Gelmini sui presidi: marcia indietro strategica


Riportiamo la notizia dell'attacco ministeriale ai dirigenti scolastici del Lazio e la marcia indietro-chiarimento ministeriale. E' opportuno ricordare che da gennaio si susseguono in Italia interventi e lettere di dirigenti scolastici inviate al Ministro sul problema dei vuoti di fondi nei bilanci delle scuole. DiSAL stessa raccolse in febbraio oltre quattrocento firme di dirigenti inviate al Ministero. Da parte Sua il Ministro Gelmini non è nuova a queste uscite contro i dirigenti scolastici.

Questa volta però, diversamente da altre, come Associazione professionale non abbiamo voluto intervenire per diverse  ragioni:

-  comunque il merito della lettera dei dirigenti del Lazio era sacrosanto; 

-  tuttavia non abbiamo apprezzato il ricorso ai genitori per segnalare la grave situazione di bilancio. A tutt’oggi il dirigente scolastico, checché ne dicano sindacati o intellettuali, rimane un funzionario dello stato e ogni rilievo sul mancato funzionamento di questo va rivolto innanzitutto a chi lo Amministra e ne risponde. E' anche vero che chi in questi mesi ha seguito questa via non ha ricevuto del Ministro e dal Ministero nessun ascolto;

- a promuovere le lettere nel Lazio è stata l'ASAL (Associazione Scuole Autonome del Lazio). Noi non siamo come associazione professionale di dirigenti molto simpatizzanti di queste nascenti Associazioni di Scuole Autonome. Non ci piace che dietro l’Istituzione Scolastica statale (oggi di fatto governata solo dal dirigente scolastico) di fatto ci siano forme associative di presidi. Non è corretto quindi usare l’Istituzione (chissà se quella lettera è stata approvata da tutti i Consigli di Istituto ?) per esprimere opinioni personali. Ci sembra più limpido  e corretto farlo direttamente come Associazione di Dirigenti scolastici, che quindi parlano delle loro personali opinioni e valutazioni.

Detto questo, ribadiamo ancora una volta che il contenuto della lettera dei colleghi del Lazio era sacrosanto: per questo quello del Ministro, pur essendo una maria indietro, non è un vero chiarimento. (DiSAL)

 

Il Messaggero 27 maggio 2009

Gelmini ai presidi: chi non sa dirigere cambi mestiere. Pd: cambi mestiere lei

ROMA (27 maggio) - «Chi non sa dirigere cambi mestiere»: il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha commentato così la vicenda dei presidi del Lazio che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici. Ma la sortita non è piaciuta all'opposizione, che ha invitato il ministro a cambiare lei lavoro.
«A un dirigente scolastico - ha detto il ministro - è richiesto di dirigere una scuola e io credo che debba assumersi oneri e onori. Deve finire l'abitudine a fare politica, a fare comunicazione, a scaricare sul ministero le responsabilità. Chi non sa dirigere, cambi mestiere. Chi lo sa fare vada avanti e risolva i problemi. Molte volte apprendiamo dai giornali i problemi che non ci vengono neppure segnalati. Io sono - ha concluso - per la collaborazione, ma anche per la corresponsabilità».
Le reazioni. Le parole della Gelmini hanno ovviamente innescato repliche pesanti. «Non si può impedire ai presidi di dire che senza supplenti, senza risorse e, in alcuni casi, anche senza supporto in segreteria le scuole non funzionano - dice il capogruppo del Pd in Commissione istruzione, Antonio Rusconi - Si è fatto un gran rumore sull'obbligatorietà delle visite fiscali, anche su soggetti malati seriamente. E poi si scopre che le visite le deve pagare la scuola. Oggi tocca ai presidi. Dal 1° settembre saranno i genitori a constatare le conseguenze dei tagli del duo Gelmini-Tremonti».
Più duro il commento della collega di partito Maria Coscia secondo la quale il ministro Gelmini «è completamente fuori di senno e propone fantasiosi codici di condotta civica per cui ai presidi, differentemente dagli altri cittadini, sarebbero preclusi i diritti costituzionali di "impicciarsi della cosa pubblica". Su una cosa, però, la Gelmini ha ragione: chi non sa dirigere dovrebbe andare a casa. E allora, visto il disastro in cui il ministro ha gettato la scuola pubblica italiana, non sarebbe il caso che proprio lei cominciasse ad andarsene?».
D'accordo con quest'ultima osservazione i presidi aderenti alla Flc-Cgil: «Per la prima volta nella storia della Repubblica le scuole hanno dovuto fare i bilanci senza fondi per l'ordinario funzionamento; sono costrette a inviare visite fiscali anche quando non servono e poi le devono pagare coi propri bilanci; vengono tagliate le risorse per i recuperi dei debiti scolastici; le istituzioni avanzano dal Ministero più di 1 miliardo di euro per supplenze conferite e pagate con fondi diversi da quelli specificamente dedicati. Per non parlare del depauperamento di personale che la sua 'riformà sta provocando nel sistema scolastico. E il ministro cosa fa? Non trova niente di meglio che attaccare i dirigenti scolastici perché denunciano questo stato di cose».

 

MINISTERO ISTRUZIONE  -  COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini

Gelmini: “Dirigenti che fanno politica sono una minoranza ben organizzata”

“La mia denuncia di ieri non era certamente riferita a tutti i presidi ma a una piccola parte, circa 60 su oltre 900 in tutto il Lazio, fortemente legata alla Cgil che usa la scuola per fare politica. Ci sono purtroppo difficoltà economiche in molte realtà scolastiche ma tutti insieme dobbiamo collaborare per risolverle. Chi ha un ruolo nelle istituzioni scolastiche decida: o si candida e fa politica o svolge attività d’insegnamento”.

Roma, 28 maggio 2009

 

 
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