Recupero debiti: a Trento niente esami a settembre


Pubblichiamo il testo della delibera della Giunta Provinciale della Provincia di Trento (predisposta dal rispettivo Dipartimento per l’Istruzione) emanata per dare indicazioni sulle valutazioni degli studenti nelle scuole superiori e sulle modalità di sostegno e recupero dei debiti scolastici.

E’ evidente la grande diversità dalla norme nazionali, la maggiore saggezza e, per alcuni aspetti, la maggiore adeguatezza delle scelte ai bisogni della scuola.

Come DiSAL non possiamo che trovare conferma a tutte le posizioni da noi espresse in merito, soprattutto sulla inutilità degli “esami a settembre”. Facciamo seguire una interessante commento alla delibera provinciale predisposto dalla Associazione A.D.I. (DiSAL)

 

 

Direttiva

AI DIRIGENTI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

PROVINCIALI E PARITARIE

OGGETTO: Direttiva per la valutazione degli studenti e attuazione degli interventi per favorire il successo formativo negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado della provincia di Trento.

Con le deliberazioni n. 2994 del 21 dicembre 2007 e n. 25 dell'11 gennaio 2008 la Giunta provinciale ha approvato la direttiva per la valutazione degli studenti e l'attuazione degli interventi per favorire il successo formativo negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado della provincia di Trento.  La stagione dei debiti formativi ha visto le scuole trentine impegnate a promuovere il successo formativo con buoni risultati: il 65% degli studenti trentini salda i debiti entro l'anno scolastico successivo rispetto al 25% registrato a livello nazionale.   Resta tuttavia un 35% di debiti non saldati, equivalenti a circa l'11,8 % degli studenti delle superiori, che rappresenta una sfida aperta per il sistema formativo, chiamato dalla comunità a dare risposte nuove e più efficaci.   La direttiva si pone nell'ottica di un superamento del concetto stesso di debito formativo e propone alle scuole trentine un percorso innovativo per portare tutti gli studenti al successo formativo.

Le istituzioni scolastiche autonome sono chiamate ad intensificare gli sforzi al fine di accompagnare lo studente con attività di sostegno e corsi di recupero durante tutto l'anno scolastico, in una logica progettuale che tende a inserire tali attività nella ordinarietà del progetto di istituto.

L'elemento di maggiore novità rispetto al contesto nazionale è costituito dalla scelta di “sciogliere la riserva” fin dallo scrutinio di giugno: lo studente con carenze nella preparazione in una o più discipline, se promosso, ha l'obbligo di attivarsi con lo studio individuale durante la pausa estiva e di frequentare gli interventi di recupero che il consiglio di classe ha l'obbligo di predisporre e attuare entro il mese di settembre.     Entro lo stesso termine il percorso di recupero si conclude con una verifica obbligatoria che ha lo scopo di fare il punto sui risultati raggiunti, programmare eventuali ulteriori attività di sostegno da realizzare nel corso dell'anno scolastico e, se necessario, anche proporre allo studente e alla famiglia un riorientamento.

Dopo la verifica di settembre il percorso di accompagnamento prosegue, per tutto l'anno scolastico, con attività di sostegno e interventi di recupero obbligatori per gli studenti che presentino ancora carenze e si conclude con una valutazione finale complessiva che dovrà tener conto anche della partecipazione alle iniziative di recupero e sostegno attivate dalla scuola, dell'impegno personale dello studente e dei risultati formativi conseguiti.

In considerazione dei diversi tempi e ritmi di maturazione degli adolescenti, dunque, all'alunno in difficoltà si lascia un ulteriore anno di tempo per completare la sua preparazione, una dimensione temporale più ampia, particolarmente utile nel nuovo biennio dell'obbligo per far conseguire a tutti i giovani quelle competenze chiave di cittadinanza che l'Unione europea ritiene decisive per lo sviluppo personale, la coesione sociale e la competitività nella società globale.   Sul piano operativo, in un'ottica di piena valorizzazione e responsabilizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, spettano ad esse le scelte organizzative e gestionali più efficaci per attuare, in ogni singola scuola, le direttive della Giunta provinciale.

