Rapporto OCSE 2008: uno sguardo sull’educazione


Dal Sito di Norberto  Bottani

Uno sguardo sull’educazione 2008

"Uno sguardo all’educazione" è il compendio annuale dell’OCSE di indicatori comparabili sull’istruzione.

L’edizione 2008 illustra la continua espansione dell’istruzione, confermata dal fatto che il 57% dei giovani oggi frequenta l’università, rispetto al 37% di dieci anni fa.  I confronti internazionali consentono ai diversi sistemi scolastici di comparare le soluzioni adottate per far fronte alle sfide imposte dall’espansione della scolarizzazione.

L’ edizione 2008 di "Uno sguardo sull’educazione" presenta un imponente insieme d’ indicatori aggiornati e comparabili sui risultati dei sistemi scolastici. Questi indicatori sono il frutto di un’ intesa raggiunta tra specialisti di vari paesi sul modo di misurare lo stato attuale dei sistemi d’ istruzione e di formazione.   Gli indicatori analizzano la partecipazione all’attività scolastica, le spese sostenute per la scolarizzazione, il funzionamento dei sistemi scolastici nonché i risultati dal punto di vista degli apprendimenti. Gli indicatori di risultato prendono in considerazione una ventaglio ampio di situazioni che vanno per esempio dal confronto tra il profitto scolastico degli allievi nelle discipline fondamentali fino all’ analisi dell’impatto dei livelli d’istruzione e formazione professionale sull’occupazione in età adulta.

Questa edizione di “Uno sguardo sull’educazione” comprende elementi nuovi, segnatamente:

un panorama dei tassi d’accesso all’insegnamento terziario (universitario e non universitario, ma in Italia c’è solo l’insegnamento universitario) per indirizzi di studio (e quindi in Italia per facoltà);

informazioni sulle competenze nel settore scientifico dei quindicenni;

l’ analisi del contesto socio-economico degli studenti quindicenni;

dati riguardanti influenza del contesto socio-economico dei genitori sulla partecipazione degli allievi all’insegnamento universitario (e nei sistemi scolastici non italiani sulla partecipazione nell’insegnamento terziario);

dati sul profitto scolastico;

informazioni sulla gestione delle università e ddegli altri istituti del settore terziario;

la valutazione dell’efficacia della spesa pubblica dell’istruzione (ossia se si spende bene o male per l’istruzione; troppo o troppo poco);

analisi dell’ impatto delle valutazioni sull’evoluzione dei sistemi scolastici;

comparazione dei livelli decisionali per tipi di decisione da prendere nei diversi sistemi scolastici.

Tutte queste informazioni e tutti i dati si possono ottenere con l’applicazione Excel® accedendo al sistema StatLinks fornito dall’OCSE. L’accesso alle tabelle e ai grafici è gratuito cliccando sull’indirizzo seguente: www.oecd.org/edu/eag2008.

Nella presentazione di questa edizione di "Uno sguardo sull’educazione" che è diventato un classico delle politiche scolastiche e dell’educazione comparata empirica, l’OCSE attira l’attenzione sullo straordinario sviluppo dell’istruzione secondaria nel corso di questi ultimi cinquant’anni. Questo non è un indicatore beninteso ma uno specchietto per le allodole che tuttavia serve ad attirare l’attenzione sul fenomeno forse più marcante delle politiche scolastiche di questi ultimi cinquant’anni. La differenza tra il livello medio d’istruzione della popolazione giovane (la fascia d’età dei trentenni, ossia delle persone nate attorno agli anni Ottanta) e la popolazione dei sessantenni, (ossia delle persone nate attorno agli anni Cinquanta), quindi a trent’anni di distanza, è spettacolare.

La massificazione dell’istruzione secondaria è innegabile. In certi sistemi scolastici l’incremento dell’afflusso degli studenti verso l’istruzione secondaria è stato meno forte che in altri perché già nell’immediato dopoguerra la massificazione dell’istruzione secondaria era in fase avanzata, come era il caso negli Stati Uniti, ma anche in Germania, Svizzera, Norvegia, Repubblica Ceca, Danimarca (i paesi che si trovano a sinistra del grafico). In altri, invece, il progresso è stato spettacolare, come per esempio in Corea, Irlanda, Grecia, Spagna (i paesi a destra del grafico). Tra questi sistemi scolastici che hanno realizzato in pochi decenni un passo avanti gigantesco nella scolarizzazione si situa anche l’Italia. Quindi qualcosa di notevole è successo nel sistema scolastico italiano. Rispetto agli anni Cinquanta c’è molta più gente che va a scuola per molti anni e che si istruisce. Non si può però affermare che la massificazione dell’istruzione secondaria e il prolungamento della scolarizzazione abbiano contribuito a ridurre le disuguaglianze sociali e ad elevare il livello d’istruzione. Sul primo punto ormai non ci sono dubbi. La massificazione dell’istruzione, che tra l’altro non è ancora compiuta, non produce una riduzione delle disuguaglianze sociali; quel che riguarda il livello d’istruzione la risposta è meno netta ed è appunto per ottenere una risposta a questa questione che si organizzano le valutazioni internazionali. Ora come ora non sappiamo con certezza se c’è stato un miglioramento globale dell’istruzione della popolazione. Purtroppo, l’OCSE pubblica il grafico ma non lo commenta. Non è la prima volta che l’Organizzazione si comporta in questo modo ed evita di commentare dati che non sono coerenti con le tesi propugnate oppure fornisce un’interpretazione particolare delle informazioni, sempre molto stuzzicanti, che diffonde.

 
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