OCSE su presidi italiani: poco potere e salario


 

OCSE su presidi italiani: poco potere e salario

PMI Economia/Economia/Italia  -  20 novembre 2008

Scuola: Ocse, i presidi italiani guadagnano poco e non hanno potere

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 28 ago - I presidi italiani sono diventati dirigenti scolastici, ma del dirigente hanno solo il nome, non lo stipendio ne' il potere. Lo evidenzia un'indagine dell'Ocse pubblicata oggi secondo cui in Italia i presidi guadagnano meno del reddito medio pro capite del Paese: si fermano infatti all'87% dl Pil pro capite. Peggio di loro stanno solo gli Slovacchi mentre il Regno Unito e' il Paese che li tiene piu' in considerazioni: guadagnano cinque volte il Pil pro capite. La ricerca dell'Ocse "Improving school leadership, a priority for national education policies" punta a dimostrare che se il corpo insegnante e' il primo fattore ad influenzare il risultato degli allievi, la qualita' dei presidi e' la seconda. Dall'indagine, pero', i presidi italiani sembrano uscirne male. Ai bassi salari, si accompagna scarso potere e autonomia. Poco piu' del 50% dei dirigenti scolastici dichiara di avere una certa responsabilita' nella scelta di corsi e contenuti rispetto a valori superiori all'80% in Giappone, Regno Unito, Corea e Polonia. I presidi poi non sono in grado di premiare i professori meritevoli con aumenti salariali, a differenza di quanto avviene negli Stati Uniti e in Olanda o in Svezia dove 80% dei presidi dichiara di avere un ruolo importante nel determinare lo stipendio dei suoi insegnanti. E ancora, i presidi hanno pochissimo potere nella scelta dei professori contrariamente a quanto avviene in Olanda, Svezia, Stati Uniti dove i presidi hanno una notevole autonomia nello scegliere il corpo docente. Il quadro della scuola italiana che ne esce e' sconfortante rispetto alle indicazioni dell'Ocse che chiede ai Paesi di puntare proprio su autonomia, attenzione alle esigenze locali. Il preside - aggiunge l'Ocse - deve diventare una professione attraente e motivante in modo da generare un circolo virtuoso all'interno della scuola.

 

 
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