In questo quadro l'amministrazione provinciale è impegnata ad integrare con ulteriori risorse finanziarie le attuali dotazioni del Fondo di istituto per assicurare il pieno sostegno al percorso proposto.   La proposta della Giunta provinciale ha innescato nel mondo scolastico e nella società civile un vivace dibattito che ha riportato al centro dell'attenzione la didattica e la centralità dello studente.

A partire da questo rinnovato interesse è opportuno che ciascun dirigente promuova nella sua scuola un confronto con tutte le componenti scolastiche al fine di far conoscere a tutti gli interessati i contenuti della direttiva e di accrescerne la partecipazione e la responsabilizzazione rispetto ad una tema, la valutazione degli studenti, che svolge una funzione regolativa in tutti i processi di insegnamento e apprendimento.

Cruciale diventa l'obiettivo di potenziare la pratica di quella pedagogia dell'incoraggiamento capace di riconoscere l'identità dello studente rispettandone, in primo luogo, stili e tempi di apprendimento.

Quello che si apre, pertanto, è un processo di innovazione a cui le scuole sono chiamate a dare un fondamentale contributo in termini di miglioramento al fine di consolidare e migliorare i risultati del sistema scolastico trentino.

    

 

DIRETTIVA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Valutazione degli studenti e attuazione degli interventi per favorire il successo formativo

 

Punto 1. Oggetto

Questa direttiva disciplina la valutazione degli studenti che frequentano i percorsi di istruzione secondaria di secondo grado; disciplina altresì la predisposizione e l'attuazione degli interventi volti a favorire il successo formativo in coerenza con l'obiettivo fissato dal comma 1, dell'articolo 54 della legge provinciale n. 5 del 2006.

    

Punto 2. La valutazione: finalità e criteri generali 

1. Oggetto della valutazione degli studenti sono i risultati conseguiti nell'apprendimento e nella capacità relazionale.

2. La valutazione accompagna, orienta e sostiene lo studente per l'intero percorso formativo e si propone di responsabilizzarlo rispetto ai traguardi prefissati; nel contempo essa svolge una funzione regolativa dei processi di insegnamento al fine di contribuire a migliorare la qualità degli apprendimenti.

3. Il collegio dei docenti, al fine di assicurare omogeneità nelle procedure e nelle decisioni dei consigli di classe, determina i criteri da seguire per lo svolgimento degli scrutini intermedi e finali.

4. Alla valutazione dell'apprendimento e della capacità relazionale degli studenti provvede il consiglio di classe con la sola componente di tutti i docenti responsabili delle attività didattiche curricolari.

    

Punto 3. Fasi della valutazione

1. La valutazione è un processo continuo e si articola in tre fasi fondamentali: iniziale, intermedia e finale.

2. La valutazione iniziale, che si conclude, di norma, entro un mese dall'inizio delle lezioni, rappresenta la base conoscitiva per la razionale progettazione didattica da parte del consiglio di classe e dei singoli docenti.

3. La valutazione intermedia, al termine del trimestre o del quadrimestre, ha la funzione di informare lo studente e la famiglia sui risultati conseguiti nell'apprendimento e di verificare, ed eventualmente aggiornare, il progetto didattico del consiglio di classe e/o dei singoli docenti.

4. La valutazione annuale, al termine delle lezioni, ha lo scopo di deliberare l'ammissione o la non ammissione alla classe successiva ovvero, nelle classi terminali del ciclo di studio, l'ammissione o la non ammissione agli esami di Stato. 

    

Punto 4. Scrutinio finale 

1. In sede di scrutinio finale il consiglio di classe provvede alla valutazione annuale degli apprendimenti e della capacità relazionale di ogni singolo studente al fine di deliberare l'ammissione o la non ammissione alla classe successiva; nelle classi terminali del ciclo di studi delibera l'ammissione o la non ammissione agli esami di Stato conclusivi del corso di studio.

2. La valutazione nelle singole discipline è collegiale e spetta al consiglio di classe su proposta del docente della disciplina.

