare le finalità con quelle sopra riportate.)
2. Consiglio di Amministrazione
- governa l’istituzione scolastica e da’ gli obiettivi ed i criteri generali per l’amministrazione di tutte le risorse e ne controlla il consuntivo annuale (affidando al dirigente scolastico ed al direttore amministrativo la gestione amministrativa), assume con contratto a termine il dirigente scolastico in una terna di nomi indicata dal dirigente scolastico regionale, affianca (con la vigilanza di un rappresentante della AS) il dirigente scolastico nella assunzione dei docenti, autorizza gli accordi di rete o con altre istituzioni;
- adotta il Piano dell’Offerta Formativa su proposta del Collegio docenti;
- adotta lo statuto (o regolamento) dell'istituzione scolastica;
- composto (fino a un massimo di 11 membri, con articolazione interna autonoma) dal dirigente scolastico, dai rappresentanti dei docenti, dei genitori, del personale, degli studenti per le superiori, da rappresentanti delle comunità o associazionismo locali scelti dal Consiglio stesso, dal direttore amministrativo con funzioni di segretario;
- presieduto da chi ha comprovate competenze di gestione (con esclusione del dirigente), con forme di riconoscimento stabilito dal Consiglio stesso;
- dura in carica quattro anni;
- sciolto dal Direttore Scolastico Regionale e non dal Dirigente Scolastico.
(Togliere la parte riguardante la presidenza al Dirigente e sostituirla con la proposta della "comprovata competenza". Togliere "gli esperti esterni" per inserire "i rappresentanti delle comunità e delle aggregazioni sociali" scelti dal Consiglio. Scioglimento non da parte del Dirigente Scolastico ma dal Direttore Regionale o da una votazione interna al Consiglio medesimo di almeno i due terze dei membri in carica)
3. Collegio dei docenti
- delibera la programmazione educativa e didattica, la valutazione didattica degli alunni;
- elabora il POF da sottoporre al Consiglio di Amministrazione e sulla base degli orientamenti generali da esso formulati;
- un’unica riunione obbligatoria annuale e con articolazione autonoma in gruppi e commissioni da esso regolamentate;
- le deliberazioni del Collegio dei docenti, in quanto espressione della libertà di insegnamento, non costituiscono materia contrattuale;
- fa proposte al Consiglio di Amministrazione sul regolamento di istituto.
(Inserire il potere deliberatorio per la programmazione educative e didattica e l'esclusione della materia didattica dalla materia sindacale della RSU)
4. Consiglio di classe
- finalizzato alla partecipazione al cammino educativo e didattico degli alunni;
- composto da tutti i docenti, genitori e studenti nelle superiori;
- presieduto dal dirigente scolastico o, in sua assenza, dal docente coordinatore;
- il regolamento di istituto può articolare forme interne;
- per la programmazione didattica e curricolare e la valutazione didattica limitato ai soli docenti.
(Si tratta di semplici precisazioni)
5. Partecipazione delle famiglie e degli studenti
- il regolamento della scuola stabilisce altre forme di collaborazione delle famiglie e degli studenti nelle superiori;
- diritti di associazione e riunione nella scuola garantiti.
(Sostituire "partecipazione" con "collaborazione" e garantire i diritti di associazione e riunione)
6. Nucleo di autovalutazione
- composto dal dirigente, dai docenti e da esperti esterni;
- finalizzato all’autovalutazione della didattica e della qualità degli apprendimenti;
- con il supporto e la collaborazione del sistema nazionale e regionale di valutazione;
- fa proposte al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio docenti.
(Fondamentale che il Nucleo sia diretto dal dirigente e composto in maggioranza da interni alla scuola)
7. Disposizioni finali e abrogazioni
- per le scuole non statali paritarie sola analogia con quelli statali con piena autonomia di organizzazione interna;
- delega alla riforma degli organi collegiali territoriali con costituzione di organismi consultivi provinciali, regionali e nazionali di secondo livello, composti cioè, ciascuno, dai presidenti degli organismi di livello inferiore;
- parti e articoli del TU da abrogare.
 
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