Da REPUBBLICA GIOVANI - 25 febbaio 2009
Scuola povera, l'Istat conferma "Italia cenerentola d'Europa"
di SALVO INTRAVAIA
Italia agli ultimi posti in Europa per spesa relativa all'Istruzione. Il dato è stato pubblicato due giorni fa dall'Istat nell'annuale resoconto sulle "Spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche italiane per funzione". Solo in Germania e Grecia la spesa per l'istruzione è percentualmente più bassa rispetto all'Italia, tutti gli altri paesi dell'Ue a 15 stati spendono di più. Il dato è del 2007 e non tiene conto della manovra del governo Berlusconi che taglia impietosamente su scuola e università . Ma è sufficiente a spiegare che dal 2000 ad oggi la spesa per la scuola pubblica è in calo.
In Italia, oltre due terzi della spesa complessiva è assorbita da Sanità , Protezione sociale e Servizi generali. Quest'ultima è la spesa più consistente in assoluto: oltre 135 miliardi (il 19,4 per cento della spesa totale) di euro nel 2007 per, tra le tantissime attività remunerate, il supporto ad organismi esecutivi e legislativi e "la formulazione, il coordinamento e il monitoraggio di programmi di sviluppo economici e sociali globali".
E la scuola? Tutte le spese sostenute dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali per l'Istruzione ammontano a più di 71 miliardi. Una cifra che potrebbe sembrare enorme ma così non è. Per
E in Europa? Le cose vanno diversamente. I 15 paesi dell'Ue dirottano sull'Istruzione in media il 10,5 per cento della spesa complessiva: una cifra di gran lunga più vicina a quella sostenuta per Sanità (13,3) e per Servizi generali (14,9). E questi dati, per l'Italia, sembrano destinati a peggiorare. La manovra finanziaria dell'esecutivo taglierà nel prossimo triennio quasi 8 miliardi alla scuola (quasi tutti sul personale) e oltre uno e mezzo sull'università .
(25 febbraio 2009)