Il docente della disciplina propone il voto in base ad un giudizio motivato che si fonda su:

a) gli esiti di un congruo numero di prove, scritte, orali o pratiche a seconda della disciplina, effettuate e valutate durante l'ultimo trimestre o quadrimestre;

b) la valutazione complessiva dell'impegno, dell'interesse e della partecipazione dimostrati dallo studente nell'intero anno scolastico;

c) le valutazioni espresse in sede di scrutinio intermedio;

d) l'esito delle verifiche relative agli interventi di recupero effettuati nel corso dell'anno scolastico.

3. Per gli studenti delle classi non terminali che in sede di scrutinio finale presentino in una o più discipline valutazioni insufficienti, il consiglio di classe, sulla base di criteri preventivamente stabiliti dal collegio dei docenti, procede preliminarmente ad un valutazione della possibilità dell'alunno di raggiungere gli obiettivi formativi e di contenuto propri delle discipline interessate entro l'inizio del successivo anno scolastico, mediante lo studio personale svolto autonomamente e attraverso la frequenza di appositi interventi di recupero. Tale valutazione, se positiva, comporta la contestuale deliberazione di ammissione alla classe successiva con l'obbligo, per lo studente, di frequentare gli interventi di recupero programmati dal consiglio di classe (cosiddetto debito formativo).

4. Il dirigente dell'istituzione scolastica, dopo le operazioni di scrutinio finale, comunica alle famiglie degli studenti promossi ai sensi del paragrafo precedente, per iscritto, le decisioni assunte dal consiglio di classe, indicando le specifiche carenze rilevate per ciascuno studente dai docenti delle singole discipline e i voti proposti in sede di scrutinio nella disciplina o nelle discipline nelle quali lo studente non abbia raggiunto la sufficienza. Contestualmente provvede a comunicare gli interventi didattici programmati per il recupero delle carenze riscontrate, nonché le modalità e i tempi delle relative verifiche.

    

Punto 5. Attività di sostegno e interventi di recupero: finalità e criteri generali

1. Gli interventi di recupero e le attività di sostegno sono parte integrante del percorso formativo e perseguono l'obiettivo di favorire il successo formativo e la proficua prosecuzione del corso di studi fino al conseguimento di una qualifica o di un diploma in conformità a quanto previsto dall'articolo 54, comma 1 della legge provinciale n. 5 del 2006.

2. Le attività di sostegno hanno lo scopo di prevenire l'insuccesso scolastico e si realizzano in ogni periodo dell'anno scolastico, a cominciare dalle fasi iniziali, secondo modalità definite dalle singole istituzioni scolastiche, in relazione ai bisogni formativi rilevati, con priorità per le discipline per le quali si registri nell'istituzione scolastica un più elevato numero di valutazioni insufficienti.

3. Gli interventi di recupero sono rivolti agli studenti che negli scrutini intermedi e in quelli finali conseguono una valutazione insufficiente in una o più discipline e sono finalizzati al recupero tempestivo delle carenze formative riscontrate.

Le istituzioni scolastiche hanno l'obbligo di attivare gli interventi di recupero. 

    

Punto 6. Attività di sostegno e interventi di recupero: soggetti e modalità

1. Il collegio docenti, sulla base delle linee di indirizzo contenute nel progetto di istituto, definisce i criteri generali per l'organizzazione e la realizzazione delle attività di sostegno e degli interventi di recupero, con particolare riferimento ai tempi, alla durata, ai modelli didattici, alle forme organizzative, alle modalità di verifica dei risultati conseguiti dagli studenti, ai criteri di valutazione.

2. I consigli di classe, sulla base dei criteri generali stabiliti dal collegio dei docenti e delle proposte dei singoli docenti, definiscono e attuano gli interventi e le attività per ciascuna classe.

3. Negli istituti tecnici e professionali, per le discipline aventi dimensione pratica o laboratoriale, gli interventi di recupero e la relativa verifica possono avvenire anche all'interno di appositi laboratori didattici.

4. Gli interventi di recupero obbligatori da attivarsi dopo lo scrutinio finale hanno una durata, di norma, non inferiore al 10 % del monte ore annuale previsto dal piano di studi per ciascuna disciplina e si concludono entro il mese di settembre dell'anno scolastico successivo, al fine di responsabilizzare gli studenti rispetto ai traguardi formativi prefissati e di assicurare ad essi una ulteriore opportunità, in tempo utile, per un proficuo proseguimento del corso di studi.

