Secondo il TAR Veneto copiare all’esame non è reato


da LASTAMPA.it

Venezia, un cavillo legale salva un ragazzo sorpreso in flagrante

Copiare non è un reato Il Tar grazia uno studente

Cacciato dalla maturità, potrà presentarsi agli orali

ANNA SANDRI

VENEZIA

Che la sua versione di greco fosse copiata, non lo ha ammesso e nemmeno negato per la semplice ragione che nessuno glielo ha chiesto. E su questa accusa mai mossa formalmente si gioca l'esito della maturità di uno studente del liceo classico Marco Polo di Venezia. Escluso dall'esame con l'accusa di aver interamente copiato la traduzione, tanto che non ha potuto nemmeno sostenere la terza prova scritta, viene riammesso d'urgenza dal Tar: sarà anche vero che la sua versione è identica a quella riportata sui bigliettini trovati dai docenti nei bagni dell'istituto, ma siccome è stato cacciato senza contraddittorio e senza poter esprimere le proprie ragioni, ha diritto di riprendere la prova. Poi, si vedrà.

La storia del copione del Marco Polo comincia a girare nelle prime ore del pomeriggio del secondo giorno di esami: nel liceo blindato per la prova, qualcosa è successo. Le voci circolano, qualche studente forse denuncia, i docenti fanno verifiche, i giornali scrivono; in via ufficiale la Commissione cerca di negare tutto, ma la dirigente scolastica regionale Carmela Palumbo invia un'ispezione. Si scopre che una mano gentile ha scritto su computer e stampato la traduzione della versione di greco (il brano di Luciano aveva preso a circolare a tempo di record sul web), facendone bigliettini che, dalle fondamenta sul canale, vengono piazzati sulla finestra del bagno delle ragazze. Verso quel bagno, l'unico aperto durante la prova, c'è un andirivieni sospetto, che supera perfino il tasso fisiologico dovuto all'emozione; i docenti, forse avvisati, vanno a controllare, trovano i foglietti e li sequestrano. Si spingono oltre: invitano i ragazzi a non fidarsi di altro che della propria testa, perché pare che su quella traduzione piovuta dal cielo ci sia più di qualche svarione.

Non pensano però a controllare il bagno dei maschi che dovrebbe essere chiuso; solo nel pomeriggio, sulla finestra, saranno trovati altri bigliettini con la traduzione.

L'ispezione che mette a confronto i testi degli studenti con quello stampato e fatto circolare riscontra una traduzione esattamente identica: convocato l’autore, gli viene semplicemente contestato di aver copiato, per cui è escluso dalle successive prove.

Maturità a rischio, la famiglia dello studente mette in campo l'artiglieria pesante: e sono tre gli avvocati che presentano il ricorso d'urgenza al Tar. Perché al ragazzo non hanno dato modo di difendersi, perché addosso non gli sono stati trovati bigliettini, perché quando è stato convocato per la contestazione in realtà tutto era già deciso, tanto che il provvedimento della Commissione gli è stato messo in mano, bello e firmato, alla fine di un breve e raggelante colloquio.

E il Tar dà ragione allo studente, almeno in via d'urgenza: il provvedimento di esclusione viene sospeso e dovrà recuperare la terza prova a domande aperte (la Commissione sarà convocata appositamente per lui) oltre a sostenere l'orale. La Commissione, secondo il Tar, avrebbe applicato una regola che vale per i concorsi pubblici ma non per gli esami scolastici, dove non esiste l'esclusione dall'esame bensì l'annullamento della prova contestata.  La discussione collegiale in camera di consiglio è fissata per il 16 luglio.

 

 

 
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