5. L'organizzazione degli interventi di recupero programmati dal consiglio di classe, sia in riferimento a quelli da svolgersi in corso d'anno sia a quelli previsti dal punto precedente, è comunicata alle famiglie anche al fine di responsabilizzare gli studenti in conformità a quanto previsto dall'articolo 9, comma 2 della legge provinciale n. 5 del 2006. In questa prospettiva, gli studenti, durante la pausa estiva, sulla base delle indicazioni ricevute dai docenti, sono tenuti, da subito, a svolgere attività di studio individuale propedeutica agli interventi di recupero, per una piena fruizione di tale opportunità.

6. Gli studenti sono tenuti, fatte salve situazioni oggettive e documentate di impedimento dovute a causa di forza maggiore, alla frequenza degli interventi ad essi indirizzati. L'obbligo di frequenza si considera assolto se lo studente frequenta almeno l'80% delle ore previste.

7. Nella prospettiva di una valutazione formativa, al termine di ciascun intervento di recupero, i docenti delle discipline interessate svolgono verifiche volte ad accertare il grado di competenza acquisito dallo studente.

8. Sulla base delle suddette verifiche i docenti delle discipline interessate formulano un giudizio analitico evidenziando i risultati positivi raggiunti dallo studente e le eventuali carenze ancora presenti nella sua preparazione. Tale giudizio è comunicato allo studente e alla famiglia per renderli consapevoli del percorso di apprendimento e costituisce, per i docenti, riferimento per definire eventuali ulteriori forme di supporto volte sia al completamento del percorso di recupero che al raggiungimento di obiettivi formativi di più alto livello.

9. La mancata frequenza e/o la mancanza di impegno personale adeguato nelle attività di recupero costituiscono elemento di valutazione di cui il consiglio di classe terrà conto in sede di valutazione finale dell'anno scolastico.

    

Punto 7. Credito scolastico 

1. Nei confronti degli studenti del triennio terminale dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado ammessi alla classe successiva ovvero a sostenere l'esame di Stato il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, provvede all'attribuzione del credito scolastico ai sensi delle tabelle previste dalle disposizioni vigenti in materia.

2. Agli studenti ammessi alla penultima e all'ultima classe pur in presenza di valutazioni insufficienti in una o più discipline, il credito scolastico è attribuito nella misura minima prevista nella relativa banda di oscillazione della tabella. Qualora tali studenti conseguano giudizi positivi in tutte le verifiche svolte al termine degli interventi di recupero per essi predisposti il consiglio di classe, nella prima riunione utile, può integrare il credito scolastico nei limiti previsti dalla banda di oscillazione precedentemente attribuita.

3. Agli studenti ammessi all'esame di Stato con una valutazione insufficiente in una o più discipline è attribuito il punteggio minimo previsto dalla relativa banda di oscillazione.

    

Punto 8. Studenti provenienti da fuori provincia

1. Agli studenti provenienti da fuori provincia per effetto di trasferimento in corso d'anno scolastico si applicano le disposizioni previste da questa direttiva.

2. Gli studenti provenienti da fuori provincia per i quali sia stata deliberata la sospensione del giudizio ai sensi dell'articolo 6 dell' O.M. n. 92 del 5 novembre 2007 sono iscritti con riserva alla classe successiva, in attesa che si concluda la procedura di valutazione da parte del consiglio di classe della scuola di provenienza. 

    

Punto 9. Disposizioni transitorie e finali 

1. Le disposizioni contenute in questa direttiva si applicano a decorrere dall'anno scolastico 2007/08. Per i debiti formativi contratti fino all'anno scolastico 2006/07 si applicano le disposizioni previste dall'articolo 3, comma 2 del D.M. n. 42 del 22 maggio 2007.

2. Per i candidati agli esami di Stato, a conclusione dell'anno scolastico 2007/2008, continuano ad applicarsi – relativamente ai debiti formativi e all'attribuzione del punteggio per il credito scolastico, ai sensi dell'art. 3, comma 1, della Legge 11 gennaio 2007, n. 1 – le disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore della medesima Legge n. 1/2007.

3. A decorrere dall'anno scolastico 2008/09, per gli studenti dell'ultimo anno di corso che nello scrutinio del primo trimestre o del primo quadrimestre presentino insufficienze in una o più discipline, nonché per gli studenti per i quali in occasione delle verifiche da svolgere entro il 30 settembre sono state riscontrate carenze non pienamente superate, il consiglio di classe predispone iniziative di sostegno e forme di verifica, da svolgersi entro il termine delle lezioni, al fine di porre gli studenti nella condizione di conseguire una valutazione complessivamente positiva in sede di scrutinio di ammissione agli esami di Stato.

4. Per quanto non previsto da questa direttiva si applicano le disposizioni della corrispondente normativa nazionale.

    

 

 

 

Perché è necessario un ulteriore salto di qualità

 

Perché allora una direttiva che propone alla scuola trentina una nuova sfida e si propone di superare la logica dei debiti formativi?   Perché i buoni risultati fin qui raggiunti non devono farci dimenticare quel 35% che ancora arranca, non recupera e che ha bisogno di qualcosa di più per raggiungere un successo formativo di qualità.

Lisbona 2010, la legge provinciale n. 5 del 2006, laddove fissa come obiettivo il conseguimento di un diploma o di una qualifica per tutti i giovani, le conclusioni del recente festival dell'economia svoltosi a Trento nel giugno scorso ci indicano la strada: la qualità delle risorse umane rappresenta il fattore strategico per la realizzazione personale e per lo sviluppo di un territorio. E' in questa logica che si inserisce la nuova sfida per la scuola trentina.  Concentrare tutta l'attenzione sui tempi dei corsi di recupero estivi e sulle modalità della verifica non è di grande utilità oltre che fuorviante, non ci sono strumenti con poteri taumaturgici, nemmeno la minaccia dell'esame lo è.

Quel che serve allo studente, in modo particolare a quello debole, è un paziente, continuo, mirato e tempestivo sostegno didattico in grado di accompagnarlo al successo formativo, ove necessario anche riorientandolo, ma non lasciandolo mai solo.

A partire da questo quadro culturale la direttiva assume alcuni principi pedagogici costantemente confermati dalla ricerca degli ultimi decenni:

1.    Mette al centro lo studente e lo accompagna lungo tutto il percorso di apprendimento e non lo colpevolizza minacciandolo con un esame.

2.    La motivazione ad apprendere non si fonda sulla paura dell'esame ma sulla motivazione e sulla condivisione di un percorso di crescita fondato sul dialogo educativo: la paura genera meccanismi difensivi e calcoli di convenienza e ha come conseguenza deleteria lo studio per il voto e non per il piacere di apprendere.

3.    Responsabilizza e chiama in causa tutti i protagonisti: responsabilizza la scuola (che deve erogare maggiore servizio attraverso il corso di recupero e non ha alibi per commissionarlo ad esterni); lo studente (che ha l'obbligo di frequentare il corso e di accompagnarlo con lo studio individuale anche durante la pausa estiva); la famiglia (che deve vigilare affinché lo studente faccia scrupolosamente la sua parte).

4.    Il percorso di aiuto allo studente dura tutto l'anno e si articola in interventi di sostegno (che possono essere attivati in qualsiasi momento dell'anno scolastico e hanno la funzione di prevenire il mancato apprendimento) e interventi di recupero (che vengono attivati obbligatoriamente dopo gli scrutini intermedi e finali ed hanno lo scopo di rimettere lo studente alla pari con la classe).

5.    Si valuta non per classificare ma per migliorare il processo di apprendimento e insegnamento: di fronte al mancato apprendimento il docente si pone il problema di cercare strategie didattiche alternative e sostiene la motivazione dello studente coinvolgendolo nella ricerca di soluzioni più efficaci; alla fine di ciascun intervento didattico è sempre prevista una prova di verifica, ma con finalità formative e orientative.

6.    Si fa carico di tutti gli studenti con pari opportunità e pone le basi per il successo formativo di tutti (la ricerca ci ricorda che molta parte dell'insuccesso scolastico è ancora legata al reddito disponibile e al titolo di studio dei genitori).

7.    Valorizza il percorso fatto dalla scuola trentina negli ultimi anni, in modo particolare lo sforzo di miglioramento dei processi di insegnamento apprendimento sulla base degli esiti della valutazione di istituto e di sistema.

 

 

La proposta trentina è più razionale sul piano organizzativo

 

Le scelte contenute nella direttiva consentono di dare risposte più razionali ad alcune evidenti criticità presenti nell'O.M. n. 92 del 2007. Infatti:

·           Lo scrutinio finale a giugno con soli "promossi o bocciati" consente di formare le classi, definire gli organici e assegnare i docenti in tempo utile per l'inizio regolare del nuovo anno scolastico (un punto di eccellenza del sistema scolastico trentino che va assolutamente salvaguardato);

·           I corsi di recupero a settembre hanno maggiore probabilità di essere efficaci perché i docenti e gli studenti sono più riposati e presumibilmente più motivati;

·           I progetti estivi di studenti e famiglie non vengono sconvolti (non va trascurato che molti studenti durante l'estate vanno all'estero per migliorare le lingue, partecipano a iniziative di volontariato, fanno le prime utili esperienze lavorative).

 

 

Il ruolo delle scuole nella direttiva della Giunta di Trento

 

La direttiva dovrà rappresentare per le scuole, in modo particolare per i docenti, una opportunità straordinaria per riflettere su temi fondamentali come il curricolo e la valutazione degli apprendimenti.    In particolare per quanto riguarda la valutazione, rispetto a qualche decennio fa, molti docenti hanno fatto un salto di qualità verso quel modello, da tempo auspicato, di professionista riflessivo: sono molto più sensibili e preparati sui temi della valutazione, hanno capito che gran parte dell'apprendimento si fonda su una buona relazione con lo studente, sono in grado di capirne le difficoltà, sono disponibili a ripensare i percorsi didattici in funzione dell'efficacia, hanno interiorizzato le metodologie e il valore della valutazione formativa.

Tuttavia non dobbiamo nasconderci che anche nelle nostre scuole ci sono ancora un certo numero di “irriducibili”, di tutte le fasce d'età, per i quali l'apprendimento è un problema dello studente e la valutazione ancora prevalentemente uno strumento di classificazione e di selezione. Probabilmente si dovrà fare di più sul piano di una formazione in servizio mirata e valorizzare ulteriormente la dimensione collegiale della professione docente.   Il cambiamento prospettato dalla direttiva richiederà alle scuole un progetto graduale di miglioramento, tuttavia alcune operazioni vanno fatte fin dal corrente anno scolastico.

Tra le tante possibili due mi sembrano di assoluta priorità:

·           Promuovere, laddove non sia stato già fatto, una riflessione, anche teorica, sulla valutazione degli apprendimenti a partire dalle pratiche in atto nella scuola;

·           Promuovere una approfondita indagine conoscitiva sui debiti formativi in quella scuola, sulle cause (anche interne), sugli strumenti e le modalità di verifica degli apprendimenti, sull'efficienza e l'efficacia degli interventi di sostegno e recupero attivati.

La migliore conoscenza del fenomeno da parte di tutti gli insegnanti e una maggiore sensibilità e competenza sui temi della valutazione consentiranno di fondare in modo più razionale un progetto mirato al successo formativo di tutti gli studenti, utilizzando in modo più efficace le opportunità già a disposizione, quali ad esempio:

·           Cominciare ad essenzializzare i programmi scolastici utilizzando l'autonomia didattica per indirizzare l'insegnamento sui nuclei fondanti delle discipline;

·           Utilizzare la quota di flessibilità del 20% per potenziare le ore di insegnamento nelle discipline a “rischio debiti” e/o per percorsi di eccellenza;

·           Progettare un orario delle lezioni che consenta di attivare modalità di organizzazione della didattica più efficaci (ad esempio classi aperte, gruppi di livello).

 

 

 

 
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